Seconds Apart

Regia – Antonio Negret (2011)

Ah, il caro vecchio tema del doppio, così abusato, così affascinante se affrontato nel modo giusto, così banale e da martellate sulle palle se affrontato nel modo sbagliato. Certo che bisogna avere una certa dose di coraggio per parlare ancora di gemelli perfidi (o quantomeno problematici) dopo che la faccenda ci è stata proposta in tutte le salse. Soprattutto dopo che la parola definitiva sull’ argomento è già stata detta più di venti anni fa. Ma Negret non è proprio l’ ultimo dei cretini e riesce a dire la sua in maniera dignitosa, anche se inciampa in una sottotrama farraginosa e banale, che non aggiunge nulla, e anzi toglie qualcosa, a un prodotto che si mantiene nei binari di un solido ed efficace intrattenimento, con dei picchi perturbanti che avrebbero potuto farlo diventare un piccolo gioiello.

Seth e Jonah (intepretati dai fratelli Entin) sono due gemelli dotati di capacità telecinetiche e di controllo mentale. I loro poteri si scatenano solo quando i due ragazzi sono insieme e a contatto fisico l’ uno con l’ altro. Armati di telecamera, si dedicano insieme a un “progetto” le cui finalità saranno svelate solo nell’ ultima inquadratura del film. Il progetto consiste nell’ indurre al suicidio una serie di persone, sfruttando le loro paure e i loro traumi più nascosti. Queste morti misteriose fanno nascere nel detective Lampkin (Orlando Jones) dei forti sospetti nei  confronti di Seth e Jonah.

Seconds Apart comincia alla grande: una festa di liceali in cui, contrariamente a quello a cui siamo abituati, non ci sono giovani sgualdrine che si spogliano e si lanciano in vasche piene di bolle, non ci sono adolescenti palestrati e sbronzi che palpeggiano tette siliconate e non c’è neanche una musica troppo fastidiosa. Si respira subito un’ aria di realismo e la volontà di dipingere in maniera diversa dal solito l’ ambiente scolastico.  L’ irrompere dell’ irrazionale in questo quadro di assoluta normalità avviene con calma, senza strepiti e senza cesure nette. Una conversazione tra amici si trasforma in una roulette russa, una telecamera riprende ciò che accade. Dei giovani atleti si puntano la pistola alle tempie, continuando con tranquillità a parlare di sesso, a ridere, a scherzare, anche quando il sangue e la materia cerebrale inizia a schizzare sui muri. Come se nulla fosse. Un incipit efficace, che rinuncia a presentarci i protagonisti per mostrarci subito i terribili effetti dei loro poteri. Solo dopo questa strage faremo la conoscenza di Seth e Jonah: con poche, lente e morbide inquadrature, Negret ci fa entrare nella loro grande casa, ci fa vedere i loro genitori, le loro abitudini. Ci spiega il rapporto tra i due quasi senza nessun dialogo, solo attraverso i gesti quotidiani (l’ iniezione per il diabete, la colazione insieme, il montaggio video del “progetto”), in un universo in cui aberrazione, affetto e buone maniere camminano a braccetto, sfumano gli uni negli altri causando un corto circuito straniante e gelido.

E proprio quando vogliamo saperne di più su questi due strani ragazzi, quando tutto il nostro interesse è calamitato sulla loro relazione e sugli sviluppi e le conseguenze che questa avrà, la sceneggiatura fa una brusca deviazione e decide di approfondire la storia del detective. Pessima mossa. Abbandoniamo i gemelli per spostarci sul solito poliziotto che ha perso la moglie, non ha fatto in tempo a salvarla da un incendio e quindi è alcolizzato e sempre in bilico tra malinconia e disperazione. Orlando Jones è anche bravo, ma un personaggio così non è altro che un cliché che si muove sullo schermo e che commette il delitto irreparabile di ammazzare il ritmo del film. In questo modo, viene sottratto spazio vitale all’ emergere dell’ individualità nei due gemelli, i cui conflitti e seguente rottura risultano troppo repentini e forzati, mentre passano minuti preziosi in inutili e reiterati flashback incentrati sul passato del detective.

sì, i traumi del mio passato tornano a prendermi per il collo

Sembra quasi che il film debba pagare un pedaggio per la presenza dell’ unico volto semi-noto del cast e si cerchi in tutti i modi di dare spessore a un personaggio il cui unico compito dovrebbe essere quello di compiere indagini sui gemelli. E si riesce anche ad andare a discapito delle indagini stesse, col risultato che il detective capisce tutto dopo circa quaranta secondi di riflessione. E’ ovvio: eravamo talmente presi a farlo svegliare ogni mattina sotto le pale di un ventilatore, dopo lo stesso incubo di cui non ce ne frega niente, che non siamo stati in grado di costruire una cazzo di storia investigativa decente. E così le cose accadono per caso, o grazie a stati di allucinazione indotti che nulla hanno a che vedere con i poteri dei due fratellini. Tutto il fascino del film va a farsi benedire e ci si ritrova a guardare l’ orologio  e a sperare che Seth e Jonah tornino sulla scena al più presto, perchè della moglie e delle ustioni di questo tizio, davvero, grazie, non ci interessa punto.

Peccato, perchè c’è un filmato che riguarda l’ infanzia dei fratellini che ancora mi tormenta, ci sono dei ricordi a proposito di una babysitter molto sfortunata che fanno seriamente male, c’ è un sottilissimo verme bianco che regala uno dei momenti di gore più fastidiosi e deliranti a cui mi sia mai capitato di assistere e, soprattutto, c’è il rapporto dei due gemelli con i loro genitori che (quello sì) andava sviscerato a fondo, mentre viene messo da parte e quasi dimenticato. E ci si ritrova, attoniti, a guardare un poliziotto che va a piangere sulla tomba della moglie mentre si attacca alla fiaschetta di liquore. E ‘sti cazzi no?

Data la qualità infima dei prodotti After Dark di questo 2011, direi che comunque ci si può accontentare e che una visione di sfuggita questo Seconds Apart la vale, fosse solo per l’ eleganza delle scelte registiche di Negret, in alcuni casi davvero notevoli.

20 commenti

  1. cutter · ·

    gran bella rece.
    tuttavia, dead ringers non è proprio il mio film prediletto sul tema del “gemello” (non tanto del doppio), nè uno dei più riusciti del maestro. sarà che geremia ferri mi sta sui maroni. two sisters invece, ho ancora i brividi (ma il paragone è da sbellicarsi dai).
    anche se ormai il j-horror (in questo caso però è coreano), ha dato.
    (oddio, ci ha provato anche miike col suo episodio di three extremes, ma ha parzialmente fallito).

    1. Ecco, Two sisters è uno di quei film che ha sempre il potere di farmi sentire a disagio. Un vero capolavoro. Però non credo possa costituire un modello di riferimento per l’ horror americano. Troppo profondo e troppo complesso e stratificato. A me ha ricordato quasi una tragedia greca, nel suo incedere lento e implacabile. Ovviamente non ho visto, nè mai avrò il coraggio di vedere il remake. Sarebbe un colpo al cuore.

  2. cutter · ·

    remake? non ci posso credere. perchè non si impiccano con le loro budella?

    a proposito di Kim Ji-woon, il suo recente i saw the devil non è male, a tratti addirittura epico.
    e poi c’è Min-sik Choi..

    1. I Saw The devil è bello pronto. Devo solo trovare la serata adatta per vederlo!
      Per quanto riguarda il remake
      http://www.imdb.com/title/tt0815245/
      stai pronto a strapparti gli occhi

      1. cutter · ·

        oh lord ho visto il trailer (italiano per giunta).
        dal capo elettricista de “l’ammazzatore”..

        si evince chiaramente la portata del fail.

        unica cosa degna di nota è la presenza di Elizabeth Banks che in Slither mi era garbata tanto (come gnocca).

  3. Grande rece! Avevo già letto più o meno sulla stessa linea da un’altra parte però, sono sincero, lo vedrò perché mi mette una certa curiosità.
    Porca miseria! Mi hai fatto ricordare “ciusister”… non me lo ricordo più, adesso recupero anche coesso 😉 (l’originale chiaramente…)
    E naturalmente grazie anche a cutter perché mi stavo per perdere anche ISTD…
    Madò, che casino sto periodo.

    1. E a proposito di te, Eddy! ma a quando una bella, nuova recInZione?

    2. cutter · ·

      istd è un buon film, se non fai caso al manierismo che trabocca da ogni inquadratura; comunque kim è un regista di talento (escludendo l’immonda bestemmia di a bittersweet life).

      😉

  4. Guarda, ce l’ho sopra la scrivania (virtuale, chiaro ;)) e non ho tempo di rivederla… bestemmie…

  5. belushi · ·

    Non l’ho ancora visto.Gli ho preferito un’altra vaccata dell’After Dark, “Fertile Ground” di Adam Gierasch. No comment. Però questo non lo hai massacrato, quindi lo vedrò sicuramente. Da quello che vedo, i due gemelli hanno una gran faccia da cazzo.Va bè,mi ritiro. Sempre brava, ti mando un grande saluto.Ciao Lucia!

    1. E’ proprio la faccia da cazzo che li rende così fascinosi. Fertile Ground è il prossimo. Tra stasera e domani lo guardo, così ti dico. C’è un’ attrice che mi interessa in quel film e mi dispiace se è un cagatone!

  6. Mi ricollego a quanto scritto sopra,The Uninvited (remake di Two sisters)non è poi così malaccio,provate a dargli un’occhiata e fate sapere ;).Ovviamente è mooooolto semplificato e adeguato ai gusti,soprattutto adolescenziali,del pubblico occidentale.Però tutto sommato scorre senza far troppi danni.
    Sarà che mi aspettavo una cagata di mastondontiche proporzioni ,per cui trovandomi dinnanzi a un prodotto tutto sommato meno scemo della media dei remake americani sono rimasto favorevolmente colpito.Intendiamoci però,non è un capolavoro e non si avvicina minimamente al lavoro di Kim Ji-Woon.
    Per il resto ottima rece (come al solito del resto),”Seconds Apart” non mi attrae moltissimo anche se l’incipit e le scene che menzioni mi inducono a dargli uno sguardo.

    1. cutter · ·

      certo che però riescon sempre a stravolgere gli incipit originali ficcandoci dentro die hard..
      però devo superare la mia idiosincrasia per i remake dall’oriente (e per i remake in generale): finora mi è piaciuto solo ringu (ma preferisco l’originale)..

  7. questo mi incuriosisce alquanto…

  8. Concordo con la recensione di un film di cui ho parlato anch’io nel mio blog. Le sequenze del video sugli esperimenti di Jonah e Seth da piccoli, la babysitter e infine il verme bianco che fuoriesce dal polpaccio del direttore della scuola, hanno impressionato anche me. Mi diceva Eddy che ti è piaciuto “The Ward” di Carpenter, che invece mi ha molto deluso. Dove posso leggere una tua recensione, qui? Un caro saluto. Angelo.

  9. Post Scriptum: mi sono permesso di inserirti nei miei link preferenziali 🙂

    1. Ne sono orgogliosa e ricambio molto volentieri!
      Purtroppo non ho ancora scritto una recensione per The Ward. Lo farò a breve. E’ sicuramente un film con dei limiti e chiaramente girato su commissione, ma mi ha conquistato da un punto di vista estetico, pur riconoscendo i difetti di una sceneggiatura superficiale e derivativa.

  10. Simone Radice · ·

    Invece questo film si distacca e di molte lunghezze dalla (mesta) media americana degli ultimi tempi…Una trama finalmente “colta”, e due figure che per una volta non sono interamente cattive, detestabili. Perché i due gemelli in fondo sono vittime, non solo carnefici. Bloom dal canto suo rende più che degnamente la figura del detective tormentato in cerca dell’ultimo riscatto “in extremis”. Giocata benissimo poi la parte del rapporto Genitori/Figli…Due genitori più inquietanti degli stessi pargoli, e che solo negli ultimi 10 minuti sveleranno anch’essi il segreto di tanta “meccanicità”, nei dialoghi e nel comportamento. Ottima infine la fotografia, la colonna sonora e i moviment di macchina..Ci sono scene che sconfinano nella Science Fiction ed effetti speciali molto curati. Trovo sia un prodotto che per trama, regia ed interpretazione stia in una “classe” a sé, dove oggi solo una manciata di pellicole gli fanno compagnia…

    Saluti

    1. Ma guarda, a parte il personaggio del detective, che a mio parere non fa altro che distoglierci dal motivo principale per cui stiamo guardando il film (i due gemelli e il rapporto con i genitori), è la cosa migliore che l’ after dark abbia partorito quest anno.
      Non ho mai scritto che è un brutto film, ho semplicemente detto che ha delle potenzialità enormi e che sono state in parte sciupate.
      Saluti anche a te

  11. L’ho appena finito di vedere, e devo dire che ho deciso di dargli una chance solo perché, prima di cercarlo, ho pensato bene di leggermi delle recensioni e ho scoperto che ne avevi scritta una tu, pure in gran parte positiva!
    Bel film, assai distante dalle becere produzioni dell’Afer Dark.
    Certo, come hai detto, c’è qualche lungaggine e ‘sto poliziotto c’entra poco o nulla con la parte interessante della trama, ma alcune immagini sono da pelle d’oca e i fratellini sono molto bravi e inquietanti!
    Sufficienza, anche di più, assicurata!