Sapete che ho un problema con le stroncature e sapete che, di solito, non amo valutare un prodotto in corso d’opera. Un certo tipo di considerazioni, se si tratta di serie tv, andrebbe sempre fatto alla fine della stagione. Ma, in questo caso, mi giustifico dicendo che Scream ha per me un valore molto particolare e non si dovevano proprio azzardare. Inoltre, dopo il quarto episodio, ho deciso di chiudere con questa monnezza, sebbene sia tentata di andare fino in fondo, per vedere quali abissi di depravazione riusciranno a raggiungere i responsabili dello scempio. Il mio tempo è prezioso, ci sono tante cose da fare e non posso perdere ore e ore altrimenti impiegabili solo perché c’è di mezzo il marchio Scream.
Questo mucchio di letame, infatti, non ha nulla, ma proprio nulla a che spartire con Scream.
L’idea di trarre una serie televisiva dalla creatura di Wes Craven non è affatto nuova. Se ne parla sin dall’uscita in sala del quarto episodio del franchise. Una volta tramontata la possibilità di un quinto capitolo, MTV si è avventata sul progetto, coinvolgendo lo stesso Wes “non mi smentisco mai” Craven in qualità di produttore esecutivo. Williamson, invece, ha contribuito solo con la storia del pilot e, per il resto, non ci ha più messo mano, lasciando la serie alla mercé dei notoriamente brillantissimi scrittori assoldati da MTV.
Tra i creatori della serie figura anche il produttore di Harper’s Island.
I nomi sono importanti. In particolar modo quelli degli sceneggiatori e, se date un’occhiata a chi ha scritto i vari episodi, noterete che questa è gente che un horror non lo ha mai neanche visto da lontano, figuriamoci uno slasher. La sola eccezione è rappresentata, appunto, da Harper’s Island, unico esempio (fino a Scream, purtroppo) di serie tv basata sul tipico schema dello slasher. Ma un conto è produrre una serie, un altro è crearla, scriverne le puntate, rendere i personaggi credibili e interessanti. Soprattutto una serie basata su dei film autoreferenziali e citazionisti. Devi conoscere bene la materia, altrimenti che diamine di Scream sarebbe?
Indentiamoci, non sono nata ieri e non ho cominciato a guardare horror mezz’ora fa, quindi un vago sentore di porcheria annunciata, quando ho saputo che MTV avrebbe realizzato uno Scream televisivo, l’ho avuto. Ma mai mi sarei aspettata un tale livello di completa incompetenza nel mettere in scena quello che dovrebbe essere il sottogenere più grossolano e facilone del cinema dell’orrore.
Che è ovviamente una cazzata, perché devi saperlo fare, altrimenti poi ti esce fuori la serie Scream.
Cerco di spiegarmi nel modo più chiaro possibile e, per farlo, devo partire dal film capostipite e dai suoi seguiti. Sul primo credo di aver detto tutto e di avervi già frantumato le palle a sufficienza, ma vorrei aggiungere solo una cosa: nella sua furbissima autoreferenzialità, Scream era un film commerciale che però riusciva a essere anche una cosa per iniziati. E, in tutto questo, non dimenticava di fare la cosa per cui la gente, quando va a vedere un horror, paga il biglietto: mettere paura.
Il secondo si manteneva più o meno sulla stessa linea del primo, concedendo qualche strizzata d’occhio di troppo alla cultura pop in generale e perdendo, in parte, quell’atmosfera da circolo chiuso che aveva reso unico il suo predecessore.
Col terzo si è toccato il fondo: la sagra del cameo triviale, zeppo di riferimenti che nulla avevano a che spartire col mondo del cinema horror e personaggi tipo Kevin Smith messi lì perché evidentemente qualcuno aveva detto a Craven che erano idoli dei giovini.
Il quarto film ha rimesso in carreggiata il tutto.
Che cosa fa la serie tv? Replica esattamente le dinamiche del terzo film.
E così ci troviamo di fronte a un florilegio di citazioni ad minchiam, scritte anche coi piedi, perché tutto si poteva dire a Williamson tranne che non fosse in grado di inserire i suoi ammiccamenti con una certa dose di classe.
Qui la classe sparisce e ogni volta che uno dei personaggi nomina in maniera diretta una serie tv, un film o un videogioco, al povero spettatore vengono i sudori freddi per come ogni elemento è spiattellato senza alcuna motivazione plausibile se non quella di confezionare un prodotto a uso a consumo di un pubblico di cerebrolesi.
Uno slasher in cui non viene menzionato neanche uno slasher, ma dove in compenso si citano a tutto spiano The Walking Dead e Game of Thrones, perché ehi, sono quelle le cose che vedono i ragazzi in tv, giusto?
Uno slasher in cui il punto di riferimento principale è la filmografia (mainstream) sui serial killer, è un prodotto che dimostra che i suoi autori di slasher non capiscono un cazzo: Seven e Il Silenzio degli Innocenti nulla hanno a che vedere con l’universo slasher e bastava informarsi un istante (o anche dare un’occhiata alla saga cinematografica di Scream) per saperlo.
Quando poi si arriva al ridicolo con citazioni da 50 Sfumature di Grigio, si capisce di essere davanti al collasso culturale, perpetrato con fierezza e gioia, senza alcun tentativo di critica sociale, o almeno di analisi della realtà che ci circonda.
Scream la Serie è la testimonianza dello sfacelo a cui ci ha portato, in tanti anni, il citazionismo ossessivo, quando non è legato a un discorso narrativo, quando è il meccanismo stesso della citazione a sostituire la narrazione e alla fine non rimane nulla, se non un elenco di nomi, date e titoli da inserire in sceneggiatura quando serve. E, oggi che la cosiddetta nerd culture è diventata fenomeno di massa, basta davvero nominare di sfuggita una serie come TWD, che guarderebbe anche la buonanima di mia nonna, per dare l’impressione di far parte di una setta.
La setta ha smesso di esistere da una decina d’anni a questa parte. Bisognerà farsene, prima o poi, una ragione.
Ma tutte queste sarebbero anche riflessioni sterili se almeno Scream fosse un prodotto realizzato decentemente. Invece è il vuoto pneumatico assoluto, la mediocrità con picchi di pessima qualità, in tutti i reparti.
Non c’è un attore di cui si ricordi il volto, non un omicidio dalle dinamiche un minimo interessanti, non un dialogo che non sia banale e buttato in mezzo alla selva di citazioni didascaliche per riempire il minutaggio, non un personaggio in grado di suscitare la nostra empatia o almeno il nostro odio. La regia è non pervenuta, le musiche non sono neanche da prendere in considerazione. E l’unica vera novità creativa è rappresentata da quella porcheria inguardabile della maschera.
Nel primo episodio di Scream, lo sfigato di turno (il sostituto del personaggio di Randy nei film) si mette a concionare in classe di film slasher (dicendo cose del tutto campate in aria) in relazione al primo omicidio che ha colpito la cittadina dove la serie si svolge. A un certo punto fa un’affermazione che vorrebbe essere gravida di consapevolezza, vorrebbe essere brillante, vorrebbe rappresentare il canale di comunicazione diretto con il pubblico, vorrebbe settare le regole, come il famoso discorso di Randy sul non fare sesso, non drogarsi e non dire mai torno subito, aveva fatto con il primo Scream. L’affermazione è: “è impossibile portare uno slasher in tv”.
E qui, perdonatemi, ci sarebbe da seppellire la sequenza sotto tonnellate di pernacchie. È vero che lo slasher è difficilissimo da portare in tv, perché fa della rapidità d’esecuzione il suo punto di forza e i tempi televisivi dilatati non sono adatti a quel tipo di narrazione.
Con Harper’s Island ci erano riusciti, ma era una serie autoconclusiva, e aveva come impostazione principale lo schema alla Dieci Piccoli Indiani. I personaggi erano tutti inseriti in un ambiente circoscritto (l’isola del titolo) e fatti fuori “one by one”, come recitava la tagline del telefilm. Ed era questa la chiave della sua riuscita.
In Scream, invece (ed è una precisa dichiarazione d’intenti) si è optato per dare spazio a personaggi imbecilli, interpretati da pechinesi, che purtroppo muoiono con una frequenza troppo bassa per vedere la serie con il solo obiettivo di vederli squartati.
Non funziona, Scream. Non funziona come teen movie, non funziona come horror, non funziona come commedia e non funziona come contenitore di cultura pop, perché la cultura pop non ha più senso di esistere.
Come Scream, del resto.
Il che suona molto autoreferenziale, se ci pensate.
Io mi sono fermato al pilot, veramente terribile. Ma in più a me è venuta una gigantesca perplessità: perchè diamine si intitola Scream? Non c’è Ghostface, non c’è nessunissimo richiamo alla saga, c’è un killer con una nuova maschera e c’hanno anche creato dietro una nuova mitologia che sembra presa pari pari da Hatchet più altre robe prese da altri slasher.
Insomma, un prodotto di una inutilità imbarazzante, con in aggiunta un cast vergognoso e quelle citazioni a casaccio che fanno solo venire il nervoso.
Di Scream infatti questa ciofeca ha solo il marchio e basta. Tutta la mitologia dietro al killer non ha un briciolo di senso, perché le azioni degli assassini di Scream non hanno mai avuto quel tipo di radici.
Hanno cambiato la maschera, hanno cambiato ambientazione. LO hanno chiamato Scream giusto per attirare i gonzi.
Arrivata alla seconda puntata mi sento di dire “ma Kome la musiKa non è importante??11!!!1 C’è l’asctag con il titolo e il cantante tutte le volte che se ne sente una!!!!11!”
E consapevole del fatto che TWD lo guarda davvero anche mio zio a quasi 70 anni suonati e tutte le volte viene da me a dire “Alua, ti l’è vistu deuolchinded?” aggiungo solo che lo pseudo-Randy sarebbe da prendere a ceffoni ogni volta che qualcuno fa un riferimento nerd/cinefilo(!!) a qualsivoglia altra serie o film vagamente attinenti al genere. Purtroppo mi rendo conto che qui la colpa è interamente da dare a Tarantino, che ha dato l’illusione ad un’intera generazione di cani che basta inserire riferimenti alla cultura pop per rendere un film automaticamente figo. In tal senso, il mio aMMoro ha fatto più danni che la peste bubbonica.
Ma le stronze siamo noi perché, sempre come dice lo pseudo-Randy, “bisogna interessarsi alle STORIE che gravitano attorno alla trama horror”… ah, sì. Proprio interessanti, guarda. E non sono le stesse che circolano in TV sin da Beverly Hills 90210, vero?
Ah, Ommadonna santissima, tutte le volte che appare quel cazzo di hashtag con il titolo e l’artista, ho la tentazione di scaraventare il monitor dalla finestra.
Ed è una cosa che accade spesso.
Sono tutti, tutti da prendere a ceffoni, la pseudo Sidney, che forse è la peggiore del cast, i due bambocci che ogni volta che entrano in campo gli sparerei, il figo misterioso che neanche è figo e neanche è misterioso. La bi-curiosa perché lesbica pareva brutto…
Potrei continuare per ore
Lu….
Il vero problema è che gli sceneggiatori/produttori/etcetera etcetera debbono fare il loro sporco lavoro, altrimenti la rete non paga.
Purtroppo le idee sono finite, mentre la madre dei fessi è sempre gravida.
Così vengono fuori aberrazioni di questo tipo.
Mah!
Pace profonda nell’onda che corre.
Ma ci sono anche tanti ottimi prodotti, anche horror. Questo è proprio nato male e cresciuto peggio. Un’aberrazione, come dici tu.
Imbarazzante…ed ho usato un termine educato. Alla quarta puntata ho detto basta. Il cast è composto da cani che meriterebbero una fine ingloriosa, la “nuova Sidney” (ossignur) è insopportabile. E stendiamo un velo pietoso sulla maschera. Concordo con Daniele. Le idee scarseggiano e il risultato è un insulto alla nostra intelligenza come sta robaccia qui (con una seconda stagione, tra l’altro, già confermata…)
Sì, perché pare che stia andando alla grande.
Io mi rifiuto di credere che a qualcuno possa piacere questo sfoggio di brutale ignoranza.
Stessa impressione la 4^ puntata è illuminante… che schifo di serie, come dice tu il cast è imbarazzante, recita battute scritte da coglioni su una sceneggiatura raccapricciante
SPOSIAMOCI ❤
Ahahahahha ❤ ❤
Scaricato il pilot tipo dieci secondi dopo la messa in onda ma poi, boh, mai avuto il coraggio di provarlo. Meglio così, va’ 🙂
E hai fatto bene! 😀
Grazie, grazie, grazie. Grazie a questo post probabilmente ho risparmiato qualche ora della mia vita!
Dovere! Siamo qui apposta 😉
L’ha ribloggato su Writing outside of the Boxe ha commentato:
I have been meaning to watch this.
A questo punto, mi ritengo fortunato a non aver visto nemmeno il pilot 😦
Già le serie TV mi fanno venire le coliche, se poi mi vanno a toccare uno dei miei cult adolescenziali… bestia, potrei diventare davvero violento. Ma da quel che leggo, di Scream c’è solo il nome, quindi basta ignorare ‘sta spazzatura e fare finta che non sia mai esistita. Lo sto facendo molto spesso, negli ultimi tempi, verso le cose che prima mi provocavano l’orticaria… vivo un sacco meglio, ora… ciò non significa che non stia facendo una bella macumba ai produttori di questo scempio, sia ben chiaro! 🙂