The Innkeepers

Regia – Ti West (2011)

Avvertenza: sapete tutti che io non sono democratica, però tendo a essere piuttosto gentile, di solito. Anche con chi non è d’accordo con me. Se il film non vi piace, siete liberissimi di dirlo in sede di commento. Ma giuro, croce sul cuore che io possa morire, che non appena qualcuno se ne esce con: “non succede niente per un’ora, il film è lento, il film non fa paura”, prima lo sputo e poi lo banno, per sempre, perché significa che non ha capito nulla. Non di cinema, che non sta a me attribuire patenti, ma delle finalità di questo blog, dei motivi per cui questo blog esiste e della persona che ci scrive sopra. E allora non ha senso che stia ancora qui. Tutto chiaro? Cominciamo.

Al trentesimo minuto di The Innkeepers, la protagonista Claire, interpretata da Sara Paxton, esce dall’ albergo per buttare l’ immondizia. Il sacco di plastica che trasporta è enorme e la ragazza fa di tutto per non toccarlo. La macchina da presa di Ti West  prima la segue e poi si assesta in un campo lungo, mostrandoci ogni tentativo andato a vuoto di Claire di inserire il sacco nel bidone della spazzatura senza sporcarsi. Ed è lì che accade. E’ lì che ti innamori, in una scena apparentemente insignificante, dai toni rilassati, quasi comici. Però succede, si crea quel miracolo di empatia in cui comprendi che Claire potrebbe essere una tua amica, una sorella, una ragazza per cui perdere la testa incrociandone per caso lo sguardo in mezzo alla strada. Qualcuno a cui volere bene, insomma e della cui sorte preoccuparsi. Ti West lo sa   che è quello il momento, e quindi insiste, raccontandoci qualcosa che con i fantasmi non c’entra niente, ma che invece ci aiuta a stabilire un contatto col personaggio, senza dialoghi, senza spiegazioni. Claire è viva. E’ reale e il nostro cuore vola a lei e le si stringe intorno.

Il quotidiano. I minuscoli contrattempi di ogni giorno, il grigiore di un’ esistenza monotona, uguale a se stessa, un circolo vizioso fatto di orari di lavoro, chiacchiere col collega un po’ sfigato, magari cinico ma in fondo simpatico. Un albergo che sta per chiudere. Finito l’ ultimo week end, si va a spasso. Cosa fai tu nella vita? Chiede un’ ospite (Kelly McGills) a Claire. Niente, risponde lei: sono solo una dello staff. Il soprannaturale, sempre che di soprannaturale si tratti, irrompe in una cornice che non ha nulla di speciale, risultando quindi straordinario all’ ennesima potenza. E cosa c’è di più orribile, spaventoso, inesplicabile del terrore che si annuncia in sordina? Non te lo aspetti, non dovrebbe trovarsi lì. Invece c’ è, ci mette tanto a fare il suo ingresso, ma quando arriva non si dimentica e quando colpisce Claire, il suo collega Luke (Pat Healy) e l’ ex attrice ora sedicente medium che sta passando la notte allo Yankee Pedlar Inn, ricava la sua forza proprio da quei personaggi minimali e così amati, da quell’ atmosfera dimessa e così verosimile, dalla lunga preparazione che Ti West ha assemblato inquadratura per inquadratura. Un terrore così, non è facile da archiviare con quattro battute e una risata liberatoria. Questo tipo particolare di terrore rimane, anche a distanza di giorni.

Ti West è un tipetto presuntuoso. Ti West è uno che i film li gira come dice lui, quando lo dice lui e come pare a lui. Non si pone nessun problema sulla reazione del pubblico, non si cura delle tendenze dell’ horror contemporaneo e va avanti per la sua strada, con la certezza assoluta che sia quella giusta.  Talmente riconoscibile è lo stile, talmente unica e studiata la messa in scena, che ormai dovrebbe essere chiaro a tutti quanti che Ti West è un autore. Nato nel 1980, ha assimilato quanto di buono il genere abbia mai proposto in tutta la sua storia e lo ha rielaborato, lo ha fatto suo, con l’orgoglio di chi questo cinema lo ama sul serio e lo rispetta. Alle regolette imposte da chi ha pronta la ricetta per il film de paura da grande incasso e sicura presa sul pubblico, Ti West, da fiero intellettuale, risponde così: “chi vi si incula” e “non vi cago di striscio”.

Il manuale del perfetto regista postmoderno, firmato maicolbei, impone accelerazioni, montaggio frenetico, azione senza sosta, bombardamento continuo di immagini, insistenza quasi scopofila sul dettaglio cruento e uno stile di ripresa in perenne movimento, altrimenti ci annoiamo? Chi vi si incula. Ti West parte lento, prosegue in un climax che diventa insostenibile e ti tira la mazzata mentre stai lì rilassato e tranquillo a ridacchiare e pensi che il film non faccia paura. Centellina il sangue ai minimi storici, utilizzandolo in misura anche minore rispetto al precedente The House of the Devil; riesuma il piano sequenza, ma non quella robaccia macchina a mano in overdose anfetaminica che pare l’ operatore sia stato tarantolato. No. Ti West fa avanzare la sua macchina da presa in lunghissimi carrelli nei corridoi, lenti avvicinamenti ai volti dei personaggi, panoramiche morbide, sinuose, avvolgenti, nella hall vuota. Usa anche poco i primi piani, a meno che non sia strettamente necessario e, pur concentrando quasi tutto il film in interni, abbonda in campi lunghi, che fanno respirare la messa in scena, dando quindi maggiore profondità alla narrazione.

A pagina tre del maualetto di cui sopra c’è scritto a chiare lettere che lo spettatore necessita di scariche continue di decibel sparati a tremila, che ogni tanto bisogna svegliarlo dal sonno lobotomizzante indotto? Non vi cago di striscio. Ti West ce lo dice subito che lui,  quell’ espediente da scherzo cretino in pieno stile scuola elementare per bambini che non sanno leggere bene, lo considera l’ equivalente della carta igienica. Ci gira una scena apposta per dimostrare quanto sia facile e sciocco. Non ne ha bisogno. Al contrario, usa il sonoro con un’ eleganza del tutto inedita nel panorama odierno, tanto che il sonoro (nelle registrazioni dei fenomeni paranormali dell’ albergo) è una delle chiavi interpretative di The Innkeepers e ciò che sentiamo non è (quasi) mai ciò che effettivamente sta accadendo.

Bisogna spiegare, la gente deve capire, se ti viene il dubbio che non capisca subito, glielo devi ripetere, con sei flashback, otto dialoghi telefonati e anche un paio di saggi riassuntivi. Chi vi si incula. Ti West non spiega niente. Nemmeno ci permette di sapere se le vicende narrate siano reali, o frutto di una particolare disposizione psicologica dei protagonisti, scaturita da solitudine e suggestione. Come se non bastasse, si limita a mostrare il meno possibile e si concentra sui personaggi, su come reagiscono ai fenomeni che gli avvengono intorno. Esemplare, in tal senso, è la falsa soggettiva di Claire mentre, da sola, registra nella lavanderia dell’ albergo. Noi non vediamo mai quello che vedono i personaggi, vediamo loro ed è nella loro paura che riflettiamo la nostra.

Ai ragazzini che vanno al cinema bisogna far vedere le tette. Le donne, nei film dell’ orrore, devono essere già scosciate e mezze nude al minuto numero 3. Se è possibile, sarebbe carino investirle con getti d’acqua ogni tot secondi, così da mettere in evidenza l’ esposizione di carnazza che piace tanto ai ggiovani. Epperò poi le post femministe è capace che si incazzano, e allora quelle stesse scosciate devono essere anche intelligentissime, menare come carpentieri ed esibirsi in quattro o cinque numeri acrobatici. Non vi cago di striscio. Ti West prende una divetta  nata nel 1988 e la trasforma in un’ attrice. Sara Paxton, quasi struccata e vestita con la divisa dello Yankee Pedlar e una felpa con cappuccio che copre e nasconde ogni parte del suo corpo, è bella, è sensuale, è tenera, è goffa, è intensa, per dio. Quando la vediamo usare l’ inalatore per l’ asma, sulla porta che conduce in cantina, ci manca il respiro insieme a lei. E quando Luke le dice che per lei farebbe qualsiasi cosa, ci crediamo. Lo faremmo anche noi.

Grazie di esistere

The Innkeepers è uno dei film più importanti degli ultimi dieci anni, per il genere, per il suo futuro, per avere uno straccio di speranza e di alternativa al belare confuso di sequel, remake e centipedi umani che sembra essere l’ unico mezzo di espressione del cinema horror contemporaneo. E quando calano i titoli di coda, dopo una sequenza sulle scale di una cantina che mi ha fatto pensare al mio amato Fulci e che ancora mi tormenta, l’ emozione è così forte, l’ affetto per quella biondina impaurita, per quell’ impiastro di impiegato e per quell’ attrice sul viale del tramonto è così grande, che vorresti immediatamente ricominciare da capo, perché non li vuoi abbandonare. E non puoi dimenticarli.

Recensione di Hell

Recensione di Elvezio

Recensione di Angelo

84 commenti

  1. io mi sono innamorato di questo film.Oh,un classico horror d’atmosfera e io amo alla follia le cose tipo Il Bacio della pantera-che ho appena recensito-o cose simili
    Oh,mi è venuta assolutamente la voglia di vederlo.Qui c’è storia,personaggi ben scritti,buoni attori,regia classica e profonda mi par di capire
    Aprite i Gulag per i maicolbei,i nespier e tutta la ciurmaglia che ci ruba non solo soldi e tempo,ma amore,passione,responsabilità,nel fare un mestiere importantissimo:creare universi paralleli dove emozionarsi e vivere per 90 e passa minuti.

    ps:bella lì la lucia autoritaria!Sai che un tipo dittatoriale e anti liberale come me ama questi outing!Banniamoli quelli del “non succede niente” oh pistola certo che succede qualcosa:c’è il Cinema

    1. Sì sì, lessi ogni cosa, sia la pantera che il film che piace a me del piccolo lars 😀
      Vedilo questo film perché è imperdibile e non dare retta alle critiche che leggerai in giro (quelle da ban immediato, insomma). A loro gli lasciamo Nispel e Snyder così non si annoiano

      1. perchè la maggior parte degli spettatori sono eiaculatori precoci nel senso metaforico e artistico,cioè se non raggiungono un piacere di seconda mano immediatamente attraverso un bombardamento sterile di immagini messe alla cazzo di cane,non sono contenti e si lamentano.
        Per cui vai con le fracassonate a tutto campo.

        Ma c’è in italiano quantomeno sottotitolato o no?

        1. Niente sottotitoli italiani, non ancora almeno…

  2. Non l’ho ancora visto e c’ho la bava alla bocca

    1. Fai bene a sbavare: un film incredibile, davvero. e io me la son pure fatta sotto dalla paura.

  3. Helldorado · ·

    Ottima recensione, dopo aver letto quella del Cap (e di volata anche le altre linkate) ho una sincera voglia di provare paura con un film attuale. Senza vomitare per i movimenti di macchina o per le frattaglie buttate addosso allo spettatore.

    ps: maicolbei chi sei?

    1. maicolbei, colui che deve morire morendo e tra sofferenze inenarrabili 😀 Grazie Max, vedi questo gioiellino e non te ne pentirai un solo istante!

      1. Helldorado · ·

        Non me ne sono pentito infatti nonostante la paura che mi ha messo! Gran film e rileggendo il tuo post ne condivido ogni parola. Grande film, regista da tenere d’occhio.

  4. Ho letto (non tutte intere, ovviamente, per evitare spoileri) sia la tua recensione che quelle che hai citato e non vedo l’ora di gustarmi questo film!!

    Solo che…

    ….

    mo’ come si fa che hanno chiuso tutte le “fonti” dove reperire film??

    1. Ci sono luoghi rinfrescanti e piacevoli, chiamati torrenti, sulle cui rive riposare e sollazzarsi 😀 E il film merita sul serio, e merita tantissimo!

      1. Eh, immaginavo che avrei dovuto tornare a riposare sulle fresche rive torrenziali!
        Bene bene allora appena mi torna la connessione a casa mi armo di pagaia e canoa!

  5. Singolare che Ti West lo si stia apprezzando qui, e neanche tutti, piuttosto che in madrepatria, dove viene smerdato in continuazione e con le scuse più puerili, tirando in ballo, appunto, il manuale di “Come si gira un horror ovvovoso”.
    Lui ce lo dice, attraverso il sacco della spazzatura, ma anche attraverso l’episodio del bar, i protagonisti di un horror sono persone comuni a contatto col sovrannaturale. Prima la storia, poi l’horror. Proprio come la penso io, proprio come la pensavano alcuni registi che hanno diretto CERTI capolavori horror e sono solo.
    Ed è bello che ci siano quattro recensioni così diverse su un solo film. Anche questa è una prova.
    Sara Paxton che recita? Non ci avrebbe creduto manco lei… e invece.

    Hell was here. XOXO ^^

    1. Forse perché a noi europei è rimasta una mentalità un po’ meno viziata, o forse perché a un certo tipo di cinema ci siamo più abituati. Può darsi pure che il pubblico americano sia molto più ggiovane rispetto a noi. Non saprei.
      Io invece dico, prima il film, poi l’horror, ma son sottigliezze accademiche che alla fine hanno lo stesso significato.
      Grazie di essere passato e di aver linkato, Hell *O*

  6. “non succede niente per un’ora, il film è lento, il film non fa paura”

    Sto a scherzà… ancora non l’ho visto! 😀

    1. Stava a partì er ban 😀

      1. se mi vuoi bannare per la “simpatia” ti capisco

        1. Ma figurati 😀 qui si scherza sempre

  7. Devo fare una confessione : Ti West non l’ho mai visto ! Ma da come lo descrivi mi sta già diventando simpatico…

    1. Allora comincia con The House of the devil e subito dopo questo. Piccola maratona con il simpatico Ti! 😀

  8. Nulla da aggiungere perchè concordo al 100% con te:-)

    1. Sosteniamo Ti West! 😉

  9. Vabbè, che te lo dico a fare. A parte che ne ho scritta una pure io però dopo aver letto la tua mi sa che la cestino. Che poi, tu l’hai vista la Paxton nella realtà? Perchè è grandioso il modo in cui West l’ha trasformata.

    1. No, ma che cestini?? pubblica subito, cazzo!
      Sì, l’ ho vista in altri due film (brutti), tra cui anche Shark Night. e ho visto delle foto. Un’ altra persona

  10. Ok, mi aveva praticamente già convinto Hell con la sua recensione, ora tu mi hai convinto ancora di più. Lo guarderò di sicuro.

    Ciao,
    Gianluca

    1. Ti West si merita il nostro lovvamento cosmico *O*

  11. Giuseppe · ·

    The Innkeepers ancora mi manca, ma dalla tua recensione mi pare che West in qualche modo colga lo “spirito” (seppur in un contesto diverso) degli horror del Sol Levante, dove solo in apparenza non succede nulla e l’altrettanto apparente lentezza non ha che lo scopo principale di stringerti in una progressiva morsa di paura per quello che sta per arrivare, e arriverà perchè tu non puoi farci un cazzo di niente (l’orrore lo subisci fino in fondo senza scampo, non puoi nemmeno tentare di combatterlo nello stile di un horror U.S.A., come aveva detto Ted Raimi a proposito di The Grudge)…che sia anche per questo motivo che lo perculano in patria? Ovviamente non avendolo ancora visto le mie possono essere ipotesi campate per aria, ma in genere quando parlo di horror d’atmosfera mi si viene a dire che non ha mercato, ma il mercato chi lo rappresenterebbe allora, Michele Baia? 😀 (che, per dire, potrà anche aver avuto una ragione d’essere negli anni ’90, ma dopo francamente… 😦 ) Siamo messi bene…

    1. Sì, c’è in effetti qualcosina che ricorda le ghost story giapponesi, anche se comunque quelle contano molto sul fattore apparizione (the Grudge ne è pieno), mentre Ti West asciuga ancora di più e comunque contestualizza il tutto in una cornice culturale tipicamente americana. Però sì, si vede l’ influenza 😉
      Per quanto mi riguarda maicolbei, neanche negli anni ’90. Kaputt! 😀

      1. Giuseppe · ·

        Ma allora Michele deve proprio morire morendo! Che brutta fine, povera bestia 😀

  12. A questo punto mi tocca vederlo, visto che tutti ne parlano cosi’ bene 🙂

    1. Assolutamente Ric! E’ bello bello bello in modo assurdo 😀

  13. L’ho appena finito di vedere… è fenomenale!
    Ti West è il nuovo DIO, io avevo puntato Lucky McKee, ma cambio religione e divento devoto di Ti West.
    A me comunque ha ricordato (anche se non saprei dire con precisione in quale scena e il perché) Gli Invasati, poi vabbè anche Shining per via dei corridoi.
    C’ho l’adrenalina a palla e amo Sara Paxton 😀

    1. E’ una bomba? Sono troppo contenta che ti sia piaciuto!
      UNa santissima trinità formata da McKee, Marshall e West ci sta?

      1. ma a estenderla pure a Christopher Smith?

        1. Porca miseria assolutamente s! Subito!

  14. […] The Innkeepers, di Ti West (2011). Merito, tra gli altri, di questa […]

  15. LordDunsany · ·

    Sinceramente non leggo le recensioni di altri, mi interessano solo le tue poichè, a parte Anderson (gne, gne, gne 🙂 ), mi fido moltissimo del tuo giudizio (soprattutto sulle cosine che non ho ancora visto).. Lucia, questa diventa tra tutte quelle che hai messo la mia rece preferita, complimentissimi 😀 Lo so che ti piace tanto che Ti non s’inculi nessuno e nessuna regola, però poi ritornano le “ricerche” strane dai motori di ricerca 🙂 Gente che magari cerca qualcuno che s’incula Maicolbei 😀
    Detto questo mi devo assolutamente procurare questo filmetto e poi ti dirò 😀

    1. Grazie Lord, sono lusingata. Però, di solito, le recensioni che linko sono davvero belle, ben fatte e argomentate. E i blog “amici” sono tutti meritevoli di un’ occhiata, te lo assicuro 😉
      E’ una recensione a cui tengo tantissimo, perché è un film davvero importante e quindi sono davvero felice che tu abbia apprezzato!
      sulle chiavi di ricerca, ci ho rinunciato, dopo un solo post! Non mi interessa. Al massimo, mi aumentano le visite 😀 😀

  16. LordDunsany · ·

    Lucia ho trovato su un blog la rece di questo film, ti farebbe arrabbiare parecchio, posso linkarla qui per aver una tua opinione o ti scrivo in privato? Grassie 😀

    1. No, grazie Lord. Preferirei in privato, perché vorrei evitare flame, trollaggi e litigate tra un blog e l’ altro 😉

  17. Appena visto. Ti West è da ammirare. Ha costruito un’ora e quaranta di cinema di genere che è raro incontrare e sa il fatto suo. Da consigliare assolutamente

    1. Grazie del commento e soprattutto dell’ apprezzamento per il buon Ti West che va difeso contro il cinema della caciara e degli sbalzi di dolby

  18. Lo amo già. Senza bisogno di vederlo. Per il solo fatto che hai scritto questa recensione. Ma come si fa? Non riuscirò mai a recuperare tutto quello che mi manca. E’ frustrante, ecco. Comunque grazie 😉

    1. Ma grazie a te di averla letta 😉
      e ti devo dire, se c’è proprio qualcosa che vale assolutamente la pena di recuperare, oggi, è The Innkeepers. Fossi in te gli darei priorità assoluta, giusto per poter dire: io c’ero! 😀

  19. Francesco · ·

    Ciao Lucia! Bellissima recensione, dal risultato estetico notevole! Si notano gli studi umanistici, accompagnati da una creatività e stile invidiabili!
    Se Ti West la leggesse, sicuramente ti inviterebbe, lui, a bere! Così pure Sara 😉 che, da quel che ho capito, entrambi la preferiremmo al primo =)…a proposito, ma che gambe ha?! =P wow!
    Il film m’è piaciuto non poco, mi ha ricordato Shining, specie nel finale. Bel film! Così pure “The house of the devil”.

    1. Ma grazie, davvero troppo buono. 😀
      Eh, infatti un’ uscitina con Sara non mi dispiacerebbe, se non fosse che potrei quasi esserle madre 😀

  20. Ciao Lucia, seguo da un paio di mesi il tuo blog e questa è la prima volta che scrivo. Ti faccio arrabbiare subito:The Innkeepers è un filmetto. Guardo film horror da quando ho 12 anni, dal blockbuster americano al film thailandese semi sconosciuto. Si può dire che non me ne perdo uno. Sono sempre alla ricerca di film che mi facciano provare qualche brivido, difficile, ma ogni tanto qualcuno un sussulto me lo fa fare, ma questo proprio niente. Non capisco proprio cosa ti sia piaciuto e cosa ti abbia fatto paura. La prima oretta di “Insidious” già li fa 10 a 0. Per quanto mi riguarda, assolutamente bocciato, una delusione totale. Giusto per non risultarti antipatico però ti dico che adoro Carpenter e Marshall. The Descent è in assoluto uno dei miei horror preferiti 🙂

    1. Ecco. Prima di tutto benvenuto in sezione commenti. Mi fa piacere che tu mi segua, e che abbia deciso di scrivermi proprio ora che non sei d’accordo con me. Ma va bene, le opinioni divergenti sono sempre lecite. Solo una cosa non mi è del tutto chiara: dici che non capisci cosa ci abbia trovato, eppure a me pare di aver impiegato quasi 1200 parole per argomentare i motivi per cui The Innkeepers mi è piaciuto. Tu invece dici che è un filmetto, ma non mi sembra una spiegazione sufficiente. Bada bene, non ti sto dicendo di venire qui e spiegare nei dettagli le tue ragioni. Le opinioni si possono tranquillamente esprimere in maniera assertiva, ci mancherebbe. E’ solo che non mi spiego cosa tu non abbia capito. Mi sembra di essere stata chiarissima.

  21. ciao! è la prima volta che capito sul tuo blog… ed è successo così: ho appena appena finito di vedere questo film, e non sono nemmeno un cultore del genere… e mi è venuta voglia di vedere se le recensioni che girano avessero colto quanta qualità c’è,quanta accortezza, e quanta intelligenza.
    Sono lieto di vedere che tu l’abbia apprezzato, e che probabilmente – al di là delle specifiche di genere – potresti essere una ottima garanzia per le mie prossime scelte : )

    saluti da nyc!

    publio

    1. Ciao!
      Grazie davvero!Il fatto che tu non sia un cultore del genere e sia riuscito comunque ad apprezzare il film è un’ ulteriore prova della bontà assoluta del prodotto.
      Grazie ancora!

  22. Il “non capisco cosa tu ci abbia trovato” era come dire che tutte le cose buone che hai visto e che appunto hai descritto, io non le ho trovate. E’ un film lento, lentissimo, come The House of the Devil e quando piazza i colpi, sono cose viste e riviste in centinaia di film. Ma mentre il finale di THOTD era quanto meno brillante, anche se sapeva di già visto, questo è noioso, e lei che si gira e vede la tipa o il tipo truccato a dovere, dovrebbero fare paura? Il piano che suona, qualche vocina ogni tanto…a sto punto The Ward del Maestro è il capolavoro del decennio (e sappiamo bene che non è così).

    1. Scusa, posso farti una domanda?
      Tu il paragrafo introduttivo alla recensione lo hai letto? perché io una sola cosa ho chiesto a voi commentatori, di farmi l’ enorme gentilezza di non venirmi a dire che il film è lento e che non fa paura, perché significa non aver capito cosa sto cercando di fare con questo piccolo blog.
      E comunque, a chi non è andato giù the house of the devil è difficile che vada giù The Innkeepers. E’ una questione di un certo tipo di stile, che si può apprezzare o meno.

  23. E certo che l’ho letto, e infatti stavo per non scriverlo ma che posso farci se per me è così? Cioè se tu chiedi una motivazione del perché un film non ha convinto, e quello è uno dei motivi, uno che deve fare? inventarsene altri? Quindi mi prendo lo sputazzo nell’occhio e vado avanti 😀
    Allora mettiamola così, facciamo che non l’ho scritto e giudico solo l’ultima mezz’ora di film. Bene, è un filmetto. Non fa paura, e se fa paura questo allora il cinema horror è morto e sepolto. Per onestà aggiungo che ormai a 33 anni non mi fa paura praticamente più niente, quindi basta che il film horror di turno sia quanto meno interessante e con alcuni spunti mica male, tipo “The Woman” tanto per citarne uno visto di recente. Il mio disappunto è dovuto anche al fatto che mi aspettavo tanto da questo film, forse troppo boh, però davvero, per un’ora T.West ci fa conoscere bene la protagonista, e ok, carina e simpatica mi sta anche bene, ma quando deve crescere la tensione, abbiamo un paio di scene ridicole e anche scontatissime. THOTD non è vero che non mi è andato giù, anzi, proprio perché aveva cmq un finale brillante come ho scritto, che avevo buoni propositi per questo. Lo stile di T.West mi piace, solo che una volta presentati bene i protagonisti e l’ambiente dove questi si muovono, sarebbe opportuno anche girare delle scene di tensione davvero convincenti, e magari non aspettare sempre un’ora prima di cominciare 😉

    1. No, è che mi sembra singolare che tu non abbia mai commentato e lo faccia solo ora, per farmi incazzare, dicendo una cosa su cui sai benissimo che non ci può essere dialogo di nessun tipo. Ma va bene, per carità.
      Comunque, a me dei colpi e delle scene a effetto non interessa nulla, per questo non può esistere discussione su questo argomento. E anzi, ho trovato il finale di THOTD la parte più debole del film, proprio perché convenzionale-
      A me i film in cui, all’ apparenza, non succede niente, piacciono. Sono i film per cui questo blog esiste.

  24. Lucia figurati se scrivo solo per farti incazzare, come ho già scritto ti seguo da alcuni mesi, mi piace il tuo modo di scrivere, in generale i tuoi gusti – e per dimostrarti che ti seguo da tanto, ti cito la tua lotta per difendere “Doomsday” film che tra l’altro io ho in blu ray 😉
    Boh ho deciso di fare il mio primo commento qui perché la delusione su questo film è stata tale che dovevo sfogarmi 😀

    1. ahahah! Mitico Doomsday! Grazie!

  25. LordDunsany · ·

    Con fierezza ti comunico d’esser riuscito a vederlo stanotte! 😀 E’ decisamente qualcosa di diverso, è molto carino. Non m’ha annoiato per niente, m’ha messo ansia in diversi punti e i due – tre spaventi m’hanno raggelato (quello alla “Ju-on” nella cameretta m’ha spaventato un sacco!!). Diversi movimenti di camera sono spettacolosi; non so dirti perchè ma in alcuni tratti, tipo quello della spazzatura che hai citato tu, m’ha ricordato “Mullholland Drive” 🙂 Annotazione sulla Paxton: ho visto le immagini di com’è effettivamente su google, molto niocca, però, perdonomi, sensuale e bella in sto film proprio no (goffa, si), sembra un maschietto e per me un maschietto non è, di certo, attraente 🙂 Grazie ancora per la segnalazione, spaccerò questo film in grosse dosi ai miei “seguaci” 🙂

    1. Sono davvero contenta che ti sia piaciuto!!!! spaccia, spaccia!! 😀

      1. LordDunsany · ·

        Beh, si sa che io ho buon gusto (quasi quanto il tuo) 😉

  26. Giuseppe · ·

    Visto ieri sera…ed è proprio quel genere di “lentezza” che piace al sottoscritto, intesa nel senso di prendersi il tempo necessario per disseminare strategicamente gli indizi qua e là aumentando la tensione in modo non banale, permettendosi anche il lusso dello sberleffo (lo scherzo della stanza infestata tirato a Sara, dove ho intuito subito dove si andava a parare e infatti ho abbassato il volume delle casse :D) nei confronti di un paranormale che la voglia di scherzare di lì a non molto ce la farà passare eccome…le apparizioni sono dosate con grande misura e imprevedibilità, il che le rende agghiaccianti come devono essere, come nella sequenza della camera della Paxton (che nella sequenza del lenzuolo mi ha anche richiamato echi di un racconto di M.R. James, “Fischia e verrò da te”, molto ben adattato per la tv a suo tempo dalla BBC) o anche indirettamente nel terrore che incutono al suo scettico socio nella cantina.
    In effetti West mostra in alcuni tratti (es. la divisione in capitoli, il background di “insoddisfazione” sociale dei personaggi, la soprannaturale predestinazione delle vittime) l’influenza della ghost-story orientale senza però ripeterne pedissequamente i meccanismi, asciugando e contestualizzando come giustamente dicevi (ci vedrei pure qualche omaggio a Shining nelle inquadrature di corridoi e camere)…e verso il fantasma ho provato lo stesso senso di paura e “disprezzo” -quando lo spettro non cerca giustizia verso i responsabili della sua condizione ma solo indiscriminata vendetta senza distinzioni, il che fa crollare l’empatia che avremmo provato altrimenti per le sue azioni- che provo quando nei vari Ju-on e Ring vedo Kayako e Sadako abbattere la loro maledizione contro vittime indifese (e innocenti), non me la doveva trattare così Sara (che il posto nelle Divine se lo merita in pieno)…un film che non si può guardare a luce spenta (io l’ho fatto, pessima idea 😉 ), come ogni horror d’atmosfera che funzioni davvero, ragion per cui anche io lo raccomando caldamente…

    1. Grazie del commento Giuseppe. Sono davvero contenta che tu abbia apprezzato il lavoro di West. Finalmente un film che sa come mettere paura allo , spettatore e che, nel farlo, non lo prende in giro.
      La Paxton è straordinaria. Un’ intepretazione che difficilmente si dimentica.
      Non so cosa altro aggiungere, perché davvero, abbiamo detto tutto, mi pare.
      Ma, davvero, non sai quanto mi fa piacere che il tuo giudizio sia così positivo.

  27. ma sai che fulci è venuto in mente anche a me, ma non nella scena che dici tu…
    apprezzo molto il finale criptato, il sarcasmo strisciante, le citazioni a ghostbuster (lato audio, non gozer), la regia fuori parametro, la protagonista.
    gran bel film, però hai ragione, perdio la mancanza di tette si è fatta sentire 😀

    1. E in che scena ti è venuto in mente papà Lucio?
      Vero che è un film totalmente inconsueto? Tanto tanto elegante e non è “lento”. E’ solo riflessivo 😀
      Io non ho mai parlato di mancanza di tette però 😀 😀 😀

  28. non mancanza di tette sorry, hai detto che ai ragazzini al cinema “bisogna” far vedere le tette e in effetti avrei voluto vedere quelle della protagonista ma pazienza.

    quanto a fulci, ho avvertito qualche analogia nella lunga scena dove claire usa l’apparecchiatura, prima di raggiungere il pianoforte. è stata solo un’impressione, però ho immaginato fulci girare la scena allo stesso modo e con la protagonista di sette note in nero, naturalmente con le atmosfere virate al vintage. quell’ossessione di inquadrare lo sguardo per comunicare terrore e angoscia, che ti tiene col fiato sospeso…

    1. Genio!
      E’ vero, sette note in nero. Potrebbe essere un’ aperta citazione!

      1. la sensazione è stata quella, quasi un deja-vu

  29. evocuoco · ·

    Mi permetto di intervenire anche io, perchè il film l’ho visto, ho letto le tantissime recensioni osannanti…ma proprio non riesco ad essere d’accordo. Cercherò di motivare brevemente per non essere tedioso, fermo restando che non sono qui per dire “il film è brutto” o “siete tutti matti”, ma perché sinceramente non capisco il senso di tanti applausi a scena aperta, soprattutto da parte di chi a quanto pare di horror se ne intende. Allora, motivazioni della mia perplessità:
    1.i personaggi sono carinissimi, è vero. E realissimi, è vero. Ma tanto reali e tanto carini che a forza di allegria finiscono per essere sopra le righe. In effetti non mi sento di catalogare questo film come un horror, ma come una commedia, visto che tantissima è la parte dedicata a sviluppare i personaggi e scarsa quella dedicata alla storia.
    2.la tensione per me latita. Le scene “forti” sono tutte eccellenti, è vero, ma il “centellinare la tensione” e il “crescendo di atmosfere” che tanti riferiscono io proprio non l’ho visto. Quello che ho visto sono stati tentativi di creare atmosfera ogni volta abortiti dall’ennesima scenetta carina con i due protagonisti. In questo modo non si centellina l’atmosfera, ma si butta via tutto per ricominciare da capo. E infatti al terzo o quarto falso allarme mia moglie si è addormentata, e io ho faticato a star sveglio.
    3.La trama, appunto, non c’è. Nelle interviste il regista dice che il suo intento era scrivere una storia di fantasmi, ma ciò che ha fatto più di ogni altra cosa è stato giocare con i suoi personaggi in modo certo realistico, ma a mio parere molto sopra le righe. Si: perfetta la scena di lei che butta l’immondizia, simpaticissima lei, e non posso che ribadire, ma oltre a questo non ho visto nulla di notevole. Tanto che non mi sembra chiaro che storia di fantasmi il regista abbia voluto narrare, visto che questi occupano così poco spazio nell’economia della trama. Sempre nelle interviste West dice che la sua troupe ha soggiornato proprio in quell’albergo, sono successe strane cose, e lui ci ha tirato fuori una storia…e in effetti di questo sembra che il film parli: troupe di allegri amici che vede cose un po’ strane, non sa cosa sono, e continua a cazzeggiare…tranne che nella pellicola alla fine le “cose strane” si materializzano davvero. Troppo poco, a mio parere, per dire che questo film è horror, e troppo poco per parlare di originalità. E infatti…
    4.Originalità e rottura dei luoghi comuni del film horror non ne ho visti….ma perché questo è un film per me lontano dal concetto di horror. Si, non ci sono poppe nude, teen-agers che fanno sesso, donne vittime che diventano carnefici e cose del genere…ma questo accade AL DI FUORI del classico contesto horror, per cui è logico che sia così. Non so se mi sono spiegato: non è che West ENTRA all’interno del genere e da lì ne esce apportando originali modifiche. Semplicemente egli resta FUORI dal genere, raccontando una commedia con elementi horror…e così facendo è semplicemente LOGICO che non servano tettone grosse, splatter o scene di spaventi. Se così fosse, se ciò bastasse inserire elementi horror in un film che di horror ha poco, allora io potrei prendere Aldo Giovanni e Giacomo, far loro dire un’ora di battute, poi inserire due scene con un fantasma e avrei fatto il film horror più originale del secolo. Un ottimo film horror che pur rimanendo dentro al genere cambia tutte le prospettive e risulta originalissimo? PONTYPOOL! Ci sono tutti i luoghi comuni dell’horror, eppure è un film dannatamente originale. Basta dire che è svolto tutto dentro una stazione radio, e l’horror non è MAI visto, ma solo RACCONTATO. In questo caso, invece, avrei trovato STRANO se ci fossero state giovani poppute: che senso avrebbero avuto in una pellicola del genere?
    5. West lo ha detto chiaramente: questo film “è una sorta di commedia ad ambito lavorativo che si trasforma in un film horror. Volevo che la gente si affezionasse ai miei personaggi, sentisse di avere qualcosa in comune con loro, e poi dicesse Cosa? Sta diventando un horror? Ma io non sono pronto!”. E appunto io non credo che vada considerata un’horror, men che meno un horror originale. E’ semplicemente una rimescolata di due generi diversi che dimostrano solo una cosa: unendo due generi opposti non si crea un genere nuovo ma un ibrido che non è né uno né l’altro. Troppo poco horror – e non intendo sangue, budella o tette – per definirlo film horror…e troppo horror per definirlo una commedia riuscita. Dunque a che serve mischiare due generi non fatti per amalgamarsi?
    Fine.
    Considerazioni finali: il film è carino, girato bene, i personaggi più che simpatici, le scene di tensione vera sicuramente efficaci. Ma non è né un horror né originale. Semplicemente un esperimento come ce ne sono tanti. “la casa muda” era un tentativo di girare un horror in un unico piano sequenza. “Blair Witch Project” era il tentativo di girare un horror come se fosse una storia vera ripresa dai protagonisti. “REC” era il tentativo di girare un horror come se fosse un documentario televisivo andato storto. Questo era il tentativo di girare un horror dickensiano (parole del regista) con due protagonisti nerd che trovano figo il paranormale ma non ci credono veramente e con toni da commedia. Tra tutti gli esperimenti, questo mi sembra il più lontano dall’ottica “horror” e per questo il meno riuscito. Forse se fosse stato girato non così sopra le righe avrebbe giovato. Grazie dell’attenzione e chiedo scusa per la prolissità.
    Spero di non essere cacciato, ora…

    1. Io da qui non caccio nessuno, figurati con un commento così educato e anche competente, sebbene del tutto distante dal mio modo di vedere il film.
      C’è però una sola obiezione che mi sento di farti: per me la suddivisione in generi è davvero una cosa superflua. Horror, commedia, sì, possono servire a orientarsi e a piazzare un’ etichetta da qualche parte. Ma la resa finale di un film, sempre a mio parere, esula del tutto dalla sua categoria di appartenenza. Per me The Innkeepers è un grandissimo film, a prescindere dal fatto che si possa definire horror, o commedia. E non lo ritengo neanche un esperimento, quanto un bellissimo racconto per immagini, che sì, ha una natura ibrida, ma che me lo fa apprezzare ancora di più.
      E, per favore, non chiedere scusa per la prolissità e non temere mai di essere cacciato da qui.

      1. evocuoco · ·

        Sebbene anche io refrattario alla divisione in generi, o all’uso di etichette, mi sono sentito in dovere di usarla qui proprio perchè la prima parte del film mi pareva così tanto orientata verso il genere “commedia a sfondo impiegatizio” (del resto, lo dice il regista stesso), contrariamente al seguito, che si sposta sempre più verso tematiche più “horror”…da renderne necessaria una citazione/suddivisione. Questo per far notare quella che secondo me era la parte meno riuscita della pellicola, e cioè il tentativo di conciliare due parti così diverse.
        In quanto al valore del film, credo che ognuno di noi resterà fermo sulle proprie opinioni. Per te un grande capolavoro, per me un opera senza grandi qualità, senza grandi originalità, di certo ottima nel creare due personaggi memorabili (ma in un modo che mi è parso fuori contesto), buona nella regia e capace di creare brividi nei momenti giusti, ma fondamentalmente priva di motivi per suscitare così grandi clamori. Come ho detto, è stato poi questo il motivo per cui mi sono deciso a scrivere il mio parere: vedere così tanti osanna, mentre di solito io sono sempre in accordo con le citazioni di chi se ne intende, mi ha sinceramente posto dei dubbi sulla mia capacità di giudizio. Al momento, dopo tante letture e riflessioni, devo comunque osservare che il mio giudizio rimane tale. Spero solo di non essermi rincoglionito….Saluti.

        1. scusa il ritardo, ma il commento mi era sfuggito, perché sono rincoglionita io, e non tu 😀
          Io non credo che sia un fatto di essere esperti o di avere dei giudizi universali. Semplicemente, ci sono delle cose che riescono a toccarmi profondamente e The Innkeepers ha toccato tutte le corde giuste.
          Fatta salva la capacità tecnica di West, tu lo ha trovato inconcludente, io sono impazzita. Capita.

  30. Ho appena ri-commentato da Hell. Appena finito di vederlo. Ancora scosso. Ancora con quelle immagini in testa. Dovevo rileggere anche la tua di recensione, oh sì, dovevo. E, cazzo, anche tu hai scritto una splendida recensione. Perdona quel francesismo, tanto ne ho lasciato pure uno da Hell poco fa.
    Paura. Quella vera.

    Ciao,
    Gianluca

    1. Quando sono contenta che ti sia piaciuto così tanto Gianluca!
      Ma figurati per i francesismi che qui, lo sai, sono sempre ben accetti! 😀
      E di quel lenzuolo, ne vogliamo parlare?
      Paura, tanta tanta

  31. Spero di non essere fuori tempo massimo. Dopo averti ascoltato per Triangle(filmone!) ieri mi sono fatto una full immersion di Ti West con The House of the devil e The Innkeepers. Visti e piaciuti molto entrambi! E’ per questo che ti devo ringraziare sentitamente per avermi fatto conoscere un autore(non semplicemente un regista) che non conoscevo.Stamattina ho postato le mie due recensioni devo dire piuttosto spoglie rispetto alle tue, sul mio blog nato da poco(bradipofilms.blogspot.com). Se hai tempo mi piacerebbe che le leggessi. Grazie ancora.Stai diventando una delle mie letture preferite!

    1. Ciao!
      Grazie a te per aver seguito i consigli di una squinternata come me e per aver apprezzato i due film di West, che sono davvero molto molto belli!
      Vado a leggere e linko il tuo blog alla lista dei blog amici, se non ti dispiace

  32. ne sarei onorato! sei molto meno squinternata di quello che dici le tue analisi sono sempre esaustive e bellissime da leggere!

    1. Fidati, sono squinternata 😀
      comunque ti ringrazio per i complimenti, davvero!

  33. Recuperata la visione anche del secondo di Ti, questo fine settimana. Non mi dilungo perché hai già detto tutto e l’hai spiegato perfettamente. Una sola osservazione. Sai quando ci si affeziona indelebilmente a Claire, secondo me? Quando ci si rende conto che ha lo smalto rosso delle unghie consumato. E’ uno di quei particolari apparentemente insignificanti che, invece, è indovinatissimo. E’ lì che questa ragazza ti fa una tenerezza infinita. E ti fa incavolare da morire vederla sotto quel lenzuolo bianco alla fine. Proprio per via dello smalto!

    1. E’ vero, le unghie con lo smalto che sta andando via. Un particolare che sembra banale e che invece è studiatissimo. E di Claire ci si innamora sul serio. e il finale fa malissimo.
      Grazie di averlo visto

  34. West non spiega, e fa male. Il soprannaturale non spiegato deve prefigurare personaggi che non sanno, che brancolano nel buio come noi spettatori/lettori. Invece nel film tutti sanno, e non ci dicono niente. Persino lo sfigato collega della figliola sa (quando ritorna all’albergo e dice che deve dirle qualcosa d’importante). Il sospetto che sia un trucchetto dei poveri per titillare gratuitamente il senso di mistero in chi guarda è forte, e scommetto che neanche West sapeva cosa diavolo stava scrivendo.

    Tutto il film semrba essere finalizzato a farci provare simpatia per la ragazza e tradirci con la sua morte alla fine, per farci provare allora il dolore più grande. Ma se non dài una spiegazione o qualche input chiaro per capire come mai, nell’economia della trama, questa ragazza finisce così, allora hai imbastito un meccanismo artificioso e fine a sé, e non era necessario mettere di mezzo i famtasmi o inventarsi mirabolanti misteri irrisolti. In questo modo lartificio risulta evidente, e non l’apprezzo.

    Un bel film di genere soprannaturale è ben altro.

  35. Claudio · ·

    Un bel film sul genere è questo, altroché!
    Uno dei migliori horror degli ultimi anni, io l’ho trovato eccellente a dir poco! Me ne sono innamorato!

  36. In primis, buonasera.
    ho appena terminato di vedere the triangle di c.smith, e mi sono messo a “girellare” x il web alla ricerca di opinioni/pensieri su di esso, da confrontare con le mie(positive); ed ecco che rimbalzando da una pagina all’altra e aprendone centinaia (io lo chiamo effetto wikipedia)sono giunto qui. Premetto che mi sono salvato il link, mi piace il tono e mi piace trovarmi d accordo sull’odio verso l’hollywood horror. Ho apprezzato la recensione ed i vari commenti. Ho molta curiosità di vedere questo film, a tal proposito chiedo: dopo essersi dissetato nei freschi torrenti, esistono dei sub in ita da aggiungere? vi invidio veramente nel caso siate tutti capaci di vedere e capire un film in lingua originale.
    A rischio di spoilers vari, ho letto tutto il susseguirsi di commenti vari, apprezzo. E carta e penna alla mano mi sono segnato vari titoli che non conoscevo e son stato felice di trovarne di conosciuti.
    Non vorrei generare antipatie alcune, ma da come lo descrivete, leggendovi, a tratti mi tornava in mente session9 di brad anderson, forse ho frainteso o immaginato troppo.
    Buonanotte.

    1. Ciao e benvenuto!
      Grazie per i complimenti prima di tutto.
      In effetti, qualche punto in comune, soprattutto per l’incedere lento, senza per forza sbatterti il mostro in faccia dopo 4 secondi, i due registi ce l’hanno.
      Io preferisco Ti West un milione di volte, perché Anderson mi ha profondamente deluso, dopo Session 9.
      Ma se ti piacciono gli horror a combustione lenta e graduale, questo film potrebbe proprio fare per te

  37. Scopro questa recensione e, soprattutto, il sito con colpevolissimo ritardo. Sto leggendo ininterrottamente da ieri sera, ma devo fermarmi per commentare questo capolavoro e questa fantastica rece: ai tempi, folgorato dalla visione, lo avevo consigliato un pò a tutti, senza successo purtroppo. Ora che sono passati quattro anni lo riprorrò, essendomi riavvicinato al genere dopo un periodo piuttosto lungo. A parte questo, resto dell’idea che se questo film fosse uscito 20 o 30 anni fa, sarebbe considerato una pietra miliare del genere, ed anche per me la scena del bidone è stato il momento in cui ho capito che avevo davanti qualcosa di speciale.
    Leggo qui che The Sacrament è un pò deludente, peccato perchè ai tempi avevo apprezzato tantissimo anche The House of the Devil, che però non mi aveva fatto chiudere occhio la notte della visione, uno dei film che mi hanno messo più strizza.
    Complimenti per tutto quello che scrivi, continuo nella lettura sperando di scoprire cose nuove uscite in questi anni da recuperare e chicche del passato che mi sono sfuggite

    1. Grazie e benvenuto da queste parti!
      Qui di film, sia vecchi che nuovi, ne potrai trovare davvero a pacchi e spero di poterti proporre qualche visione interessante!

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