di J. Tangerine (Mamma Edizioni – pgg 320 – Euro 9,80)
Qualche mese fa vi avevo segnalato l’uscita di questo libro. Con colpevole ritardo, sono riuscita a leggerlo e finalmente a trovare il tempo per un articolo come Cthulhu comanda. Prima di cominciare, e a scanso di equivoci, dico subito che Giusy De Nicolo, l’autrice che si nasconde dietro lo pseudonimo di J. Tangerine è un’amica e quindi ci risiamo coi bonifici faraonici diretti sul mio conto corrente. Anzi, vi dico subito che posso fornirvi l’IBAN in privato. Fatte le dovute premesse, sapete tutti che io su questo blog parlo raramente di libri. Leggo tanto, ma evito di scrivere a proposito di letteratura, perché non credo di avere gli strumenti culturali per affrontare un discorso così complesso. Quindi cerco di parlarne solo quando sono del tutto certa di sapere cosa sto dicendo e di non sproloquiare a vuoto. Non recensisco (anche se recensione è una parola grossa) il libro di J. Tangerine a richiesta, lo faccio perché ci ho visto dentro tutta una serie di cose che mi hanno fatto riflettere e perché si tratta di un ottimo romanzo di intrattenimento che non rinuncia un solo istante all’intelligenza e che chiede al lettore non solo di girare pagina per vedere cosa succede dopo, ma anche di impegnarsi a capire le motivazioni dei personaggi, i loro conflitti e i loro drammi. Il tutto però accompagnato da ironia e leggerezza. Insomma, Apocalypse Kebab è un libro di genere, come piace a me, un libro che non si vergogna di essere di genere (e mi piace ancora di più), ma che fa ciò che il genere dovrebbe sempre fare: andare a fondo, non rinunciare a scavare. Non parlo di metaforoni o pippe pseudofilosofiche. Parlo di narrazione.
L’ apocalisse, lo sapete tutti, è un tema affascinante. Nel caso di questo romanzo ci troviamo di fronte alla minaccia della fine del mondo. Minaccia che deve essere sventata da un gruppo di spiantati e disadattati definiti Column. Ci troviamo a Praga, dove la nostra protagonista, Alexandra, consegna kebab a bordo di uno scooter scassato. Alexandra è una Column, possiede cioè una sensibilità particolare che le permette di individuare l’intrusione nella nostra realtà di esseri soprannaturali, gli Esterni. Quando nel centro di Praga si spalanca una voragine e per poco Alexandra non ci finisce dentro, la ragazza si accorge di avere a che fare con delle forze molto più potenti e incontrollabili rispetto a quelle contro cui è abituata a combattere. E che la fine di ogni cosa è alle porte.
J. Tangerine si districa attraverso una serie di personaggi quasi tutti sopra le righe e fortemente caratterizzati da un’esistenza difficile e segnata dall’emarginazione sociale. Anzi, è proprio la condizione di outsider a conferire ai Column le loro capacità e i loro poteri. Oltre ad Alexandra, ex tossicodipendente, abbiamo un bel campionario di individui problematici e rifiuti umani assortiti. Caratteri di contorno, certo, ché Apocalypse Kebab è Alexandra e sulla sua figura si regge interamente. Ma l’autrice sta sempre attenta a non renderli delle semplici macchiette, ma a dotare ognuno di loro, anche i “cattivi”, di spessore e di ottime ragioni per agire. In questo modo, l’universo che ruota intorno ad Alexandra è vivo e reale. E non c’è niente di meglio che raccontare una storia di sfrenata fantasia inserendola in un contesto del tutto plausibile e facendo entrare il lettore in contatto con personaggi che potrebbero essere veri, proprio perché pieni di difetti, di piccole meschinità e di paure. Ma anche capaci di atti di coraggio eroici, compiuti per salvare un mondo che li ha sempre esclusi.
La minaccia soprannaturale che rischia di mettere fine all’umanità intera è costituita dall’Arconte Tamel, un essere potentissimo, di cui Alexandra percepisce un’aura enorme, mostruosa, tentacolare. Solo che in realtà, questo orrendo e invincibile nemico è un ragazzo esile e dal volto angelico. E tanto, tanto infelice. Anche lui. Anche lui un outsider, anche lui solo, anche lui, in un certo senso, un reietto che conosce una sola cosa nella sua esistenza: il dovere. Un dovere portato fino al parossismo, unica dimensione di una vita che non ha mai avuto altro significato. Ed è nell’incontro e scontro tra i due personaggi, Tamel da un lato e Alexandra dall’altro, che Apocalypse Kebab, al di là della sua natura di romanzo di genere e di intrattenimento, si permette una riflessione per niente scontata sul senso del dovere. Perché entrambi i personaggi si muovono all’interno di un contesto in cui il loro dovere li identifica e li rende ciò che sono, ed entrambi i personaggi saranno obbligati a confrontarsi con i loro doveri e addirittura a farne a meno. Alexandra che al dovere è refrattaria e ha un temperamento ribelle, troverà un riscatto insperato attraverso il dovere, mentre Tamel sarà obbligato a trovare un’altra strada rispetto a quella, apparentemente semplice, di dover compiere il proprio dovere a ogni costo. E che questo dovere contempli la salvezza del mondo o la sua distruzione, non è poi così importante e non fa poi una grossa differenza.
Apocalypse Kebab si legge rapidamente, in due o tre giorni. Ha un ritmo molto elevato, tra mazzate, esplosioni, militari imbecilli, botte da orbi a colpi di arti marziali e svolte inaspettate nella trama. J. Tangerine scrive mantenendosi sempre in bilico tra la tragedia e la farsa. E capita spesso di scoppiare a ridere in mezzo a una situazione disperata, o di ricevere una botta di commozione nel bel mezzo di una scena divertente. Nelle ultime pagine inizia una cavalcata furiosa verso la conclusione in cui diventa impossibile interrompere la lettura. Affezionarsi a un personaggio spezzato come Alexandra è molto facile e volerle bene diventa un processo naturale. Stessa cosa per Tamel che, a differenza di molti caratteri maschili in certa letteratura di genere, è tutto tranne che un eroe messo lì per far sbavare le ragazzine. Che siano esseri soprannaturali o persone quasi normali dotate di poteri fuori del comune, tutti i personaggi di Apocalypse Kebab sono una banda di reietti a cui non affiderei neanche le chiavi del lucchetto della mia bici. Ma forse il destino del mondo, quello sì, ché solo chi conosce il dolore profondo derivante da un’estraneità irriducibile nei confronti del prossimo può avere la forza di sacrificarsi per dargli una speranza di salvezza.
Qui il link per acquistare il libro.
E qui qualche notizia in più su romanzo e autrice.
Quindo tu lo consigli ad un appssionato di narrativa apocalittica?
Certamente. E’ un romanzo davvero divertente, anche se atipico nel suo genere. Non tanto apocalittico, quando basato sull’attesa e sul tentativo di sventare un’apocalisse imminente
Michia, bellissima recensione.
Grazie! E benvenuta da queste parti!
molto interessante.Lo si può richiedere all’autrice o alla casa editrice,per avere di queste informazioni mi sai dare un link ,oppure scrivimi in pvt che ne so..che lo voglio.Aiutiamo i giovani e le giovani scrittrici dai!
ciao e buona domenica
Compagno, lei non legge bene, il link per acquistare il libro sta proprio in fondo al post 😀
hai ragione eh!D’altronde che occhialuto sarei se ci vedessi bene?Sopratutto devo piantarla di leggerti in edicola con i clienti che vanno e vengono,ma forse è proprio per questo che reputo i tuoi scritti geniali!^_^No,scherzo,scherzo..si ho visto e preso appunti.Dai ,prima devo finire di leggere i libri che ho preso ,in biblioteca di virginia woolf e poi prenderemo anche questo.
Ciao e domani preparati all’Apocalypse inter eh!^_^
Splendida recensione, mi sa che devo procurarmelo appena possibile 😀
Evvabbene… mettiamolo nella luuuunga reading list…
Consiglio la lettura di :
http://outbreakzone.blogspot.it/p/fumetto-outbreak.html
http://outbreakzone.blogspot.it/p/refusi-di-produzione.html
Sono quasi tentato di acquistarne la versione cartacea della prima stagione.