Tanti Auguri: 40 Anni de Lo Squalo 3

Regia – Joe Alves (1983)

Ma con tutti i bei film usciti nel 1983, tu proprio questa porcheria dovevi andare a ripescare (termine quantomai appropriato)? La risposta è sì, esattamente questa porcheria, non un’altra. La mia porcheria, quella che passavano in tv, nel corso della mia infanzia mal spesa, almeno un paio di volte l’anno, anche più spesso del film di Spielberg, la cafonata in 3D ambientata a Sea World, il pastrocchio indigeribile firmato da un grandissimo scenografo (non solo Jaws ma anche Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo, 1997: Fuga da New York e altre cose degne di nota) che si è giocato così ogni possibilità di avere una seconda carriera da regista; il film che all’inizio doveva essere una parodia e poi si è trasformato in una parodia involontaria. Quarant’anni fa, questa roba è arrivata nelle sale, se riuscite a crederci. Come si può non celebrare un evento del genere?

Non so se è perché mi sento io stessa un catorcio, ma negli ultimi mesi la mia passione per i film nati storti e cresciuti sbagliati è aumentata. La bruttezza di un prodotto come Jaws 3-D è frutto di una serie di scelte catastrofiche, una specie di corsa folle verso il fallimento. Artistico, non commerciale, sia chiaro: a fronte di un budget inferiore a quello di Jaws 2, alla fine il film è riuscito a portarsi a casa la bellezza di 88 milioni di dollari, nonostante la Universal, dopo un calo di incassi di circa il 40% dopo il primo fine settimana di programmazione nei cinema americani, avesse deciso di dimezzare le copie distribuite. Una decisione non del tutto comprensibile, dato che ci stavano guadagnando, forse dettata dalle pessime recensioni. Sta di fatto che, senza contare il mercato estero e i successivi passaggi televisivi e l’home video, Jaws 3-D non può essere definito un flop neanche per sbaglio. Eppure, oggi, è impossibile trattenere le risate di fronte a un tale, spettacolare, sprezzo del ridicolo. Non esiste una sola sezione del film che vada per il verso giusto, non un solo reparto che funzioni, un solo momento del film con un qualche valore. Magari dico una castroneria, perché non lo rivedo da tanti anni, però mi pare che persino Jaws 4 sia un film meno sconclusionato. 

Come tutti gli psicodrammi hollywoodiani, la tragedia comincia in pre-produzione, quando il progetto Jaws era ancora saldo nelle mani di Zanuck e Brown. L’idea per un terzo film erede del blockbuster spielberghiano era, come abbiamo detto prima, quella di realizzare una parodia e di farla dirigere a Joe Dante. La Universal crede si tratti di una pessima iniziativa, dimostrando scarsa lungimiranza, tanto per fare una cosa nuova. A quel punto, i produttori storici della saga la abbandonano al suo crudele destino e lo studio opta per un terzo capitolo tradizionale. Comincia quindi il valzer delle sceneggiature, con diversi autori che si avvicendano su uno script sempre più rabberciato. Tra loro c’è anche Richard Matheson, che è rimasto accreditato al soggetto del film insieme al solito Gottlieb, ma che ha più volte dichiarato che il risultato finale è molto diverso dalla sua sceneggiatura originale. Di fatto, non è del tutto chiaro chi abbia scritto esattamente il film. Secondo Matheson, a completare le revisioni sono stati degli script doctors, cosa che spiegherebbe lo stato confusionale in cui versa l’intera pellicola. 

Matheson ricorda di essere stato costretto dalla Universal a inserire i figli di Brody, il protagonista dei primi due film, anche se lui pensava fosse un’idea molto stupida. In realtà, la produzione aveva provato a contattare Roy Scheider per farlo tornare una terza volta a vestire i panni di Brody. L’attore, pur di non avere nulla a che spartire con Jaws 3-D, aveva accettato di interpretare Tuono Blu.
Si va quindi a girare in Florida, tutti strafatti di cocaina a partire dal protagonista Dennis Quaid. E in effetti la recitazione dell’intero cast non può che essere dovuta a un uso massiccio di droga. Si punta ogni spicciolo sugli effetti speciali in 3D, che ai tempi (vi ricordate il terzo Venerdì 13?) stava vivendo uno dei suoi tanti momenti di gloria prima di finire di nuovo nell’oblio che merita. 
Tecnologia 3D a parte, anche Jaws e Jaws 2 avevano avuto problemi analoghi di sceneggiatura (non so se di cocaina, però), eppure erano stati brillantemente risolti sul set, perché a capo dell’operazione c’era in un caso Spielberg (e vabbè) e, nell’altro, un professionista di tutto rispetto come Szwarc. Alves non sa come mettere in scena una storia, è privo di qualsiasi nozione riguardo al ritmo, non sa muovere la macchina da presa e neppure tenerla fissa, tanto che nel film non c’è una sola inquadratura che valga la pena di essere guardata; soprattutto, non credo avesse la capacità di gestire un film con così tanti effetti speciali meccanici, primo fra tutti lo squalo che in teoria dovrebbe essere la star principale. 

Ecco, lo squalo è il vero problema di Jaws 3D: se Spielberg, con tutti gli intoppi nel funzionamento di Bruce, era stato costretto dalle circostanze a utilizzare l’approccio elegantissimo di non mostrare quasi mai la bestia; se Szwarc, al contrario, aveva realizzato uno slasher in piena regola, ostentando addirittura la potenza del suo squalo meccanico, esposto in dosi generose e senza un minimo di pudore, Alves compie l’ardita scelta della staticità. Lo squalo di Jaws 3-D (anzi, la mamma squalo) non si muove, si limita ad aprire la bocca e a lasciarsi trasportare dalla corrente, sperando che le vittime gli cadano tra le fauci, cosa che avviene perché la sceneggiatura ha deciso così. La macchina da presa è immobile come questa povera bestia di gommapiuma che si aggira basita nel parco a tema, così lenta e appesantita che ci si domanda per quale motivo la sua presenza costituisca una minaccia. 
Jaws 2 non è un gran film, e su questo siamo tutti d’accordo, ma sfido chiunque a non provare un brivido di fronte a tutte quelle barchette a vela in balia del mostro. La chiave, per un film su un animale assassino che vive in un ambiente in cui noi non siamo abituati a stare, è sottolineare la nostra fragilità, contrapposta all’assoluta padronanza del campo di battaglia da parte del nostro avversario. 
In Jaws 3-D, che ha pure un body count bassissimo dovuto al rating PG, non c’è un solo momento in cui lo squalo faccia paura, anzi: i protagonisti umani sono dei rari esempi di idiozia conclamata, dal protagonista Brody Jr al proprietario del parco, passando anche per una comparsa che si affaccia nel fotogramma per due secondi e mezzo. Si fa il tifo per lo squalo tutto il tempo e, quando finalmente si pappa un tizio di cui stai aspettando la morte dal minuto numero uno, scatta la ola con l’intero stadio. 

E poi arriva il momento indimenticabile, quello che fa entrare Jaws 3-D dritto nella storia del cinema, con la stessa, stolida ottusità dello squalo che sfonda il vetro del tunnel sottomarino dell’acquario. Perché noi siamo buffi, goffi, sgraziati, brutti e inadeguati, ma il nostro spazio ce lo conquistiamo a capocciate.
E così, qualsiasi bambino rimasto attonito davanti alla tv, ad assistere a una delle sequenze più raffazzonate e, allo stesso tempo, arroganti che la cocaina abbia mai partorito, ricorderà per sempre quell’attimo irripetibile in cui uno squalo immobile, spinto dalla corrente quasi contro la sua volontà, è riuscito a penetrare per forza di inerzia e sacrosanto rancore materno, la parete infrangibile di un parco dei divertimenti subacqueo.
Per dire, neanche il megalodonte di Jason Statham è mai arrivato a tanto. 
E quindi, tanti auguri Jaws 3-D, grazie per le risate e grazie per averci fatto capire anzitempo che in quel di Hollywood il cinema è ostaggio di un branco di pazzi. 

5 commenti

  1. Avatar di Blissard
    Blissard · ·

    “E poi arriva il momento indimenticabile, quello che fa entrare Jaws 3-D dritto nella storia del cinema, con la stessa, stolida ottusità dello squalo che sfonda il vetro del tunnel sottomarino dell’acquario. Perché noi siamo buffi, goffi, sgraziati, brutti e inadeguati, ma il nostro spazio ce lo conquistiamo a capocciate.
    E così, qualsiasi bambino rimasto attonito davanti alla tv, ad assistere a una delle sequenze più raffazzonate e, allo stesso tempo, arroganti che la cocaina abbia mai partorito, ricorderà per sempre quell’attimo irripetibile in cui uno squalo immobile, spinto dalla corrente quasi contro la sua volontà, è riuscito a penetrare per forza di inerzia e sacrosanto rancore materno, la parete infrangibile di un parco dei divertimenti subacqueo.
    Per dire, neanche il megalodonte di Jason Statham è mai arrivato a tanto.
    E quindi, tanti auguri Jaws 3-D, grazie per le risate e grazie per averci fatto capire anzitempo che in quel di Hollywood il cinema è ostaggio di un branco di pazzi”

    Solo applausi per questo autentico capolavoro di scrittura.

  2. Avatar di Frank La Strega

    Nooo! Questo “squalore” mi manca!
    Però l’idea di uno Squalo parodia diretto da Joe Dante mi ha salvato la serata (che passerò ad immaginarmelo da solo!).
    Massì, facciamoci un’estate all’insegna del trash e dei film nati male, perché no!
    Besos 🙂

  3. Avatar di Giuseppe
    Giuseppe · ·

    Sono uno di quelli che l’ha visto in sala, come potrei dimenticarlo? E, su grande schermo, devo ammettere che la mamma squalo che sfondava il vetro del tunnel (evidentemente pure lui sotto l’effetto della cocaina 😜) il suo figurone lo faceva… Per tutto il resto, invece, sappiamo bene quanto il film continuasse a far figure di ben altro tipo 😉

  4. Avatar di Ila

    Si, è una porcheria immonda, tremendo…ma lo amo alla follia. L’ho visto in sala, con mio padre, con gli occhialini verdi e rossi. Al tempo fu una rivoluzione, oggi, rivisto, fa veramente un misto tra pietà e tenerezza…grazie Lucia per avergli dato il giusto tributo però

  5. Avatar di Fabio

    Mannaggia a te Lucia,ho abbandonato il blog per qualche giorno e mi ritrovo,”JAWS 3-D”,ma io te voglio bene,mi crederesti se ti dicessi che la saga de “Lo Squalo”,è quella che ho rivisto più volte da bambino,seriamente tra tutte le saghe che potevo guardare all’infinito scelsi proprio questa,vero bimbo saggio io fui,appunto il terzo film della saga fù quello che rividi più volte,ebbene si più volte dell’originale di Spielberg,e tutt’ora non riesco proprio a volergli male,e scema,folle,sgangherata e completemente scoppiata,è probabilmente gli voglio bene proprio per questo,da bambino rimasi traumatizzato dal tizio morto malissimo nella boccona di mamma squalona incacchiata,vera cattiveria,poi figurarsi quando lo scoprii in televisione(i tempi dei film registrati sulle VHS vergini,che tempi!),mia madre mi raccontò di quella volta volta di lei diciassettenne che andò a vedere quel film,con gli occhialetti 3-D!.