Double Feature: KruegerNado

In questi giorni di calura insostenibile, persino per la sottoscritta, mi sono data alla visione di parecchi documentari, anche perché (e credo che prima o poi sarà il caso di parlarne) le nuove uscite horror si sono rivelate una mezza delusione e questa cosa dà da pensare. Ma ora fa troppo caldo per concentrarsi sulla situazione globale del nostro genere preferito. Ora possiedo energie sufficienti solo per concentrarmi sugli squali e su Fred Krueger, anzi, su sua maestà Robert Englund.
Usciti rispettivamente su Shudder e su Scream Box (il canale streaming di Bloody Disgusting), Sharksploitation e Hollywood Dreams and Nightmares sono due delizie in grado di rallegrare l’estate di qualsiasi appassionato di cinema dell’orrore. Il primo è una retrospettiva interessantissima sulla storia dei film di squali; il secondo ripercorre la vita e la carriera di Robert Englund, e vi farà di sicuro venire qualche lacrimuccia. 

Credo sia cosa nota che, nella storia del cinema, esistono un’era pre e un’era post Jaws. Il film di Spielberg non ha soltanto inventato il blockbuster estivo, ha cambiato il rapporto tra la sala e il pubblico, ha creato il merchandising legato ai film, in un certo senso ha inventato il fandom, perché prima di Star Wars, si vendevano le magliette e i cappellini di Jaws, ha tenuto la gente lontana dall’acqua per qualche estate e, tra i suoi vari effetti collaterali, ha contribuito allo sviluppo di un intero sotto-genere cinematografico, la sharksploitation, appunto.
Il documentario, diretto da Stephen Scarlata, ripercorre la storia di questo filone così particolare, andando a ritroso prima di Jaws e raccontando la mania per gli squali che è scoppiata dopo la sua uscita in sala: dai rip-off anni ’70 e primi ’80, passando per la nascita del canale SyFy e della Asylum, fino ad arrivare alla recente riappropriazione del genere da parte dei grossi studios con The Meg. 
Sharksploitation è interessante perché non si limita a menzionare questo o quel film o a celebrare in maniera acritica i prodotti più squallidi e low budget dalla Asylum in giù: accanto a produttori, registi, attori e tecnici degli effetti speciali, parlano anche biologi marini, oceanografi, attivisti per la protezione delle specie in via d’estinzione e così via, tanto che alla fine diventa quasi la storia del rapporto tra l’uomo e gli squali raccontata attraverso il cinema. 
Perché, nonostante Jaws sia tra i miei film preferiti e abbia contribuito alla mia passione per gli squali, è indubbio che su molta gente abbia avuto l’effetto opposto, spaventandola a morte e caratterizzando gli squali come animali votati al male, spietati mangiatori di uomini, vere e proprie macchine di morte. A quasi mezzo secolo di distanza, sappiamo bene che così non è, che è molto difficile che gli squali attacchino l’uomo e che siamo molto più pericolosi noi per loro di quanto lo siano loro per noi.
Eppure si tratta di nozioni che ancora faticano a essere comunemente accettate. In maniera abbastanza paradossale, i vari film di serie Z a base di sharktopus, squali fantasma, squali di terra, squali strafatti di cocaina e squali a tre teste, hanno contribuito a suscitare un interesse nei confronti di questi animali meravigliosi che non fosse basato soltanto su un atavico e mal riposto terrore. 
E se non è magia del cinema questa, anche se si tratta del gradino più basso e miserabile del cinema, ditemi voi cos’è.

Non me ne vogliano Bruce Campbell, Tony Todd o Doug Bradley, ma per quanto mi riguarda, l’attore-icona del genere horror per antonomasia è e sempre sarà Robert Englund. Forse soltanto i colossi degli anni ’30, Karloff e Lugosi, possono essere paragonati a lui, mentre l’unico che lo può guardare dall’alto in basso e Lon Chaney, anche se non poi così dall’alto. Englund è riuscito a diventare una cosa sola con il suo personaggio più famoso, Fred Krueger, ma non è nemmeno mai rimasto del tutto intrappolato nel suo guanto e nelle sue ustioni. La sua carriera è proseguita anche dopo la fine della saga di Nightmare, e tuttavia è rimasto insostituibile, come si evince dal clamoroso fallimento del remake. Nessuno può vestire i panni di Krueger, a meno che qualche sceneggiatore molto in gamba non pianifichi un passaggio di consegne, trasformando il personaggio in un’altra cosa. Per questo, mentre quasi tutti i grandi villain dell’epoca d’oro dello slasher stanno tornando sulle scene (a breve arriverà anche la serie su Crystal Lake), le speranze di vedere un nuovo Nightmare si assottigliano sempre di più, soprattutto dopo che lo stesso Englund ha dichiarato che non tornerà a vestire i panni dell’uomo dei sogni. 
Evil Dead senza Ash si può fare, come abbiamo visto; Candyman senza Tony Todd anche; non parliamo poi di Hellraiser; per i vari assassini mascherati basta un bravo stuntman, ma Robert Englund è, tanto quanto Craven, il creatore della leggenda cinematografica che risponde al nome di Fred Krueger e non lo si può rimpiazzare. 
Però, Englund è un attore che all’horror ci è arrivato un po’ per caso e un po’ per disperazione: nasce come serissimo attore di teatro, passa alla New Hollywood dei primi anni ’70 lavorando come caratterista, arriva a sfiorare il ruolo di Han Solo e, nel frattempo, convince il suo amico e coinquilino Mark Hamil a fare il provino per quello di Luke. Incontra l’horror relativamente tardi, nel 1976, con Tobe Hooper, ma senza immaginare che all’horror sarebbe stata legata la sua vita professionale per sempre. 
Da attore pieno di talento e di tecnica qual è, Englund l’horror lo ha abbracciato e fatto suo. Non lo ha mai rinnegato, non si è mai sentito sminuito dall’aver sfondato nel genere e non nel cinema serio, anzi. 
Sentirlo parlare, raccontare aneddoti di una vita straordinaria è un piacere immenso: è come passare una serata in compagnia dello zio più simpatico della famiglia; per citare lo stesso Englund, quello zio che ti offre la tua prima birra. 
Se già gli volevate bene, dopo questo documentario gliene vorrete ancora di più. 
Come approfondimento, vi consiglio anche di ascoltare la puntata di Post Mortem (il podcast di Mick Garris) in cui Englund è ospite. 
Grazie di tutti gli incubi, zio Robert, non smettere mai. 

4 commenti

  1. Avatar di loscalzo1979

    Vado subito a cercarmi entrambi

  2. Avatar di Giuseppe
    Giuseppe · ·

    Doppietta molto interessante, cercherò di farla mia il prima possibile!
    P.S. Freddy Krueger? Senza Robert Englund non esiste NESSUN Freddy, ragion per cui chi dovesse ancora riporre speranze residue in un nuovo “Nightmare” meglio farebbe a pensare ad un personaggio totalmente differente…

  3. Avatar di Fabio

    “SHARKSPLOITATION” ne ho visionato il trailer credo 2 giorni fà,la prima cosa che ho pensato era se eri ha conoscenza del suddetto documentario,per qui mi confermi che è già uscito,spero di recuperarmelo il prima possibile! Ps.-Dai che manca ancora una settimana all’uscita di “MEG 2”,io sto contando i giorni,non c’è la faccio più,datemi Jason Statham!!!.

  4. Avatar di Austin Dove

    grande attore
    e non sapevo fosse merito suo del nostro Luke, grande 😀