SONO PRESENTI SPOILER
Questa sono io, all’ apice del mio masochismo (cit.). Perché avrei moltissimi film da vedere e di cui parlare, eppure mi sono andata consapevolmente a cercare la ciofeca direct to dvd, prodotta con lo zampino di MTV che fa il verso al film di Joe Dante dell’ 81. Nei titoli di testa si afferma con sfacciataggine estrema che The Howling Reborn è tratto da The Howling II, romanzo del 1979 a firma di Gary Brandner, già seguito di The Howling, cui Dante si era ispirato (prendendosi grandissime libertà) per L’ Ululato. Non è così. Questo pastrocchio adolescenziale impresso su Red Cam non ha nulla a che spartire col libro, né tanto meno col film di cui pretende di essere il seguito. E’ solo l’ ennesima operazione commerciale che tenta alla disperata di sfruttare un nome famoso per raggranellare tre lire di incassi. Nulla di male, ci mancherebbe. E’ che lo fa con la presunzione e l’ arroganza di chi vuole rifondare il mito del licantropo al cinema, scoprendo nel 2011 il segreto per cui i film con i lupi mannari non hanno mai avuto quell’ enorme successo riscosso invece dai loro cuginetti vampiri: l’ assenza di protagonisti adolescenti. Al che un pernacchione partì dal fondo della sala. Ma cerchiamo di andare con ordine, altrimenti mi esplode il cervello sotto spirito.
Leggevo questo interessante articolo di Hell, proprio dopo aver visto il ciofecone in questione. Il licantropo è un mostro poco cinematografico, perché la sua rappresentazione è sempre al di sotto delle nostre aspettative. Né gli effetti artigianali d’ epoca, né la moderna CGI sono mai riusciti a restituirci delle figure di lupi credibili e realistiche. Fino alla trasformazione va tutto bene. Indimenticabile quella di Landis, per esempio. I problemi vengono dopo, quando bisogna fa muovere il licantropo sullo schermo e mostrarlo nella sua interezza. E’ un problema che riguarda non solo i classiconi anni ’80, ma anche i film sulla licantropia più recenti. Pensate a Dog Soldiers, dove funziona tutto alla perfezione fino a quando non appaiono i lupi mannari. Vedere questi pupazzoni pelosi che dispensano morsi e unghiate, camminano a due zampe e sono palesemente finti, azzoppa la sospensione dell’ incredulità. Alla fine son cucciolotti tenerissimi, magari appena appena zannuti. Non è un caso se una delle sequenze più paurose della storia del cinema sui licantropi è quella della metropolitana di Un Lupo Mannaro Americano a Londra: il mostro si intuisce, ma non si vede. Il che ci permette di immaginarlo come in quelle antiche rappresentazioni medievali. E ci spaventiamo.
Altro problema, segnalato sempre da Hell, è che i film sulla licantropia raccontano sempre la stessa storia: qualcuno viene morso, lotta contro i suoi istinti, soccombe, viene ucciso. Fa eccezione, appunto, Dog Soldiers, che è una sorta di film di guerra con i lupi mannari. E faceva eccezione proprio L’ Ululato di Joe Dante che adottava un punto di vista diverso.
Forse è questo il motivo per cui lo preferisco anche allo splendido film di Landis e al dimenticato gioiellino di Jordan. Tre film usciti a poca distanza l’ uno dall’ altro, che per un breve periodo, portarono a un revival del werewolf al cinema.
L’ Ululato racconta di una giornalista televisiva aggredita da un assassino, all’ interno di un peep show. Karen White (una Dee Wallace di una bellezza disarmante) non ricorda nulla del momento in cui ha rischiato di essere uccisa dal maniaco. Per far riemergere i ricordi, il suo psichiatra le consiglia di passare qualche giorno in una comunità sperimentale sull’ Oceano, chiamata La Colonia, che si rivelerà essere infestata dai licantropi. A metà tra l’ horror puro e il saggio sulla paranoia, L’ Ululato attinge sia dai vecchi modelli Universal, sia dalle fiabe e dai cartoni animati. Si bagna nel mito e lo rielabora sporcandolo con la modernità e contaminandolo con i mezzi di comunicazione, tv in primis. La civiltà cittadina collide con la natura selvaggia e feroce degli abitanti della Colonia. Due elementi che, per quanto ci si provi, non possono coesistere. Lo psichiatra, anch’ egli licantropo in incognito e autore di un libro dall’ indicativo titolo The Gift, cerca di addomesticare i suoi simili e di integrarli nel consesso umano. Tentativo mal digerito dagli altri lupi mannari, e infine del tutto inutile. Il contagio di Karen arriva negli ultimi minuti di film e porta a una decisione straziante ma necessaria: trasformazione in diretta tv e morte per mano dell’ amico consapevole, per rivelare al mondo intero l’ esistenza dei mostri. Il mondo non le crederà e i licantropi potranno scorrazzare ancora più liberi e indisturbati sul suolo terrestre, dato che la metamorfosi di Karen verrà scambiata da tutti per un effetto speciale.
Passano trent’ anni (e quattro seguiti) e si decide di utilizzare di nuovo il marchio The Howling, plagiando la locandina originale e stravolgendone del tutto il senso. In maniera volontaria, però, ché tutto ciò che accade nel film di Dante, riaccade al contrario in quello dello sconosciuto (e speriamo rimanga tale) Joe Nimziki. Nella versione per analfabeti del 2011, abbiamo come protagonista un belloccio travestito da nerd sfigato, in quanto portatore sano di occhiali, che quando se li leva cambia tutto, cazzo, tutto! Egli ama di nascosto il cess…ehm la ragazza più maledetta della scuola, che ovviamente sta con il bullo. Ha un amico ancora più sfigato di lui con velleità da regista horror (ah, il caro, vecchio metacinema) e ci ammorba per tutta la durata del film con la sua voce fuori campo che illustra nel dettaglio i suoi stati d’ animo da giovane tormentato, che per rimorchiare cita Fitzgerald. Tedio, tedio, tedio.
Perché la ama? Perché sì, anzi perché “in un mondo in bianco e nero lei è l’ unica a colori”. Pura poesia. Ella becca il suo album di disegni pregevolissimi che la ritraggono. Tutti. Nessuno escluso. Invece di denunciarlo per stalking, lo invita a una festa. Ove si manifestano per la prima volta i lupacchiotti. Da lì le cose vanno in lieve confusione. Lo sfigato scopre di essere licantropo dalla nascita, ché la mamma creduta morta (era lupa pure quella) gli passò l’ infezione, manifestatasi a partire dal suo diciottesimo compleanno. Neanche fosse stato morso da un ragno radioattivo, finalmente si può togliere gli occhiali e restituirle al bullo che lo picchiava forte e spesso. Nel frattempo la ragazza lo ama ogn’ora di più e la mamma licantropa cerca di spiegargli i vantaggi dell’ immortalità e di aggirarsi in branco ululando alla luna.
I nostri stanno per diplomarsi. Frequentano una scuola che è una specie di bunker fortificato, con 87 metal detector e chiusure ermetiche in acciaio, perché al regista serve che i nostri rimangano bloccati dentro insieme al branco di licantropi. Epperò anche l’ ultimo stronzo della terra può introdurre una pistola all’ interno del bunker, semplicemente tenendola nella cintura dei pantaloni, perché al regista serve che la pistola sia in un certo luogo in un determinato momento. Così so’ boni tutti. So’ bona pure io.
Questa volta, la trasformazione in diretta televisiva (e su maxischermi in ogni angolo del globo) non porta a nessun equivoco. I licantropi esistono. Punto. La televisione dice sempre il vero. Come se non bastasse, il protagonista non cede ai suoi brutali istinti, ma (in una sconcia imitazione dello già sconcio tuailait) trasforma la sua bella e salva la scuola e, si presume, in futuro, il mondo intero, perché, ci dice nella tediosa voce fuori campo di cui sopra, io ho scelto di essere umano. Joe Dante, beccate questa.
Al che si ritorna all’ inizio. In una scena che è quasi una dichiarazione d’ intenti, l’ amico aspirante regista horror chiede all’ occhialuto cosa conosce dei licantropi al cinema. L’ occhialuto dimostra abissale ignoranza e il wannabe regista gli risponde che è ovvio: i film con i lupi mannari hanno solo protagonisti quarantenni, per questo sono noiosi. Storia del cinema zero, MTV uno.
Certo, se anche il simpatico Teen Wolf con Michael J. Fox sembrava una cosa più seria e in grado di portare a riflessioni più interessanti rispetto a The Howling Reborn, qualche domanda fattela pure tu, Nimziki. Senza considerare, per non diventare proprio spietati, il trattato di licantropia adolescenziale di nome Ginger Snaps. Ma va bene così. Ogni generazione ha i mostri che si merita.
Per riuscire a sopravvivere a simili schifezze devi avere una forza d’animo da profeta biblico ! Già nei primi minuti io mi sarei sparato ! (E comunque parlare di licantropi e scordarsi “Ginger snaps” è decisamente un reato !Specie se ci presenta come grandi sapientoni in materia.)
No, un pelo sullo stomaco spesso quanto quello di un licantropo 😀
Infatti, come fai a dire che i film sui licantropi hanno solo protagonisti quarantenni quando,a partire da I was a Teenage Werewolf, passando poi per Ginger Snaps, il licantropo adolescente è stato visto e rivisto miliardi di volte?
E’ ignoranza abissale.
Oddio, basta non se ne può proprio più… Da come hai raccontato il remake sembra proprio un cavalcare l’onda della bella che ama il mostro, alla tuailait. Schifuz. Almeno coi cugini deficienti mi diverto sempre. ^^
Grazie per rovistare ne lammerda in modo da ricordarci quanto erano belli i tempi passati. 🙂
Ciao,
Gianluca
E giuro che non ho inventato niente. Schifuzzizzimus! 😀
Ma prego, è sempre un piacere, finché avrò vita 😀
Vabbè, ma sei tu che proprio vuoi farti del male. Grandissimo il film di Dante (anche se non a livello del quasi contemporaneo Lupo mannario americano a Londra, che è proprio un capolavoro), regista davvero troppo sottovalutato (vogliamo parlare di quel gioiellino che era Gremlins?).
Sì, sì, io mi faccio del male vero. Mi guardo prima il remake (o sequel, o reboot, o prequel, o quel che è) e poi mi rivedo l’ originale, per soffrire in profondità.
A me di Joe Dante piace tutto, anche le ultimissime cose che ha fatto, ma un posto speciale nel mio cuore ce l’ ha La seconda guerra civile americana, che è geniale.
Ecco,pure L’Ululato mi toccano ‘sti qua.Trasformandolo in una specie di Spider-man dei poveri.Che tristezza…
Complimenti a te invece per l’analisi e per il coraggio che hai nel guardare certa roba.
E non dimenticare gli occhiali! 😀
Grazie a te per averla letta! E ricorda, non è coraggio, è masochismo!
In effetti già che c’erano potevano farlo mordere da un lupo radioattivo o simili…
Faccio partire un fungool in perfetto stile Tony Soprano per questo “reborn” del povero Howling.
Che è sicuramente il miglior film sulla licantropia mai girato, con tutto il rispetto per Un Lupo mannaro americano a Londra. Sarà che Joe Dante ci metteva sempre quel pizzico di cinismo e cattiveria che non fanno mai male, alla faccia dell’accoppiamento a cartoni animati che tanto ha fatto storcere il naso ai miei amici quando lo abbiamo guardato insieme!
Hanno da morì male e soffrendo!
E io adoro l’ accoppiamento a cartoni animati. E’ uno di quei particolari che mi fanno innamorare di un film
Scusa se ti faccio una domanda… alla fine fai un commento proponendo come confronto a trilogia di Ginger, ma non ho capito se in positivo in negativo? La lincatrilogia delle sorelline ti piace o no? Sono davvero curioso perché, a parte l’ultimo capitolo (o primo, dipende…) un pò più scialbetto, io la considero un piccolo capolavoro da tenere stretto in videoteca!
E’ una trilogia che è un piccolo gioiello. E’ un compendio di licantropia adolescenziale fatto con delicatezza, buon gusto e profondità. Magari ci farò uno specialone prima o poi.
Il riferimento a Ginger Snaps era per sottolineare la pochezza di questo sottoprodotto per stronzi 😀
e io che mi ero fatto fregare dai mannari fetish di underword…
Mi ero perso queste chicche!
Lassa perde i mannari fetish! Roba d’ alta classe in confronto, alto cinema, caspiterina!
Anche io apprezzo molto Joe Dante anche se L’ululato non l’ho visto. Lo stesso dicasi per La seconda guerra civile americana che ho sul pc da secoli ma non riesco mai a trovare l’occasione giusta per guardare. Adesso che mi dici così mi ci metto d’impegno, giuro!
Comunque i migliori film sui lupi mannari per me sono i già citati Dog Soldier e Un lupo mannaro americano a Londra. Due generi diversi ma due pietre miliari, a mio parere.
Dog Soldiers è di Neil Marshall, Neil Marshall non sbaglia mai un film, ergo Dog Soldiers è un gran film 😀 ecco che divento poco obiettiva e scandalosamente di parte 😀
La seconda guerra civile americana potrebbe piacerti molto. E’ un film cattivissimo, ma leggero, pieno di classe e di malinconia. Un Dante al suo meglio.
e infatti fra i mille pregi che abbiamo noi occhialuti c’è pure la licantropia.Che così se puede menar il tamarro di turno.Quante ne avrei da raccontare,ma questa è un’altra storia.
Ero del tutto ignaro di codesto remake,davvero una cazzata atroce quanto pare.
Mostra anche la mentalità assolutamente reazionaria e piccolo borghese che infesta il cinema horror odierno.Si perchè mentre Dante mette in mostra il crollo della società attraverso la colonia di lupi mannari e un finale che dire splendido è poco,questi ci ammorbano con il lupacchiotto bbono e la bella.
Mio dio,che insulsa scempiaggine.
Il masochismo è una materia assai interessante,ma tu stai ad esagerà fijia mia!^_^
ps:voglia di vincere era carino assai,almeno me lo rammento accusì
Lo sapevo che voi occhialuti avevate qualcosa da nascondere!
Ma questi non hanno capito un cazzo, né di licantropia, né (figuriamoci) di Joe Dante.
E comunque sì, sto decisamente esagerando. Devo passare a qualcosa di bello, e pure subito
concordo su La seconda guerra civile americana.Film che spesso non cito perchè quanto pare è stato poco considerato da noi,ma è una splendida lezione di cinema e di politica.
Ti posso suggerire Il segreto di vera drake.come bel film?A me piace assai.Oppure Goodbye Lenin.Oh,se non li hai visti te li consiglio,non sono horror,ma grandi film
ps:clarke kent era occhialuto,quindi noi semo tutti amichi de supermanne!
E’ vero, Clark Kent, principe degli occhialuti, il cui occhialutismo è però solo un abile travestimento 😀
Sì, sì, li ho visti entrambi 😀 Io parlo solo di horror, ma non guardo solo horror 😉
tutti noi occhialuti siamo travestiti da tali,mica è una parte fissa del corpo l’occhiale,ogni tanto li togliamo e allora diventiamo tutti strafighissimi…nei filmz succede sempre!^_^
Non metto in dubbio la tua faccoltà di comprendere e amare altro tipo di cinema,come hai mostrato anche nell’ultima mail
Un top five western,però non sarebbe male eh?^_^
ps:altro remake che ho rivisto di recente quella cazzatona tratta dal capolavoro Hitcher
Ammetto con gran vergogna di non aver mai visto l´originale. Spero che questo post mi dia la spinta per farlo finalmente!
PS. ottimo blog!!!
Grazie e benvenuta 🙂
L’ originale lo consiglierei a chiunque. Se ci riesci, recuperalo e non te ne pentirai. Ma, mi raccomando, tieniti a distanza di sicurezza da questo sequel!
Io l’originale l’ho visto eccome, e le sue trasformazioni sono inquietanti ancora oggi (mi ricordo quella di Robert Picardo)…altra stroncatura eccellente, Lucia, il mio omonimo (regista) Giuseppe Dante 😀 ne sarebbe fiero…ma potrebbe piacere anche a Landis e Jordan (In Compagnia dei Lupi era una favola nera molto ben riuscita, mi viene in mente la sequenza in cui l’uomo lupo “cambia” pelle…) il modo in cui difendi i loro licantropi da queste fottute sottoimitazioni 😉
Sottoimitazioni scadute, aggiungerei che davvero, per fortuna, questa roba è solo per l’ home video. L’ uscita in sala sarebbe stata sacrilega. 😀
Grazie Giuseppe!
ieri ho rivisto questo immenso capolavoro
http://lospettatoreindisciplinato.blogspot.com/2012/01/cruising-di-william-friedkin.html
l’hai mai visto?Splendida lezione di cinema,altro che…spewro non facciano nessun remake di questo piccolo capolavoro
A parte il film, che non ho visto e che mi attira come una supposta di carta vetrata, fai bene a sottolineare quanto il licantropo sia in assoluto il mostro più anti-cinematografico mai esistito. Non che ci abbiamo provato davvero, a renderlo credibile.
Tu citi Dog Soldiers, che è forse l’ultimo film sui mannari che ricordo con piacere. Poi qualcosa degli anni ’80, null’altro.
Riproporre L’Ululato con le caretteristiche che descrivi nella recensione vuol dire non aveva una mazzafionda di idea migliore. Non dico ex novo, ma nemmeno da riciclare
Leggendo poi le colossali incongruenze della trama, beh, c’è da mettersi il cuore in pace: oramai ci credono degli spettatori completamente lobotomizzati.
Ma infatti questo film è una supposta di carta vetrata 😀 ho ancora un certo dolorino…
E’ difficilissimo rendere credibili i licantropi al cinema. Però, se non l’ hai visto, fai un tentativo con Ginger Snaps che almeno ci prova seriamente.
Ci prendono per scemi. Ma scemi non siamo e li bastoniamo, per quel che vale…
ma quello è l’Alberto Stasi
L’ occhialuto?
yeppi
Non avevo notato lo somiglianza… magari proprio lui
Eccomi! Finalmente, dopo il malditesta causatomi da tusaicosa³.
Dunque, no. Non lo guarderò mai (gne gne gne). Tanto più che per disintossicarmi ho ripreso Jordan, che è soave.
Eh, già, servivano proprio gli adolescenti per rinverdire il cinema sui licantropi, come no?
Senti, ma di che stiamo parlando? Guardiamo altro che è meglio.
Bell’articolo… ❤
Che dici, lo tengo ancora l'avatar di Babbo Natale? 😀
Erano INDISPENSABILI, checcavolo! Non si poteva vivere senza. Vero che una bellezza il film di Jordan? A volte lo gne gne gne ci salva la vita. Tienilo fino a stasera e poi mettigli la sciarpa 😀
“Ogni generazione ha i mostri che si merita.” Ti assicuro che è la cosa più saggia ed rappresentativa dell’attuale situazione horror che abbia mai sentito da almeno due anni a questa parte. Complimenti davvero!
Grazie! 😀
Hanno voluto i vampiri sbriluccicosi e i licantropi con gli occhiali? Se li tenessero stretti e forte forte. Noi cerchiamo solo di ricordarci che un tempo non era così…