Nuovi Incubi Halloween Challenge Day 5: The Last Exorcism

Regia – Daniel Stamm (2010)

Abbiamo saltato il Day 4, perché ogni tanto pure io mi dovrò riposare, altrimenti va a finire che scrivo un sacco di cazzate (come se già non ne scrivessi). Era dedicato a una delle nostre scream queen preferite, ovvero Justin Long, e io ho comunque fatto i compiti e ho rivisto con tanta gioia Drag me to Hell, perché non esiste spooky season senza la compagnia di Sam Raimi. 
Il tema del Day 5 è il found footage, che poi è anche il tema della stagione di Nuovi Incubi in corso, quindi del genere sto facendo una vera e propria scorpacciata. Eppure ho ancora tante lacune; una di queste la andiamo a colmare oggi: non avevo mai visto The Last Exorcism. La ragione è che nel 2010 avevo la proverbiale scopa in culo, odiavo il found footage e pensavo che Eli Roth fosse un cialtrone. Lo penso tuttora, ma non la ritengo una cosa negativa. Dopotutto, lo sono anche io. 
Mi ero anche dimenticata dell’esistenza di questo film, fino a quando il found footage che avevo in mente di vedere per la challege si è rivelato irreperibile, e allora mi sono messa in cerca di qualcos’altro, qualcosa che per me fosse una prima volta. 
A cose fatte, devo dire che, come spesso mi capita, avevo avuto torto a snobbare The Last Exorcism. 

L’ultimo esorcismo è quello che il pastore Cotton Marcus è intenzionato a compiere per smascherare la pratica dell’esorcismo come la truffa che è. Ministro di Dio sin da bambino, Cotton è in preda a una profonda crisi di fede dopo aver letto della morte di un bambino durante un tentativo di liberarlo da un demone che, secondo la chiesa, lo aveva posseduto.
Gli viene quindi l’idea di prendere a caso una delle tante lettere di gente disperata che arrivano alla sua parrocchia quotidianamente e di andare, con una piccola troupe al seguito, a filmare l’esorcismo, portando alla luce tutti i trucchi di solito usati da preti, reverendi, predicatori e affini per convincere il disgraziato di turno della presenza del maligno.
Finiscono dunque in una fattoria sperduta in mezzo alla Louisiana, dove vivono un padre vedovo con due figli. La femmina è, ovviamente quella posseduta. Il maschio è Caleb Landry Jones che li accoglie lanciando loro addosso delle pietre, come credo sia costume in Louisiana. 

Lo spunto narrativo è abbastanza originale: un pastore che ha smesso di credere e cerca di dimostrare al mondo che l’esorcismo non è altro che espedienti di basso avanspettacolo, superstizione e tanta suggestione. Basta arrivare in un qualche angolo dimenticato e fetido della provincia americana, individuare i bifolchi disperati, tirare giù un paio di preghiere mirate, estrarre da un libro il nome di un demone random, eseguire dei giochi di prestigio, tipo l’acqua che comincia a bollire quando viene a contatto con la pelle dell’indemoniato, o il sempreverde letto che sbatacchia da una parte all’altra, ed è fatta: gli emissari di Satana saranno prontamente estirpati, si incasserà la parcella e tutti se ne torneranno a casa contenti. Poco importa se il disagio psicologico delle presunte vittime di possessione demoniaca resterà lì dov’è, a corrodere la loro esistenza. 
Il fatto che sia proprio un uomo di chiesa a voler mettere a nudo questa gigantesca truffa è ciò che differenzia The Last Exorcism dal bigotto balbettare di roba come The Exorcism of Emily Rose, film splendido da guardare, ma anche uno dei pochi la cui morale è capace ancora di offendermi. 

E, a proposito di Emily Rose, qui abbiamo, nel ruolo della povera Nell, sedicenne costretta dal padre a vivere in un abisso di ignoranza e presunta posseduta del caso, un’ottima ed estremamente credibile Ashley Bell, impegnata in una gara con Jennifer Carpenter e chi fa meglio l’indemoniata senza l’ausilio di make up o (quasi) effetti speciali, ma solo grazie a impressionanti contorsioni fisiche e facciali.
Nell è una creatura innocente e dolcissima, ti si stringe il cuore non appena entra in scena, perché Bell è bravissima a mettere in evidenza soprattutto la sua tristezza e il suo desiderio di una vita normale; basta vedere l’entusiasmo con cui accetta in regalo un paio di anfibi da parte della fonica, o la passiva accettazione di tutte le cose orribili che subisce nel corso del film. Vittima designata dell’ipocrisia della cultura patriarcale, Nell è spacciata sin dall’inizio, pure senza l’intervento del diavolo.
Quando poi passa dall’essere una ragazzina molto più giovane della sua età (Bell aveva 23 anni quando ha girato il film, ma si nota a stento) alla vestale di Satana che sgozza animali e fa le boccacce in camera, l’attrice è anche in grado di metterti addosso una discreta dose di paura. È la punta di diamante di un film che è quasi troppo interessante per il periodo in cui è uscito, per i nomi a cui è legato e per la sua stessa natura di exploitation. 

Il concetto di exploitation è infatti incastonato nella struttura del film: un documentario atto a smascherare una bufala e che, tuttavia, per compiere questa nobile missione, non può non sfruttare le persone che vengono filmate. Qui tirare una riga etica è molto complicato, perché, nel corso delle riprese, si mette a nudo la vita di questa gente e l’occhio che la osserva non è benevolo. A volte, come nel caso di Nell, è pietoso, ma comunque non benevolo.
C’è il solito voyeurismo che caratterizza il found footage e senza il quale il genere non esisterebbe, accompagnato da un fastidioso senso di superiorità da parte dei tecnici che sono lì per riprendere, e  dello stesso pastore, che ormai guarda dall’alto in basso certe cose e chi ci crede.
E quindi, il padre di Nell deve per forza essere uno che abusa di lei, altrimenti il suo “personaggio” non sarebbe aderente alla narrazione; non che l’uomo sia un esempio di apertura mentale e progressismo, ma i pregiudizi degli autori del documentario li portano sempre nella direzione sbagliata, ed è questo, credo, il punto centrale di The Last Exorcism, nonché la sua ragion d’essere in quanto mockumentary/found footage (è un ibrido di entrambe le cose).

Se nella prima parte il film è un mockumentary puro, con tanto di interviste, musiche aggiunte, montaggio artistico, nella seconda parte diventa un found footage, anche se la faccenda non è esplicitata, è plausibile credere che il pastore e la troupe composta da due persone (fonica e operatore) non abbiano portato a termine il lavoro e ora noi assistiamo solo a ciò che è stato trovato nella telecamera, senza mediazioni aggiunte in post. E infatti, se all’inizio The Last Exorcism stupisce per la pulizia visiva e la stabilità delle immagini, andando avanti diventa sempre più convulso e confuso, per poi deragliare nella tipica shacky-cam, quando ormai le intenzioni dei protagonisti sono cambiate e non si tratta più di girare un documentario sui falsi esorcismi, ma di salvare la vita di una ragazza, e poi la propria.
È soltanto lì che dallo sguardo della telecamera cade il velo pregiudiziale che fino a quel momento l’aveva offuscato, ma è troppo tardi. 
È anche l’attimo in cui The Last Exorcism rivela il suo vero volto: non è un film di possessioni demoniache, è un folk horror. 
Se non lo avete visto o se volete riscoprirlo, lo trovate comodo su Prime. Ne vale la pena, davvero. 

10 commenti

  1. Avatar di Fabio

    Ciao Lucia e buongiorno.Per la challenge di ieri “Best Justin Long” ho puntato sul sempreverde “Jeepers Creepers”,mentre per la challenge di oggi “Found Footage”,faccio una buona azione,promuovendo la visione di quel gioiello che risponde al nome di “The Bay” di Barry Levinson!.👋

    1. Avatar di Lucia

      The bay film pazzesco

      1. Avatar di Giuseppe
        Giuseppe · ·

        E il Noroi di Koji Shiraishi (mio film per oggi) non lo è? 😉

        1. Avatar di Lucia

          Figurati! Ci ho appena fatto una puntata di due ore! 😅

          1. Avatar di Giuseppe
            Giuseppe · ·

            Benissimo! E allora mi accingo a sentire (come da presentazione) “come storpierete il giapponese in tutti i modi possibili” 😉😅

          2. Avatar di Giuseppe
            Giuseppe · ·

            Allora, stabiliamo una regola: Noroi NON si guarda di sera, a luci spente e con le cuffie! Voglio dire, a questo punto inviti direttamente “rodiculo” Kagutaba a casa tua e fai prima 😜 Tornando serio, per una prossima puntata vi potrebbe interessare uno Shiraishi magari ancora più cosmico e lovecraftiano di così, tipo questo? 😉👇https://www.imdb.com/title/tt1395135/

  2. Avatar di Blissard
    Blissard · ·

    Sono contentissimo ti sia piaciuto, sin dalla sua uscita mi sono ritrovato ad essere uno dei pochi che lo considera uno dei migliori found footage mai girati.

    1. Avatar di Lucia

      Ero davvero giovane e stupida. È bellissimo. Mi domandavo se anche il seguito è altrettanto bello.

  3. Avatar di Austin Dove

    ormai un po’ di horror con justin long li ho visti, ma per me lui rimarrà sempre l’interesse amoroso di La verità è che non gli piaci abbastanza 😀

  4. Avatar di Frank La Strega

    Jeepers 1 & 2, Drag me to hell… fantastici!

    Erano anche i miei “Long movies” quindi baro e ne cito altri due (fuori concorso) che adoro: “Zack & Miri make a porno” e “For a good time, call…”

    Il mio found footage è Cannibal Holocaust. L’ho visto una sola volta e non lo rivedrò. Ritornarci col pensiero mi ha fatto però riflettere sui film che non vorrei mai rivedere, su quello che mi danno e che mi lasciano, sui motivi per cui mi allontanano, sul perché basta una volta sola…

    Poi, chissà…

    Besos!