Nuovi Incubi Halloween Challenge Day 4: Together

Regia – Michael Shanks (2025)

La giornata di oggi ha in serbo, per i partecipanti alla challenge, un body horror, argomento vastissimo e già parzialmente toccato con Re-Animator.
Come sapete, ogni anno, cerco di inserire nella challenge una discreta quantità di film nuovi, quindi ne ho approfittato per vedere finalmente il chiacchieratissimo Together, che rientra appieno nella definizione di body horror (almeno sulla carta) ed esce in sala proprio al momento giusto.
Together è una fusione (scusate, non ho resistito) tra una commedia romantica e un horror sulle mutazioni del corpo umano, che forse non ha poi chiarissima la direzione da prendere: molto sbilanciato su un versante, più trattenuto sull’altro, l’esordiente Shanks ci presenta due fidanzati sull’orlo di una crisi di nervi e ci offre la soluzione (forse) per salvare un rapporto che sta per naufragare. Ma è davvero così?

Millie (Alison Brie) e Tim (Dave Franco) sono una coppia di lungo corso. Entrambi hanno passato da qualche tempo la trentina, lei è un’insegnante, lui un musicista senza grandi prospettive di carriera. Quando Millie trova un posto in una scuola fuori città (vedasi Bifolcolandia per indicazioni stradali), decidono di trasferirsi e cambiare vita, anche se Tim non è proprio convintissimo. Ma d’altronde, che altro può fare?
Una volta arrivati nella nuova casa, tra i due non fila proprio tutto liscio: scazzi, incomprensioni, lui che si sente prigioniero e non è in grado neanche di trovare la strada per il cesso da solo, lei che lo considera un po’ una palla al piede, certe dinamiche di dipendenza reciproca rese più evidenti dal trasferimento in campagna.
Durante un’escursione nei boschi vicino casa, i due scoprono (anzi, ci cadono dentro) una grotta e restano bloccati lì tutta la notte causa pioggia torrenziale. La mattina dopo, il corpo di Tim comincia a comportarsi in maniera strana, ad agire come se avesse una propria volontà, diversa da quella del suo proprietario, rendendolo incapace di allontanarsi da Millie anche se solo per poche ore.
Poi la situazione precipita, con gli effetti visibili a partire dalle varie locandine.

È molto interessante usare il body horror, inteso come fusione tra due corpi che decidono, in autonomia, di diventare una cosa sola, per raccontare un rapporto di coppia dalla natura quasi simbiotica, nel quale non si capisce dove cominci uno e dove finisca l’altra.
Fuor di metafora, Millie e Tim sono arrivati a un punto, nella loro relazione, in cui o compiono il passo definitivo (semplificato all’eccesso da una proposta di matrimonio) ed entrambi rinunciano a un pezzo di loro stessi e della loro identità, o si separano, con tutto il dolore che questo comporterebbe.
Dolore che, rientrando nella metafora, Shanks rende fisicamente esplicito: quando la forza di attrazione che li scaraventa l’una verso l’altro diventa irresistibile, parti dei loro corpi si uniscono e, per dividerle, bisogna ricorrere a degli espedienti molto drastici, come l’uso di un trapano, nella sequenza più estrema del film.
Insomma, mantenere ogni singolo tratto della propria individualità ha un prezzo, ma dall’altro lato c’è lo smarrimento del sé in un’entità unica, platonica, come ci viene ripetuto più volte nel corso del film, sia mai che non avessimo colto la citazione.

Come dicevo prima, Together è un film interessante, ma non mi ha entusiasmata più di tanto. Funziona molto più come commedia sentimentale che come body horror, settore in cui, a parte un paio di scene molto efficaci (in particolare per il lavoro sul suono), non spinge particolarmente sull’acceleratore dello schifo, come avrebbe benissimo potuto fare, date le premesse.
Un Henenlotter, con del materiale e con un budget simili, ci avrebbe fatto rimpiangere il giorno in cui siamo entrati in sala senza vomit bag; qui la cosa più ripugnante di tutto il film arriva proprio all’inizio, e non riguarda i protagonisti, ma due poveri cani (a proposito, saltate tutto il prologo, sino alla comparsa del titolo).
È anche normale: non è il body horror il perno del film, è la descrizione di un rapporto giunto a un bivio importante, e la ribellione dei corpi è soltanto un mezzo con cui arrivare a un fine.
Chiariamo: Together non è un cattivo esordio, e sono certa che sentiremo ancora parlare di Michael Shanks in futuro, perché gira molto bene, sa dirigere gli attori, ha una visione estetica lucidissima e sa pure scrivere, soprattutto i dialoghi.
Solo che, oltre a ribadire allo sfinimento il suo punto di partenza, combina poco altro, e manca di una vera e propria sostanza con cui rimpolpare la sua ossatura.
È un continuo reiterare la stessa situazione, fino a quando a Millie viene tolta la possibilità di scegliere, per poi chiudere con un finale frettoloso e ambiguo, non nel senso buono.

C’è tuttavia un aspetto del film molto riuscito e anche originale, ed è il suo tracimare in molte occasioni nei territori del folk horror.
Abbiamo infatti due personaggi caratterizzati come cittadini in ogni fibra del loro essere, anche abbastanza inadatti alla vita in un piccolo centro rurale: Millie è un po’ più adattabile, anche perché il suo lavoro la mette subito in contatto con la comunità; Tim sta sempre chiuso in casa e non interagisce con nessuno. La volta che tentano di esplorare i boschi nei dintorni, si perdono e finiscono così nella grotta in cui, evidentemente, risiede qualche forma di magia.
Ci si può fidare dei locali? Sono in qualche modo consapevoli di quello che sta succedendo? Ne sono addirittura coinvolti?
Senza fare spoiler, che il film è appena uscito da noi, siamo a un passo dai cultisti del “finché morte non ci separi”. Anzi, in questo caso, nemmeno la morte.
Quella di una specie di setta che venera l’annientamento del sé in favore di un’armonia e di una compenetrazione assoluta tra due persone, è l’idea più coraggiosa e spregiudicata del film.
Peccato che giunga a conclusioni che mi lasciano perplessa.

Perché, facendo un altro balzo all’esterno della metafora in cui Together è racchiuso, non so con esattezza se Together mi sta dicendo che è possibile trovare compiutezza e senso alla propria vita soltanto all’interno di un rapporto di coppia, o se sia tutta una gigantesca beffa, il ritratto di due personaggi così vuoti, così privi di direzione, da non poter desiderare niente altro che diventare una cosa sola. Ma questa descrizione si applica a Tim, non a Millie, e quindi, di cosa stiamo parlando? Chi è, tra i due, che rinuncia? Chi è tra i due che ci perde qualcosa?
A me non ha lasciato una bellissima sensazione, al netto di due attori eccellenti e con una chimica pazzesca (dovuta anche al fatto di stare insieme nella vita).
Ribadisco che Henenlotter, da un soggetto così, avrebbe estratto oro puro. Qui ci accontentiamo di una commedia con qualche citazione da Carpenter e una morale un po’ sordida.
Però magari è soltanto un problema mio e chi invece ha una relazione di lunga durata in corso o alle spalle, ha vissuto il film in maniera molto diversa
Fatemi sapere.

8 commenti

  1. Avatar di Fabio

    Giorno Lucia,il film che ho scelto per la challenge di oggi,mi regala sempre ottime soddisfazioni ogni volta che me lo rivedo,…ho scelto “CLOWN” di Jon Watts del 2014,cosa c’e’ di meglio di un body horror?..un body horror a tema pagliacci ovvio no?🤡

    1. Avatar di Lucia

      Clown stupendo e sottovalutato

      1. Avatar di alessio

        A breve sarà disponibile il film di Bertino ma al momento per me questo è il più bell’horror dell’anno. Un romance horror molto più centrato di – ad esempio – Significant Other; segue un direzione senza svolte improvvise e l’ambiguità non è data dai diversi registri che sceglie di inseguire ma nel messaggio; veramente ognuno può vederci quel che vuole. Disgustandomi molto il body horror mi è piaciuto parecchio che Shanks abbia centellinato le scene horror, sono poche ma indimenticabili: aveva in mente una pietanza con un ingrediente principale (il rapporto di coppia) e poi vi ha inserito quelle poche spezie per dare carattere e personalità al piatto. E poi quel finale è spiazzante, abituati a La Mosca o a The Substance quel finale è una scelta prima ancora che coerente coraggiosa ma non detto che sia anche confortante.

  2. Avatar di L

    A me è piaciuto. Forse anche perchè come dicevi tu il body horror è relegato ad una minima parte.

  3. Avatar di Giuseppe
    Giuseppe · · Rispondi

    Interessante ma non del tutto a fuoco questo Together, gli darò un’occhiata. Il mio body horror per oggi (stavolta è “oggi” sul serio 😋), rimanendo in tema di fusioni più o meno disgustose, è Society di Brian Yuzna…

  4. Avatar di Blissard
    Blissard · · Rispondi

    Perfettamente d’accordo col tuo giudizio: le idee ci sono, ma la piega che prendono è tutt’altro che soddisfacente. Poi l’immagine finale mi ha fatto venire il latte alle ginocchia

    1. Avatar di Lucia

      L’immagine finale avrebbe fatto piangere Stuart Gordon, che è peggio di fare piangere Gesù

  5. Avatar di Frank La Strega

    Sto finendo le opzioni per essere un po’ originale quindi… Magari condivido un film del cuore e, se ce l’ho, uno a tema ma meno scontato… 😅

    Quindi oggi dico “Cabal” (💓) e poi ho rispolverato “Denti” (“Teeth”)

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