Nuovi Incubi Halloween Challenge Day 3: Totally Killer

Regia – Nahnatchka Khan (2023)

Il secondo giorno della challenge era dedicato a Roger Corman, e io già sono in affanno, quindi sono andata sul sicuro, ovvero House of Usher (in italiano, I Vivi e i Morti), di cui avevo già parlato qui un po’ di tempo fa.
Il day 3 invece è proprio roba mia, perché richiede la visione di uno slasher, ma è anche una missione impossibile: vanne a trovare uno di cui non è mai stata fatta menzione su queste pagine. Paradossalmente, mi è venuto in soccorso l’anno peggiore della mia vita, il 2023, così turbolento da farmi perdere per strada una discreta quantità di titoli, tra cui Totally Killer, slasher comedy arrivata su Prime di questo periodo due anni fa esatti, e mai apparsa sugli schermi della vostra affezionatissima. Oltre al disastro della mia esistenza quotidiana, a tenermi lontana da Totally Killer era stata anche una certa diffidenza nei suoi confronti, perché insomma, lo slasher con i viaggi nel tempo ce lo avevamo già ed era bellissimo.
Sbagliavo, tuttavia, a non fidarmi di Jason Blum, produttore sia di Happy Death Day sia di Totally Killer, perché questo film è una delizia.

Se, sulla carta, il paragone con Happy Death Day viene spontaneo, nella pratica, i due film non hanno nulla in comune, a parte il concetto base di mescolare la fantascienza basata sui paradossi temporali con la struttura classica dello slasher, e anche qui, c’è da fare una distinzione importante: Happy Death Day replicava lo schema di Groundhog Day, mentre il modello di riferimento di Totally Killer è Ritorno al Futuro, e la cosa è dichiarata più volte dagli stessi dialoghi. Ci troviamo quindi in due categorie molto diverse, e ciò senza togliere nulla al film di Landon che ha sicuramente fatto scuola.
Totally Killer si apre nella notte di Halloween del 2022, quando un assassino mascherato, responsabile dell’omicidio di tre studentesse nel 1987, torna per finire il lavoro e uccidere Pam (Julie Bowen). Sua figlia Jamie (Kiernan Shipka), grazie all’aiuto della sua migliore amica, scienziata pazza in erba, viaggia nel tempo per andare a fermare lo Sweet 16 Killer trentacinque anni prima e impedire così la morte della madre.
Le dinamiche attraverso cui avviene questo viaggio nel passato sono troppo arzigogolate per riassumerle in un post, e non rappresentano neppure il punto di interesse principale del film, che tratta con molta perizia tutta la questione dei paradossi temporali e delle regole da seguire per non fare troppi danni, ma la usa come sfondo per una classica commedia da pesce fuor d’acqua, quelle in cui il personaggio principale si ritrova a operare in un ambiente che gli è molto distante, dovendo fingere di appartenervi. Anche Ritorno a Futuro rientra nella categoria.

Jamie infatti viene catapultata in un periodo storico con dei valori e delle consuetudini che oggi sono considerati non solo obsoleti, ma del tutto inappropriati, quando non pericolosi. Gran parte degli elementi comici derivano proprio da questo conflitto culturale e generazionale tra Jamie e lo scorcio di anni ’80 che, suo malgrado, è costretta ad attraversare per tentare di salvare sua madre e le sue amiche: donne che fumano in macchina con i figli a bordo, misure di sicurezza a scuola inesistenti, modi di dire sessisti e razzisti comunemente accettati senza battere ciglio e, in generale, una maggiore crudeltà e indifferenza nei confronti del prossimo, una plateale scorrettezza cui Jamie non è abituata. L’effetto è molto simile a quello di The Final Girls, film cui Totally Killer deve molto più che a Happy Death Day, e per tantissime ragioni. 
A volte, come nell’esilarante sequenza in palestra, girata come una scena di guerra, il contrasto tra la mentalità contemporanea e quella degli adolescenti del XX secolo è davvero efficace; altre gira un po’ a vuoto e, dopo un po’, diventa ripetitivo, ma è sempre salvato all’ultimo dalla bravura delle interpreti, la già citata Shipka e Olivia Holt, che interpreta Pam da giovane. A loro si aggiunge un’ottima Troy Leigh-Anne Johnson da tenere d’occhio per le scream queen del futuro.

Un’altra cosa che accomuna Totally Killer a The Final Girls è la relazione tra Jamie e sua madre Pam, dato che in entrambi i casi le due protagoniste hanno a che fare con una versione più giovane della loro madre, fittizia nel film del 2015, reale in questo.
Qui la Pam adolescente rappresenta un ennesimo shock per Jamie, perché è una persona molto diversa da quella che lei ha conosciuto. Pam è infatti una tipica ragazza popolare da liceo americano, con tutto il carico di cattiveria e bullismo che tale posizione sociale si porta dietro. Reginetta della scuola, capo di un gruppo di “mean girls” soprannominate le Molly a causa dell’ossessione condivisa per Molly Ringwald, spietata con chiunque si situi sui gradini più bassi della catena alimentare delle superiori, Pam è un prototipo che al cinema abbiamo visto decine di volte e che in Totally Killer assume uno spessore inedito proprio in virtù della sua controparte adulta, dell’immagine che di lei ha Jamie e della stridente contraddizione tra la Pam del passato e quella del presente.
Certo, Totally Killer non ha la profondità di The Final Girl, altrimenti staremmo parlando di tutt’altra specie di film, ma si porta comunque a casa questo rapporto madre/figlia con un certo grado di tenerezza e, soprattutto, ci consegna il ritratto di una giovane donna che riesce a sbarazzarsi di tutta una serie di pregiudizi e schemi comportamentali imposti dal suo ruolo e a maturare, senza tuttavia snaturarsi. 

Veniamo ora alla parte horror del film, che è quella per cui siamo qui riuniti: è molto più spiccata rispetto ad altri film che possono rientrare nella sua stessa categoria. Gli omicidi sono feroci, violenti, il sangue non manca e Nahnatchka Khan, qui alla sua prima esperienza con il genere, mostra di conoscere molto bene il linguaggio dello slasher post Scream, citazioni e ammiccamenti vari compresi, ma anche di avere una propria visione e una propria identità. 
Certo che Totally Killer è derivativo, è la sua natura, la sua ragion d’essere: esiste perché ogni elemento che lo compone sia altamente riconoscibile. Eppure Khan ci mette quel paio di dettagli estetici interessantissimi, come il luna park in cui hanno luogo tutti i momenti salienti del suo film: ne abbiamo una versione presente, del 2022, abbandonata, in disuso e sinistra, e una passata del 1987, quando era la principale attrazione locale ed era al massimo del suo splendore. È un’ambientazione efficace in entrambi i casi, ma soprattutto è la perfetta carina tornasole per il trascorrere del tempo. È la prima cosa che Jamie vede del 1987, e il modo in cui è orchestrato l’arrivo della protagonista negli anni ’80, tutto giocato sulla trasformazione delle giostre, sul cambio dei costumi, sul passaggio da un posto deserto e abbandonato a uno che brulica di rumori e vita, è una piccola perla di racconto per immagini.

C’è una grandissima attenzione al reparto costumi, trucco e acconciature, com’è giusto che sia, ma si tratta di un lavoro molto sobrio, che non estremizza il look anni ’80 così come siamo avvezzi a percepirlo: si va sempre di sottigliezze, di piccoli dettagli che caratterizzano i personaggi. Non è la parodia di un ballo in maschera a tema anni ’80, sono gli anni ’80 così come chi li ha vissuti li ricorda, giusto con qualche tocco di glamour in più, perché di una commedia si tratta, e il cinema si prende le sue licenze poetiche.
Insomma, credevo di passare un centinaio di minuti con uno slasher scemotto, e invece ho un nuovo comfort movie per i momenti cupi. Rimpiango di non averlo visto prima, ma non è mai troppo tardi per rimediare ai propri errori. 

7 commenti

  1. Avatar di Fabio

    Sera Lucia,allora,ieri per la challenge dedicata a Corman,ho optato per un film non diretto ma prodotto da lui,amano l’horror sci-fi ho scelto “Galaxy Of Terror” del 1981.Per la challenge di oggi invece,ho scelto “Wilderness” del 2006 di M.J.Bassett,tanta bella roba!.

    1. Avatar di Lucia

      Molto belli entrambi! Wilderness non lo rivedo da secoli

  2. Avatar di Frank La Strega

    Film carinissimo!🙂

    Per il day 3 ripropongo “My Soul To Take” ma, per non essere noioso, anche il nuovo “Night of the Reaper” (che ho apprezzato).

    1. Avatar di Lucia

      Non è dispiaciuto neppure a me. In caso ci farò una pillola una volta finita la challenge!

  3. Avatar di Giuseppe
    Giuseppe · · Rispondi

    Il mio Corman di ieri? La maschera della Morte Rossa, che lo si rivede sempre con piacere 😉 Per la challenge di oggi potrebbe andar bene In a Violent Nature (ma anche il tuo titolo mi pare assai intrigante)…

    1. Avatar di Giuseppe
      Giuseppe · · Rispondi

      Ecco, ho detto “di oggi” nel post di ieri… Niente, son proprio fuori fase (sarà l’età) 😌

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