Mi sono accorta di aver trascurato una grossa fascia di pubblico potenziale, fino a questo momento. Non è detto che tutti leggano narrativa. E, tra i vari titoli disponibili in ebook, sia autoprodotti, sia pubblicati con case editrici digitali, abbonda anche la saggistica. Sto scrivendo anche io un saggio, come sapete, ed è una faticaccia allucinante. È per questo che ci sto mettendo molto più tempo del previsto. Bisogna stare attentissimi a tutto ciò che si scrive, verificarlo centinaia di volte. Oltre a documentarsi che è la base del lavoro, ma non è proprio uno scherzo, soprattutto se ci si occupa di argomenti di nicchia. Sto cercando di tenere il conto dei film che ho visto da quando ho cominciato a scrivere e credo (perché poi il conto l’ho perso) di aver visionato qualcosa come duecento pellicole. E ancora non ho finito.
Quindi mi sembrava doveroso dare spazio nella mia rubrica mensile a quei colleghi che si sono sottoposti a questo divertentissimo (nessuno lo farebbe se non si divertisse) supplizio.
Essendo questo un blog che si occupa principalmente di fantastico, ho scelto una serie di libri orientati in quella direzione. E quindi avremo a che fare con fumetti, videogiochi, esseri artificiali, creature misteriose e animali esotici o estinti.
Cominciamo con un bel saggio fumettoso di Angelo “Sommobuta” Cavallaro. Credo che conosciate i suoi due ebook su One Piece. Adesso, io non ho mai letto neanche mezzo numero di One Piece. Eppure ho divorato i saggi scritti da Angelo, perché possono essere affrontati anche da chi è a digiuno della materia. Anzi, fanno venire voglia di mettere fine alla propria ignoranza e, finalmente, capirci qualcosa. Il motivo risiede soprattutto nella capacità dell’autore di non concentrarsi soltanto sull’opera oggetto del saggio, ma di analizzare l’intero universo che ruota intorno a quest’opera.
Tuttavia, oggi voglio parlarvi di Holly & Benji: Lo spokon che ha rivoluzionato il calcio, disponibile su Amazon a 2,99 euro.
L’approccio di Angelo al manga (e alla relativa serie davanti alla quale tutti più o meno siamo cresciuti) è sempre lo stesso: fornisce notizie interessanti sulla storia editoriale di Capitan Tsubasa, curiosità varie sul suo sviluppo creativo e commerciale, sul suo autore e sul momento storico in cui il manga è uscito, indispensabile per comprenderne appieno il successo interplanetario. Ma non si ferma qui e approfondisce l’influenza a lungo termine che Holly & Benji ha esercitato sul calcio giocato, contribuendo in maniera diretta alla nascita di carriere di alcuni tra i più famosi calciatori di ogni angolo del globo.
L’ebook si legge in un pomeriggio, è molto piacevole, estremamente competente e ben documentato. E, se amate non solo il fumetto, ma il calcio in generale, non potete lasciarvelo sfuggire.
Dai fumetti passiamo ai videogiochi e andiamo a sbirciare dietro le quinte di Fable. Pubblicato con la casa editrice 40k, Fable Revolution: Come una favola ha rivoluzionato i videgiochi, è la prima esperienza di Domenico Attianese (ha scritto altri ebook di narrativa di cui ci occuperemo in futuro) in ambito saggistico. È un testo breve, di appena una quarantina di pagine, che riesce a sviluppare in poco spazio una riflessione non banale sul controllo e il libero arbitrio in ambito videoludico, a partire proprio da Fable e relativi seguiti. Il termine “rivoluzione” nel titolo non è casuale: è infatti rivoluzionaria l’idea che le nostre scelte e la nostra etica possano determinare dei profondi cambiamenti all’interno comunque di un sistema predeterminato. Perché non va dimenticato l’aspetto fondamentale dell’illusorietà del tutto. Come forma narrativa, il videogioco è ancora quella che ci permette una libertà maggiore e ci dà l’impressione di essere noi a plasmare il mondo circostante. Noi a raccontare la nostra storia e a indirizzarla dove più ci piace. Il che ci mette di fronte a più di un dilemma di natura etica, mentre giochiamo. Ora, questo complesso sistema di controllo e predeterminazione può essere messo in pratica in maniere più o meno raffinate, più o meno riuscite. E il saggio di Domenico le analizza tutte e cerca anche di prevedere eventuali sviluppi futuri di una forma d’intrattenimento in costante crescita ed evoluzione.
Il saggio è sempre disponibile su Amazon e costa 1,99. Un prezzo ridicolo. Consigliatissimo a tutti gli appassionati di videogiochi e non solo, anche di narrativa.
E parlando di controllo, arriviamo al saggio di Lucius Etruscus Gynoid – Duecento anni di donne artificiali, un viaggio che comincia nel 1815, con E.T.A. Hoffman e termina ai giorni nostri, con gli ultimi film di fantascienza con protagoniste donne robot, come il recentissimo Automata.
Anche questo saggio è piuttosto breve, se paragonato alla mole di materiale presa in esame: si va dalla letteratura al cinema, dalla sci-fi al gotico, passando per veri e propri capolavori come Metropolis e romanzi indimenticabili come The Stepford Wives. E al centro della discussione c’è la donna artificiale come proiezione delle fantasie maschili e del desiderio di controllo dell’uomo sulla donna, realizzabile in maniera definitiva solo nel momento in cui si può esercitare su una creatura non in carne e ossa.
E infatti, le ginoidi sono preposte a fare il lavoro sporco, che si tratti di amanti docili, di spietate assassine o di mogli perfette e accondiscendenti, concetto reso alla perfezione proprio dalla feroce satira del romanzo di Ira Levin, più volte citato all’interno del saggio.
Ma non ci si ferma solo alle donne costruite dagli uomini. Lucius parla anche di riproduzioni aliene del corpo femminile, da L’Invasione degli Ultracorpi, a Species, passando addirittura per The Space Vampires.
È un argomento interessante e anche poco dibattuto, non quello dell’intelligenza artificiale o degli androidi in generale, ma quello della replica del corpo femminile in una creatura facilmente manipolabile. Almeno all’apparenza, perché la letteratura e il cinema ci hanno insegnato come non sia affatto facile. Lucius affronta questo argomento con leggerezza e un pizzico di divertimento. E spero in ulteriori approfondimenti della materia, perché è molto interessante.
Parliamo un po’ di mostri, che ne dite? A chi non piacciono i mostri? Se non dovessero piacervi, è evidente che siete sul lato sbagliato della blogosfera, perché qui si vive di mostri.
Marco Valle, padrone di casa di McGlen’s Mysteries, è un altro che, come me, i mostri li adora. E ne scrive anche molto bene. Creature del Mistero si occupa di tutte quelle bestie strane e affascinanti che appartengono al folclore e al mito: sirene, fate, banshee, antiche divinità, persino gli alieni, ma visti da una prospettiva molto diversa rispetto a quella cui siamo abituati. Si parla anche di animali comuni, come i corvi, ma anche lì, li si affronta andando a indagare sul ruolo che hanno ricoperto nella cultura popolare, nel paganesimo e nelle leggende di ogni parte del mondo, dai vichinghi ai giapponesi. In più, c’è un lungo capitolo dedicato alla Caccia Selvaggia, una sinfonia di mostruosità da farsi venire gli incubi per i prossimi vent’anni. E se tutte queste fantastiche creature non dovessero bastarvi, potete andare a recuperare il suo lavoro precedente, A Caccia di Mostri che si occupa di criptozoologia, sia quella accademica (animali non ancora classificati) che quella folclorica, che si bagna nel mito e nei terrori atavici che affliggono l’uomo dall’alba dei tempi. Mostri, insomma. I nostri amati, bellissimi mostri. L’entusiasmo di Marco Valle nel narrare di ogni tipo e forma di strana creatura è quasi fanciullesco. Ma non significa che sia poco serio, tutt’altro. Entrambi i saggi sono molto ben documentati e trasudano una passione enorme per le svariate mostruosità che arricchiscono il nostro immaginario da secoli.
Chiudiamo in bellezza con fanfare e fuochi d’artificio, perché la serie degli Avventurieri di Davide Mana è un vero e proprio spettacolo. Io, che sono una cinematografara un po’ cialtrona (di solito, e penso che Davide sia d’accordo, i due fenomeni si presentano contemporaneamente) ho una predilezione per Avventurieri del Mondo Perduto, perché è un saggio ad altissima concentrazione sia di cialtroni che di cinematografari.
Cosa c’entrano i draghi di Komodo con King Kong? E il misterioso celacanto, cosa ha a che fare con Il Mostro della Laguna Nera? E come mai i velociraptor, a partire dalla produzione di Jurassic Park, diventarono all’improvviso lunghi tre metri?
Le connessioni tra il cinema fantastico, in particolar modo quello del silver screen che miscelava avventura e fantascienza in un modo unico e mai più ripetuto, e la ricerca scientifica ci sono sempre state. La palentologia ha spesso dato una spinta a Hollywood, che utilizzava i risultati di avventurose spedizioni alla ricerca di animali rari o considerati estinti per poi riportare il tutto nella dimensione di un enorme spettacolo popolare. È così che sono nati alcuni dei film che abbiamo citato prima. Ma capita anche il contrario: ovvero che sia Hollywood a imprimere una spinta determinante alla ricerca, finanziando progetti a uso e consumo delle sue esigenze. Ed ecco i raptor lunghi tre metri, scoperti proprio quando ne aveva bisogno Spielberg.
Davide racconta tutti questi aneddoti con eleganza, ironia e un moto di sincero affetto nei confronti di tutti quei personaggi, magari dimenticati, che affrontavano viaggi avventurosi mossi dal puro piacere della scoperta e dalla curiosità per i segreti nascosti nei luoghi più remoti e inospitali della terra. Gente disposta a stare immobile per ore in una caverna piena di scolopendre giganti, pur di filmare i movimenti di un lucertolone. Ed è questa empatia, unita a un senso dell’umorismo fuori del comune e a una cultura enciclopedica, che fa della lettura di questo volume e degli altri della trilogia degli Avventurieri, un’esperienza davvero particolare. Avventurieri del Mondo Perduto costa due euro. Fatevi un gran favore, acquistatelo. E poi prendete anche gli altri volumetti. Non ve ne pentirete, parola di cialtrona.
Per le letture dei mesi scorsi, andate qui.
Onorato di essere stato citato e soprattutto che ti sia divertita con il mio piccolo saggio 😉
Sono poi contento che, all’inizio del post, hai testimoniato quanto lavoro si nasconda dietro ogni testo di saggistica, dove non te la puoi cavare con “io credo” o “io penso”…
Eh… è tosta e io forse sono troppo paranoica, per questo ci sto mettendo tanto 😀
C’è troppa leggerezza in giro, essere paranoica significa che stai facendo un ottimo lavoro, non superficiale o da “chiacchiera da bar” 😛
Il lavoro di ricerca è semplicemente enorme, ricordo ancora il mese passato a cercare libri introvabili per la mia tesi di laurea xD
Grazie per la recensione comunque, mi fa piacere che ti sia piaciuto! 😀
Sì, c’è da impazzire, soprattutto se l’argomento è piuttosto settoriale.
Piaciuto molto, anche se non sono un’esperta di videogiochi, me lo sono goduto per le implicazioni “filosofiche” della libertà di scelta in un universo alternativo.
Però fare ricerca è divertente.
Può essere più divertente che scrivere – ed è il motivo per cui molti si perdono nella ricerca ed alla fine non scrivono nulla.
Grazie della segnalazione – ed ottima idea parlare di saggistica e di divulgazione, due ambiti che nel nostro paese, quanto a lettori, sono conciati peggio della narrativa.
E infatti è proprio la pessima china che sto prendendo io. E devo tornare in carreggiata il prima possibile. Mi sto perdendo in mille rivoli, trovo sempre cose nuove. Un disastro, insomma 😀
Credo che in ambito saggistico, nei confronti degli autori indie, ci sia ancora più diffidenza che nella narrativa. E già nella narrativa ce n’è in abbondanza
Figuriamoci se poi un saggista senza titoli scrive con uno pseudonimo etrusco 😀
Ti cito Alessandro Barbero, che anni fa scrisse un romanzo su un periodo storico diverso dal medioevo di cui si occupa di mestiere: se alle spalle hai un buon lavoro di ricerca, nessuno può dirti niente! 😉
Grazie per tutti questi saggi consigli di saggistica… Quanto al lavoro che stai puntigliosamente e professionalmente preparando (e questo richiede tempo, ovvio), mi sento di dire che “io credo” e “io penso” sarà un ottimo lavoro. Anzi, ci aggiungo tranquillamente un “io sono sicuro al 100%” 😉
Spero di finirlo il prima possibile… E spero sia piacevole da leggere 🙂
Seguo questo blog in modo “silente” da molto. Ora che ho aperto un profilo ne approfitto come prima cosa per fare i complimenti per tutti questi articoli che ho sempre lette con interesse. Mi segno questi nuovi consigli letterari con la speranza di trovare il tempo per leggerli!
Benvenuto, allora! E spero di rileggerti presto nei commenti 🙂
letture interessanti, specie quelle sulle creature fantastiche, c’era un periodo che la criptozoologia mi affascinava assai
La criptozoologia è interessantissima e oltretutto si trova materia per decine di racconti e film.
Già ❤ Non sempre con successi o film eccelsi, ma nella filmologia Horror e fantastica esempi ce ne sono a sfare