Ash

Regia – Flying Lotus (2025)

Che ne dite di un body horror ambientato nello spazio per cominciare bene la settimana? Oltretutto, lo trovate comodo in flat su Prime, che di questi tempi, è un piccolo miracolo.
Ash è l’esordio in un lungometraggio del musicista e produttore Flying Lotus. Non è il suo primo approccio all’horror, perché aveva diretto un’antologia nel 2017 (Kuso) e un segmento di V/H/S 99 nel 2022 (Ozzy’s Dungeon). A proposito, lo avete ascoltato il lungo speciale di Nuovi Incubi dedicato a tutta la saga di V/H/S? No? Male.
In questo film, Flying Lotus non si limita a stare dietro la macchina da presa: si ritaglia un piccolo ruolo nello striminzito cast di personaggi in campo, compone ovviamente la colonna sonora e produce, insieme a una nostra vecchia conoscenza, Neil Blomkamp. E in effetti, qualcosina dello stile di Blomkamp traspare anche in Ash, che è una specie di compendio di tutto l’horror di fantascienza arrivato sullo schermo nell’ultimo mezzo secolo compresso in una novantina di minuti. Ma miscelato con gusto, consapevolezza e quel tocco di psichedelia al neon che non guasta mai. 

Una donna, Riya (Eiza González) si sveglia in una stazione spaziale su un pianeta sconosciuto senza avere alcuna memoria di come sia finita lì. Aggirandosi per i corridoi si rende conto che l’equipaggio è stato massacrato e che lei è l’unica sopravvissuta di un evento che non riesce a ricordare, se non per brevi e spaventosi frammenti che le appaiono casualmente. Quando un astronauta (interpretato da Aaron Paul) si presenta alla porta della stazione, affermando di conoscerla, di essere un suo collega e di essere lì per soccorrerla, Riya dovrà decidere se fidarsi di lui o cedere alla paranoia crescente.
Il film ricostruisce in parte le ore immediatamente precedenti l’eccidio e in parte racconta i vari tentativi dei due superstiti di lasciare il pianeta. Che è un discreto spettacolino di cenere tossica, come da titolo, e strane luci colorate che appaiono in cielo a intermittenza.
In teoria, doveva essere un posto perfetto da terraformare, perché ha un’aria quasi respirabile, anche se dopo pochi minuti ti intossichi, ma son dettagli, e persino una sorta di vegetazione.
Si lascia intendere che la terra sia diventata quasi del tutto inabitabile e che Riya e gli altri astronauti facessero parte di una serie di missioni spedite un giro a trovare una nuova casa per l’umanità.
La missione non si rivela proprio un successo.

Come vedete, accennando soltanto in maniera molto generica alla trama del film, e senza entrare in dettagli che ricadrebbero sotto la mannaia degli spoiler, Ash è davvero un piccolo Bignami low budget. Ci sono Alien e suo cugino Prometheus, c’è Event Horizon, un pizzico de La Cosa, e anche classici anni ’70 sepolti dal tempo come Silent Running.
Insomma, Flying Lotus conosce la materia e si diverte come ci divertiremmo tutti se ci dessero qualche milioncino in mano per mettere in scena i punti di riferimento della nostra educazione cinematografica.
Però, e ve lo assicuro, se Ash fosse soltanto questo, non ci troveremmo qui a discuterne. Flying Lotus ha personalità, ha controllo, sa dirigere gli attori e ha uno sguardo personale su tutto questo frullato di ispirazioni che arrivano da lontano.
Più di tutto, ma era evidente dai tempi di V/H/S, ha un gusto tutto particolare per le immagini repellenti, per i corpi deformati in maniera grottesca, per le ferite traumatiche e, in generale, per il sangue che scorre a fiumi.

Dopo una quarantina di minuti relativamente calmi, in cui ci sono soltanto due personaggi in scena e il film assume una piega oserei dire investigativa, Ash sbrocca. Non da un punto di vista narrativo, perché non ci sono molte sorprese da quelle parti, ma da un punto di vista estetico e di ritmo.
Prima spunta un attore famoso per la sua capacità di menare le mani come Iko Uwais (noto per i due The Raid, ma anche come collaboratore fisso del cocco mio Timo Tjahjanto), che si presenta in campo per una sequenza violentissima di combattimento in soggettiva, sputa qualche litro di sangue, incassa l’assegno e torna a casa; poi assistiamo a un’operazione chirurgica senza anestesia sul modello di quella di Prometheus, ma in un’altra parte del corpo che non sto a dirvi; poi arrivano i lumaconi tentacolari parassiti alieni; poi qualcuno se ne va a passeggio con la testa sfasciata grugnendo per gli ultimi venti minuti, e via così, di poetic cinema in poetic cinema.
E a quel punto cominci proprio a volergli bene, a Flying Lotus, perché non era solo il contesto folle di V/H/S che lo spingeva all’eccesso, no. Lui è proprio così.

Per un film costato poco, Ash non ha quell’aspetto un po’ sciatto e poverello di parecchi horror indipendenti, anzi, sembra che per realizzarlo abbiano speso almeno sei volte tanto la cifra ufficiale (che è di poco sotto al milione di dollari). Ha degli ottimi effetti speciali digitali per quanto riguarda l’aspetto del pianeta, ma sono quelli pratici a far strabuzzare gli occhi. Non so se vi siete resi conto che, negli ultimi anni, anche i film più indie tendono a ricorrere agli effetti dal vero, soprattutto quando si tratta di mazzate e arti strappati. La ragione è che, nonostante abbiano un costo superiore, funzionano sempre molto meglio, e un film in cui si fanno a pezzi le persone per gran parte del minutaggio fonda la sua credibilità sulla loro resa.
Ma effetti speciali truculenti e non a parte, Ash è proprio bello da vedere: bei colori fluo all’esterno e all’interno, design delle tute da astronauta molto interessante e anche originale, scelte di inquadrature mai banali e sempre sorprendenti. 

González, che avevo visto soltanto in Godzilla vs Kong e in Baby Driver, è bravissima, e si porta a spasso tutto il film per l’intera durata. Gli altri, Aaron Paul compreso, appaiono relativamente poco, ma sono comunque delle buone spalle per dare un minimo di tregua alla protagonista; alla poveretta ne capita di ogni, viene ferita, sballottata, pestata come un sacco da boxe, attaccata dagli alieni, operata da sveglia. Una bella ordalia per una persona sola.
Se vi serve un’oretta e mezza di intrattenimento leggerino, ma mai sciocco, e vi piacciono i film che non hanno paura di impazzire nel terzo atto, Ash vi divertirà un mondo.
Vi divertirà un mondo anche se vi piace il rosa fosforescente.

2 commenti

  1. Avatar di Giuseppe
    Giuseppe · ·

    Peccato che al momento io sia sprovvisto di Prime, perché Ash ha attirato da subito la mia attenzione. E dalla tua rece leggo esserci al suo interno praticamente tutto quello che mi aspettavo di trovarci…

  2. Avatar di Austin Dove

    mi hai ispirato e me lo sono guardato; devo dire che sono morto dentro alla spiata dalla porta socchiusa 😂

    ma secondo te, prima del twist finale era tutta immaginazione vero? perke sennò non si spiega molto dal risveglio in poi…