Come Out and Play

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Regia – Makinov (2012)

Piccolo momento storico su questo blog: sto per spendere parole positive su un remake. E che remake. Nientemeno che il rifacimento di Ma Come si Può Uccidere un Bambino, pellicola fondamentale (anche se, bisogna ammetterlo, un po’ datata e un tantinello approssimativa, rivista oggi) del 1976. Non solo, ma si tratta di un remake quasi fotocopia, che riprende, in alcune circostante, addirittura inquadratura per inquadratura l’originale e lo ripropone con una patina moderna, una fotografia sicuramente migliore e una colonna sonora azzeccatissima. Oltretutto, anche i due attori protagonisti sono più in parte rispetto ai loro omologhi del 1976.

In cabina di regia troviamo un misterioso individuo che risponde al nome di Makinov e che si occupa di scrivere la sceneggiatura, montare il film, fotografarlo, produrlo e comporne la partitura musicale. Insomma, una specie di tuttofare con pseudonimo, che se ne va in giro con un sacco sulla testa perché non vuole mostrare il proprio volto, ma a cui piace sproloquiare delle storture della vita moderna in strambi manifesti proiettati al Toronto Film Festival. 

Un tipetto singolare, con un’idea però molto precisa (condivisibile o meno) di quello che vuole fare con e attraverso la macchina cinema.
E infatti lo troviamo a dirigere un’opera (che ricordiamolo, è tratta dal romanzo di Juan José Plans, prima ancora che essere un remake di un altro film) di un nichilismo senza un briciolo di speranza. C’è una certa giustizia poetica in questo.

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Francis e Beth sono una coppietta in vacanza. Lei è incinta di sette mesi, del loro terzo pargolo, il che implica che per un bel po’ di tempo non ci saranno più vacanze spensierate. Noleggiano una barca per andare a visitare un’isola. Una volta arrivati però notano che c’è qualcosa che non torna: a parte dei bambini che giocano sul molo, l’isola è deserta. Alberghi, ristoranti, negozi, tutti vuoti. I due si aggirano per la città fantasma spaesati e sempre più sospettosi, fino a quando non scoprono la verità. I bambini del posto, senza alcun motivo, hanno massacrato tutti gli adulti. E hanno intenzione di fare la stessa cosa con loro.

Makinov, a parte un’introduzione molto diversa e più rapida rispetto al film di Serrador, cambia pochissimo, a livello di struttura. Non attualizza, non infila spiegoni tanto cari al pubblico dei rifacimenti post 2000 e riesce a creare inquietudine e, in alcuni casi, vero e proprio terrore, con un’ambientazione tutta alla luce del giorno, tre attori in tutto (più la torma di piccoli mostri), un paio di stradine polverose e abbandonate e una voce disperata alla radio.
Il comparto tecnico è eccellente, Makinov è uno che la messa in scena se l’è studiata bene e dimostra di essere bravo in ogni reparto, cosa non da poco. Soprattutto la fotografia calda, luminosa, dai colori accesi ed estivi, che va in contrasto con la cupezza della vicenda narrata, risulta molto efficace. Ma anche alcune scelte stilistiche ci fanno capire che il regista sa quello che vuole, che non ha paura di mostrare atti di violenza anche estremi, compiuti dai (e sui) bambini senza però fare del sensazionalismo pornografico, ma limitandosi  a disseminare dettagli e inquadrature quasi subliminali e, per questo, ancora più shockanti.

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Certo, nonostante duri appena un’ora e ventisei minuti, Come Out and Play si inceppa un po’ nella parte centrale, con i due protagonisti che iniziano a vagare a vuoto per l’isola e minuti interi persi a guardarli mentre  corrono, si dividono, si ricongiungono, prendono una macchina, hanno un incidente pretestuoso e via così.
C’è anche qualche piccolo problema a livello di ambientazione temporale, data la presenza/assenza dei cellulari. Può sembrare una stupidaggine, ma ormai in un film che si svolge ai giorni nostri, non è una faccenda che si possa più ignorare. E non è neanche vero che non esistono soluzioni decenti per ovviare all’inconveniente: basta pensare a quello che hanno fatto in un film come The Hills Run Red. Vabbè che Makinov li sfonda a bastonate, ma li hanno inventati e non tutti ne fanno l’uso che ne fa lui.

Gestito molto bene è invece il finale, un vero e proprio calcio sui denti, che fa sempre bene, quando si guarda un film dell’orrore. Uscire dalla visione con qualche certezza in meno e un paio di insicurezze in più.
Altra cosa interessante è lo sviluppo del personaggio di Francis (Ebon Moss Bachrach), che è il tipico maschio del cinema dell’orrore contemporaneo: indeciso, tentennante, insicuro, un po’ in ombra rispetto alla moglie Beth (Vinessa Shaw), ma che poi è l’unico a infrangere il tabù del titolo del film originale: come si può uccidere un bambino?

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Remake che si eleva molto al di sopra della media, che ci consegna un regista in grado, forse, di apportare qualcosa di nuovo e sentito al genere di cui ci occupiamo. Sentito perché si vede quanto Makinov crede in quello che fa e quanto lo prende sul serio. E per una volta tanto siamo di fronte a un esordiente che non scherza e non gioca, ma va a scavare nella nostra angoscia, gli piace ferire e rigirare la lama in queste ferite. Ben venga, gente così. Anche arrogante, presuntuosa, un po’ folle, ma almeno con una propria visione e una propria idea di cinema.

Ho preferito, sullo stesso tema, The Children, misconosciuto gioiellino inglese del 2008. Ma credo che questo Come Out and Play sia una visione che valga la pena di affrontare. Poi, lo sapete tutti: qui gli esordi li difendiamo a prescindere perché ci piacciono assai.

25 commenti

  1. L’originale a me ha sconvolto totalmente,tanto che non son riuscito nemmeno a scrivere una recensione,ma lo farò prossimamente.Merito anche della fotografia “imperfetta”,ma che a me jha dato un senso incredibile di “soffocamento”. I due protagonisti,ma non penso che siano andati a cercarli tra gli attori shakespeariani,e proprio certe incertezze me li han resi ancor più vivi e reali
    Però uno che si firma con un bel nickname che evoca le mie amate terre sovietiche merita attenzione,poi mi sembra uno tosto con idee e altro.
    Vedo di recuperarlo con i sottotitoli e perchè voglio vedere come gira la scena della morte della donna uccisa…ah no spoiler!
    ciao!

    1. Ecco, buono con gli spoiler perché non tutti si ricordano l’originale.
      Che poi questo remake fa quello che i remake dovrebbero fare: ovvero riproporre una storia svecchiandola e dandole magari una qualità tecnica migliore, dati i mezzi a disposizione oggi.
      Non è un’operazione che in sé mi dispiaccia, va solo saputa fare.
      Pare che il regista sia bielorusso.

      1. torturandomi evito di spoilare,ok!
        quindi la storia è tratta da un libro,non lo sapevo lo cercherò e poi vai di e reader,quando lo scarterò dalla scatola e comincerò ad usarlo
        Hai nominato la Mia Nazione Del Cuore:la biellorussia,e allora lo lovvo abbestia questo regista,Lars capirà

        ciao

  2. Stavolta sono in disaccordo. Non ci ho trovato niente di eccezionale o notevole, in questo film. Lasciando perdere la questione remake, visto che mi manca l’originale.
    Il problema sta a monte, ovvero non lo ritengo plausibile, per cause e conseguenze. Non oggi, non in un villaggio così grande.

    Altra cosa, difficile da ovviare, lo ammetto, sono gli attori bambini, probabilmente non professionisti.

    Niente di che, insomma. ^^

    1. Sì, che la sospensione dell’incredulità scricchioli ogni tanto è verissimo, come anche il fatto che forse sarebbe stato meglio ambientarlo in un altro momento storico, magari ancora prima rispetto all’originale.
      Ma a me non ha pesato. Anche gli attori bambini, in fin dei conti non si vedono molto, stanno lì come massa abbastanza informe, servono solo a emettere risatine e a essere massacrati da un certo punto in poi.

      1. Ma non ne faccio una questione di cellulari, o di sensibilità sociale, dal momento che ritengo che indietro nel tempo, il dilemma morale se levare le mani o meno contro un bambino fosse addirittura meno presente.

        È proprio l’idea che un gruppo di bambini possa soggiogare un villaggio di qualche migliaio di abitanti che reputo assurda.
        Già un set più contenuto, magari solo dieci case, sarebbe stato più credibile.

        E poi, boh, sarà che ormai sono insensibile, i bambini che ridevano mi hanno fatto lo stesso effetto dei lupi di Dracula 3D che scondinzolavano. Ovvero, è evidente che non sono malvagi, glielo leggi in faccia. Quindi c’è un contrasto tra pensiero e azione che non riesco a ignorare, da spettatore. 😀

        E poi… basta. ❤

        1. ❤ ❤ ❤
          ma non sono malvagi. Non si sa cosa siano. Non c'è cattiveria nei loro gesti: giocano.
          O almeno, io l'ho visto così. Il punto è che sono i tuoi figli che ti si rivoltano contro e tu non riesci a fargli del male e ti fai ammazzare.
          Era lo schema su cui poggiava anche il primo film, condivisibile o meno che sia.
          Infatti preferisco The Children che non so se hai visto, ma si svolge tra quattro mura e tutto in famiglia, dove è ancora più difficile far secco tuo figlio, anche se ti sgozza con un paio di forbici.

          1. No, mi manca anche The Children. È evidente che non ritengo la figura del bambino come una possibile fonte di orrore o tensione narrativa, che ti devo dire, a maggior ragione se non comunica aggressività, come in questo film.

            Che poi, altra cosa, visto che stiamo a parlare: perché ti fai ammazzare? Mi spiego, ok tuo figlio ti attacca con un bastone. Se non mi ammazza al primo colpo, come minimo io lo blocco, lo disarmo e poi chiamo la guardia medica o quel che è.
            Quindi non dico di fargli del male, ma dopo che ti ha dato una bastonata o una coltellata (sempre se sei ancora vivo), non credo ci voglia molto a fermarlo e a renderlo inoffensivo, proprio nell’ottica di capire che gli è preso e per aiutarlo.

            Vabbé, sono un tipo troppo pratico. XD

  3. Helldorado · ·

    Non ci credo, un remake valido!!! Tocca vederlo per forza 😀

    1. Che però al Cap non è piaciuto. Si attendono pareri per dirimere la controversia 😀

  4. Giuseppe · ·

    Ehi, fermi tutti, cosa sta succedendo…un remake che funziona?? 😀 😀
    Scherzi a parte, credo di appartenere alla schiera di chi l’originale se lo ricorda poco (avendolo visto una sola volta eoni fa)…comunque il personaggio bambino riesce di sicuro ad essere veicolo di grande paura e inquietudine, se gestito da chi sa fare il proprio mestiere. E allora funziona sia con un background soprannaturale (vedi Pet Sematary) o alieno (tipo Il Villaggio dei Dannati) sia in assenza dei medesimi, dove -come in questo caso- l’orrore nasce per contrasto dall’assenza di più classiche (e in parte meno spiazzanti) motivazioni “malvage”…

    1. Il bambino demoniaco, cattivo, alieno o ritornante è uno stereotipo che va avanti da quando è nato l’horror. Certo che la sospensione dell’incredulità, come dice anche Germano, è difficilissima.
      Io ho dato per scontate delle cose guardando questo film e ho accettato che dei bambini tenessero in scacco gli adulti.
      Certo che se questo presupposto non passa, la fruizione del film viene seriamente compromessa.
      Dipende dalla disposizione d’animo con cui lo si guarda. 😉

  5. Per puro, purissimo caso l’ho… ehm… acquistato proprio stamattina da un sito poco raccomandabile, ispirato dalla locandina. Mi fa piacere che valga almeno una visione, ci passerò un pomeriggio. A suo tempo vidi anche The Children, ma stranamente non ricordo se mi fosse piaciuto o meno. Fa nulla… Secondo me la figura del bambino può inquietare terribilmente in ambito horror. Purtroppo spesso e volentieri è sfruttata male, perciò alla fine ti vien solo voglia di prenderlo a calci in culo. A parte questo, per restare in tema di marmocchi, sarei tentato di citare anche Orphan, che è bellissimo, ma poi mi si urlerebbe contro che non vale ed io sarei costretto a darvi ragione. Comunque niente, così.

    1. Io a The Children darei una seconda occhiata, perché ha delle belle intuizioni e perché nel mostrare la violenza è anche più spietato di questo.
      Orphan è bellissimo (anche se non vale 😀 ) almeno fino agli ultimi minuti dove un po’ si perde nella dinamica da finalone con mazzate, ma lo si perdona. E il twist è davvero geniale.

    2. A me piace moltissimo, ci scrissi un panegirico, su Orphan. 😀

      1. Bello bello bello *___*

  6. bradipo · ·

    the children per me è bellissimo, un cult da subito! Come out and play l’ho visto qualche giorno fa e devo dire che non mi è affatto dispiaciuto ma prima di giudicarlo compiutamente sto recuperando l’originale che non ho visto…la prima cosa che ho pensato è che la fotografia era mooooolto anni ’70, mi sembrava Zombie 2 di Fulci….il finale direi che è molto romeriano e anche io l’ho apprezzato moltissimo…tra qualche giorno ne parlo da me , magari parlo di tutti e due confrontandoli anche perchè tu hai spiegato tutto benissimo…certo che ‘sto Makinov si deve fare di roba buona per delirare come fa lui…ma me lo spieghi come un bielorusso gira un film in Messico?

    1. Sì, la fotografia diurna, tutta in esterni, con l’ambientazione da isola tropicale ricorda il caro Lucio e i suoi zombie esotici 😉
      Makinov è un mistero. Magari non è neanche bielorusso, ma fa finta di esserlo.
      E sicuramente non sta tanto bene di capoccia 😀
      (p.s. ce pensa Hernanez. Vediamo se la cogli 😀 )

  7. Non ci posso credere! Un remake valido?

    1. Validissimo. E credo sia già il secondo di cui parlo bene in quasi due anni. Sta diventando un’abitudine 😀

  8. Ero indeciso tra questo o Absentia, sabato scorso. Quindi direi che a questo giro tocca a Come Out and Play 😉

    1. Sì, così poi mi fai sapere che ne pensi. Anche se è un film a rischio. Non vado a botta sicura nel consigliartelo come con Sinister e Absentia.

      1. Ebbene, mi è piaciuto. Funziona bene e come dici tu ‘sto Makinov è un bel tipetto, un one man band che ha le idee chiare.
        P.S. Riguardo ai cellulari, beh, sull’isola alla fine ci avrebbero detto che non c’era campo 🙂

  9. Neanche a farlo apposta l’ho visto ieri pomeriggio! 🙂 Lucia, ti quoto parola per parola, ho scritto una rece che è abbastanza simile alla tua, senza averla vista fino ad adesso! 😉 Questo film ha quella musichetta azzeccatissima che insieme alla fotografia e certe inquadrature lo nobilita non poco! 😀
    M’è proprio piaciuto, gli ultimi 5 miuti, necessari, sono un piacere 😀 PS: ho fatto quel che sai! Pigia sul mio nick e spero tu gradisca 😉

    1. Sì, un film che ha i suoi difettucci, ma tutto sommato interessante. E ogni volta che viene fatto fuori uno dei piccoli bastardi è una piccola festa

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