
Regia – Francis Lawrence (2005)
Questo mese ci andiamo a cacciare nel ginepraio degli adattamenti dai fumetti che precedono l’ascesa del MCU, e lo facciamo con un film ai tempi oggetto di frizzi, lazzi e insulti di varia natura. Ho scoperto con grande sgomento la sua recente rivalutazione, perché mi ricordo esattamente la pessima accoglienza ricevuta dal film 20 anni fa, in parte dovuta alle numerose libertà che Lawrence si prese con il materiale di riferimento: Constantine non è inglese, la storia è ambientata a Los Angeles, le motivazioni per cui il personaggio ha un destino segnato (finirà all’inferno) sono completamente diverse da quelle del fumetto, più altri dettagli sparsi che non sto qui a rivangare perché non sono il fulcro dell’articolo e perché potete trovare con comodo l’elenco dei tradimenti con una ricerca su Google.
Ciò che mi preme sottolineare, riguardo a Constantine, è che si tratta di un film con un’estetica pazzesca, molto definita e caratterizzata che, visto oggi, fa rimpiangere i bei tempi andati, quelli prima che lo stile Marvel arrivasse ad appiattire tutto.
Soltanto tre anni prima dell’uscita di Iron Man nelle sale, abbiamo un film che mischia horror, noir, fuffa teologica alla maniera di The Prophecy, action e poliziesco, e lo fa amalgamando il tutto con una visione precisa e personale. E non si tratta di un piccolo film come The Punisher: War Zone, si tratta di un blockbuster infarcito di star.
Non è “colpa”, se di colpa si può parlare, della Marvel, se da quando ha fatto una montagna di soldi con il MCU, tutti i blockbuster hanno finito per somigliarsi tra loro e diventare, di fatto, indistinguibili; la colpa è dei pavidi produttori che si sono accodati, nella convinzione errata che il pubblico sia composto da un corpo nebbioso di idioti. La rivalutazione di un film come Constantine, che non è eccezionale, ma funziona, dimostra che nel 2025 anche un prodotto di media fattura spicca come se fosse un’opera rivoluzionaria. Non per la scrittura, che è decisamente convoluta, non per chissà quali temi messi in campo o perché Constantine spunta le giuste caselle nel bingo del cinema virtuoso e corretto. Lo hanno rivalutato soprattutto perché è bello da vedere, anche se dietro la macchina da presa c’è un regista mediocre. In confronto ai fratelli Russo, Lawrence sembra Howard Hawks redivivo; in confronto a quel video di Tik Tok di oltre due ore che risponde al nome di Wicked, Constantine pare Il Grande Sonno.
Non so esattamente quando i direttori della fotografia siano stati obbligati con la fustigazione a illuminare tutto come se le fonti di luce dovessero essere giustificate in maniera realistica. So solo che il risultato è che nelle scene notturne non si vede un cazzo e le scene diurne sono così poco interessanti che ci si addormenta in sala.
Al pubblico, delle fonti di luce presenti in campo interessa poco o niente: quando Constantine viene aggredito dal demone degli insetti, siamo in una strada buia, e in teoria, la luce arriva da una stazione di servizio alle sue spalle e dai fari delle auto di passaggio. Realisticamente, non c’è alcuna ragione perché nel corso della sequenza gli spettatori riescano a distinguere ogni dettaglio, persino il sangue che Constantine sputa a terra dopo un eccesso di tosse. E invece, sorpresa sconvolgente, si vede ogni cosa, ed è bellissimo così. Forse, i produttori sono arrivati a credere chi va a vedere i blockbuster non sia più in grado di sospendere l’incredulità, cosa che, per le fonti di luce, abbiamo fatto in automatico a partire dagli anni ’30.
L’estetica di Constantine è quella di un neo-noir, ma esasperata dalla derivazione fumettistica della storia; è quindi coerente che sia un film molto contrastato e anche colorato, considerando anche la sua appartenenza al cinema gotico a cavallo tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del secolo. C’è un po’ la lezione di Tim Burton (il direttore della fotografia è Philippe Rousselot), un po’ quella di Proyas e de Il Corvo; si passa infine per tutto quel mucchio di film goth che fanno capo ad Underworld. Insomma, è facile andare a rintracciare i motivi per cui Constantine è messo in scena e illuminato così. E d’altronde, ogni cosa ci riporta dritti a Barker e al suo Il Signore delle Illusioni, datato 1995.
Tutto ciò per dire che la commistione, sia visiva che tematica, tra noir e horror in salsa gotica, era una faccenda abbastanza comune all’epoca dell’arrivo in sala di Constantine. Non era particolarmente originale o innovativo. Era funzionale al pubblico di riferimento di un film di questo tipo.
La struttura narrativa di Constantine è, anche quella, classica e risaputa: un manufatto che ha il potere di far incarnare il figlio di Lucifero, una guerra cosmica tra agenti del male e agenti del bene, nello svolgimento della quale l’umanità è una pedina da far pendere da un lato e dall’altro; tradimenti, cambi di schieramento, un disinteresse totale per la nostra sorte e, in mezzo, Constantine che affronta la sua ultima missione, dopo la diagnosi di un cancro ai polmoni che gli lascia pochi mesi di vita.
È simpatico notare che, lo stesso mese e lo stesso anno di Constantine, va in onda il primo episodio di Supernatural (auguri anche ai Winchester, quindi), e in effetti, Constantine potrebbe essere confuso per un episodio, molto lungo e costato sei volte tanto, di Supernatural. È un complimento da fan di vecchia data di Supernatural, ma è anche un modo per ribadire quanto Constantine sia figlio dei suoi tempi, quanto all’epoca questa roba vendesse.
Nonostante in molti lo abbiano criticato, il film ha incassato 230 milioni di dollari a fronte di un budget di 100. Non ha proprio sfondato, ma si è difeso. Oggi, un film con questi nomi e con l’ammontare di effetti speciali richiesti soltanto per realizzare le visioni dell’inferno di Constantine, arriverebbe a costare almeno 300 milioni; per il 2005, si trattava di un investimento sì ingente, ma comunque relativo a una nicchia specifica: i film tratti dai fumetti non avevano la risonanza odierna, non si andava a colpo sicuro a produrli. Anche se studiato per farsi riconoscere immediatamente dal proprio pubblico, portare in sala un film come Constantine era un rischio. Calcolato, ma pur sempre un rischio.
Quelli di Constantine sono gli anni di Blade e di Hellboy: Blade e Constantine escono con la categoria di censura Restricted, Hellboy con quella PG13, ma ci troviamo più o meno nello stesso settore, ovvero film con un immaginario che è dichiaratamente horror, un’estetica dark e con degli antieroi al centro delle rispettive storie. Se non proprio antieroi, protagonisti con degli ingombranti tratti di ambiguità morale.
Constatine è un film violento, in cui muore un sacco di gente, i personaggi commettono azioni esecrabili, gli angeli sono dei farabutti e Lucifero alla fine è quello moralmente più solido e rispettabile. È un divertentissimo baraccone pieno di mazzate e sparatorie, con un cast che fa stropicciare gli occhi per l’incredulità: a parte Reeves, che si spera prima o poi riesca a riprendere il ruolo ed emana carisma solo tenendo in mano una sigaretta, abbiamo Rachel Weisz, Tilda Swinton, Peter Stormare, Djimon Hounsou, tutti lì insieme a fare i pagliacci per 120 minuti (pagliacci in senso assolutamente positivo) con una serietà commovente.
Constantine è un esempio di cinema di puro intrattenimento fatto con sia con consapevolezza che con partecipazione; è un reperto archeologico di un’epoca in cui produrre un blockbuster era ancora una faccenda avventurosa e pioneristica. Speriamo solo che prima o poi il parco dei divertimenti della Marvel chiuda.
Postilla che non c’entra niente: chiunque sia la persona meravigliosa che mi ha regalato l’abbonamento a WordPress per il 2025, si palesi qui. Grazie.












Tuttora lo rivedo volentieri quando lo ritrovo davanti, nelle rare volte in tv o online.
Un remake con Reeves lo rivedrei volentieri.
È un film figo, interessante e che si guarda davvero con piacere. Ci sono un sacco di cose che restano impresse. Ne vorrei uno all’anno di film così!🙂
Ma anche io ne vorrei uno all’anno. Ci mancano tantissimo i film così
P
La “P” dipendeva dal fatto che via android NON riesco a commentare…scusate lo spam involontario. Ci tenevo solo a sottolineare questo gioiellino (fatto con due lire, ma, imho, bellerrimo) per gli amanti del fumatore con la faccia da sting: https://www.youtube.com/watch?v=7MQINpiYRPw&ab_channel=WakingDreamStudios
Io non so cosa voglia WordPress da Android perché ci sono difficoltà da sempre. E io non ho alcun potere in merito. Comunque, non preoccuparti per lo spam. I commenti con dei link entrano automaticamente in moderazione.
M
La tua recensione mi ha fatto venire voglia di recuperare questo titolo, che all´epoca avevo snobbato, da appassionato del fumetto (allora ancora in corso di pubblicazione) per nulla convinto della hollywoodizzazione del personaggio. E da poco c´era stato l´adattamento cinematografico della Lega dei gentiluomini straordinari, da cui ero rimasto scottato. Ora penso di poter intraprendere la visione del film per quello che é, puro intrattenimento fracassone, senza necessariamente paragonarlo alla versione cartacea.
Venendo alla postilla, mi paleso: sono io che ti ho nuovamente regalato l´abbonamento annuale. L´anno scorso era stato principalmente per invogliarti a tornare, auspicando il veloce superamento del tuo periodo negativo. Quest´anno é per ringraziarti di averlo fatto e di continuare a condividere con noi il tuo amore per il cinema (horror, ma non solo).
Grazie di cuore. Io sono davvero commossa per questa partecipazione. Quando mi prenderanno i momenti di sconforto, penserò a quello che hai fatto per me e li farò passare.
Buongiorno Lucia,posso immaginare che in tempi in qui i film tratti dai fumetti non erano garanzia di grossi incassi,e non godevano della piena fiducia dei finanziatori,probabilmente i registi subivano forse meno intromissioni da parte dei dirigenti,insomma ci credevano meno,ma forse proprio per questo i registi erano credo più liberi di fare quello che volevano,o perlomeno poter portare in scena tante loro idee,poi ahimè succede quello che capita quasi sempre quando una determinata tipologia di film incontra il successo assoluto,non sono più l’eccezione ma la regola,diventano la norma,e parte integrante della produzione Hollywoodiana,se non la quasi totale purtroppo,perchè diciamolo pure Lucia,Hollywood avrebbe i mezzi necessari per poter portare in scena chissà quante belle cose,ma ormai la maggior parte dei grossi investimenti sono riservati quasi unicamente ai cinefumetti,togliendo fondi a tanti potenziali kolossal di genere,come ad esempio la nuova versione di “Viaggio Allucinante” che James Cameron da anni cerca invano di produrre.In ogni caso tornando ai cinefumetti,quando appunto diventano la norma,la dirigenza ci investe più denaro,si aspettano milardi di dollari,ed impongono determinate scelte nella realizzazione di questi film,ovviamente appiattendoli tutti,perchè tanto si sa,che una volta i film tratti dai fumetti erano più belli è senza tempo,è un pò il segreto di pulcinella,tutti lo sanno,ma pochi lo ammettono!. Buon Compleanno a Constantine,che nonostante i suoi limiti,a carattere da vendere,di un sequel se ne parla tutt’ora,ma considerando i tempi che corrono,non so se lo vorrei!.
Tutto giusto però a cambiare le carte in tavola è stato Nolan con la sua trilogia su Batman a cui la Marvel si è ispirata in continuazione ed a cui non è mai riuscita ad arrivare.
Ma non saprei, per quanto io non ami il cinema di Nolan, non lo ritengo affatto responsabile dell’appiattimento estetico. I suoi Batman hanno un’estetica forte, che a me non piace, ma comunque sua.
Ma infatti, come dicevo, lui non è il responsabile dell’appiattimento estetico. La vera responsabile dell’appiattimento estetico e culturale di tanto cinema di oggi è comunque la Marvel/Disney. Quello che intendevo dire è che la Marvel ha più volte cercato di rifarsi a Nolan o di replicare alcune sue idee, ma senza successo.
Per me, Nolan è uno dei grandi dell’attuale panorama cinematografico, ed è normale che non piaccia a tutti. Tuttavia, è indubbio che la sua influenza sull’industria cinematografica di oggi sia totale: basti pensare a film come Dunkirk (che ha incassato moltissimo pur senza la presenza degli americani) o Oppenheimer (che il 90% degli spettatori non avrebbe mai visto se non fosse stato firmato da lui).
Inoltre, c’è un altro dato di fatto: i cinecomic hanno iniziato a incassare cifre enormi dopo Il Cavaliere Oscuro. È quindi naturale che, all’interno del sistema produttivo, si sia cercato di ispirarsi a quel modello—che però, per la Marvel, resta inarrivabile.