Hellboy: The Crooked Man

Regia – Brian Taylor (2024)

Volevo ricominciare con qualcosa che sarebbe piaciuto a Davide, e in effetti noi, su questo film, avremmo dovuto farci un episodio del podcast. Figuratevi se ci saremmo lasciati sfuggire l’occasione di parlare di un Hellboy da discount girato in Bulgaria e poi uscito con grande ritardo, causa fallimento in corsa della casa di distribuzione. Poi purtroppo è successa la vita di merda che al solito rovina tutti i piani.
Ho il forte sospetto che Davide avrebbe gradito questo Hellboy costato 20 milioni di dollari e fedelissimo al fumetto. Di fatto, è a oggi l’adattamento più aderente al lavoro di Mignola (che infatti ha apprezzato pubblicamente); poi è tanto poverello, con degli attori non proprio in gran spolvero e il reparto effetti speciali che deve aver lavorato alla disperata dentro a un capannone senza riscaldamento e acqua corrente. Ma noi gli vogliamo bene lo stesso, soprattutto perché dirige Brian Taylor.

Hellboy: The Crooked Man è tratto dall’omonimo fumetto uscito in tre numeri nel 2008. Anzi, a voler essere precisi, The Crooked Man comprende i primi tre numeri di una serie intitolata The Crooked Man and Others. Nelle intenzioni della Dark Horse, della Millennium Media, dello stesso Mignola (autore della sceneggiatura) e del povero Taylor che ci credeva tantissimo, questo doveva essere l’inizio di un reboot integrale dell’Hellboy cinematografico, dopo il bagno di sangue che ha messo la parola fine alla carriera di Neil Marshall nel 2019. Anche la carriera di Taylor non era proprio in forma smagliante, ma in questo caso l’investimento è microscopico e sono certa che ce lo ritroveremo a dirigere altri filmacci a basso budget in un batter d’occhio. Per quanto riguarda invece le apparizioni cinematografiche di Red, è tutta un’altra storia, e non mi sembra si prospetti un lieto fine.

Forse, dopo tanto struggimento, possiamo concludere che Hellboy al cinema, da un punto di vista commerciale, funziona poco e funziona pure male. È vero che entrambi gli Hellboy di del Toro, splendidi, magnificenti, barocchi, hanno recuperato il budget e la Legendary ci ha pure guadagnato qualcosina sopra, ma non sono mai stati blockbuster. Quello di Marshall è stato un disastro su tutta la linea, e non perché fosse un brutto film, ma perché c’erano delle aspettative di farci sopra una valanga di soldi e sono state disattese. The Crooked Man parte già con delle aspettative molto basse, quindi il fallimento è meno eclatante e strombazzato; ciò non significa che non sia lo stesso un fallimento: distribuito poco e male a settembre, incassa soltanto 2 milioni in sala, per poi finire in streaming e addio.

Eppure, al netto della miseria generale dell’operazione, Hellboy: The Crooked Man è un fanta-horror godibilissimo, che intrattiene a dovere e ha tantissime idee di messa in scena prodotte da quella mente vulcanica di Taylor, qui in forma eccezionale. Insomma, non me lo sottovalutate che non se lo merita.
Racconta del nostro demonietto preferito in viaggio negli Appalachi nel 1958. Dopo aver perso un “carico”, Hellboy (Jack Keasy) e l’agente del B.P.R.D. Bobbie Jo Song (Adeline Rudolph) finiscono in un villaggio sperduto in mezzo ai boschi a combattere contro una potentissima entità malvagia, il Crooked Man del titolo, che ha talmente infestato il suolo da renderlo un coacervo di maledizioni, stregonerie varie, morti che resuscitano e un sacco di grattacapi per Hellboy e la povera Bobbie, alla sua prima esperienza sul campo dopo una vita passata e fare ricerche d’archivio.
Rispetto al fumetto, sono stati aggiunti proprio il personaggio di Bobbie, che è comunque molto interessante nella sua relazione complicata, da scettica, col soprannaturale, e una sottotrama che vede la madre di Hellboy all’inferno a soffrire per l’eternità. Per il resto, se avete letto The Crooked Man, non troverete grosse sorprese.

Il film è un esempio perfetto di come sia possibile estrarre il meglio da un budget risibile soltanto grazie all’abilità dietro la macchina da presa. Taylor è chiaramente uno innamorato del materiale di partenza, ed è abituato a dare un dinamismo enorme a qualsiasi sequenza dai tempi dei pattini a rotelle usati per girare Crank; con i supereroi dark ha già avuto a che fare (andrebbe pure rivalutato il suo sequel di Ghost Rider, realizzato insieme a Neveldine); gioca in casa e si diverte, anche se si nota ogni tanto che proprio più di così non era possibile fare. Si nota soprattutto quando Taylor non ci bombarda con l’azione, nelle scene di dialogo, nei momenti più calmi, quando diventa difficile mascherare il fatto che non ci sono soldi per costumi e scenografie, che i set sono recuperati, che si sta lavorando in Bulgaria e c’è la produzione che ti corre dietro perché tu porti a casa almeno cinque scene in una giornata. Si nota anche quando gli effetti speciali digitali sono in primo piano, come nella parte iniziale con il ragno gigante, ma lì Taylor è molto bravo a camuffare il tutto con un montaggio molto serrato e usando la creatura il minimo indispensabile. 

Il film, al contrario, brilla quando diventa un film d’assedio: tutta la parte centrale ambientata nella piccola chiesa del villaggio, con allegata resurrezione di massa dei morti del cimitero locale, è davvero da manuale del cinema horror d’azione: è chiara, è essenziale, è violenta e restituisce un senso di pericolo reale per i personaggi. Anche la recitazione, in quel contesto, migliora, e il tutto fa presagire che, con qualche soldo in più, una nuova saga con Taylor saldo al timone, avrebbe potuto darci qualche bella soddisfazione.
Purtroppo, così come lo hanno fatto uscire, THe Crooked Man somiglia più a un fan film fatto da appassionati, o a un lungo pilot per una serie che mai vedrà la luce, ma di una televisione concepita in maniera ormai troppo superata.
Chi ama Hellboy amerà anche questo film; chi è legato al ricordo delle opere di del Toro si sentirà ferito nel profondo. Io, che sono di bocca buona, ho apprezzato lo sforzo titanico di Taylor e il tentativo di fare una trasposizione molto aderente al testo, pur non avendone i mezzi. 
Peccato. Comunque guardatelo che vi divertite. 

9 commenti

  1. Avatar di gipo

    Peccato, perché hellboy, specialmente quando lo disegna mignola, è proprio un bel fumetto. Forse la difficoltà è proprio rendere quel tipo di atmosfera cambiando di medium.

    1. Avatar di Lucia

      Ma secondo me no, l’atmosfera la rendono benissimo tutti i film. In un certo senso è “colpa” di del Toro: siamo convinti che il vero Hellboy sia il suo, quando non è così, lui si è preso tantissime libertà, ma ha impostato uno standard che ora il pubblico a digiuno del fumetto chiede di rispettare.

      1. Avatar di Giuseppe
        Giuseppe · ·

        Esattamente, e da quel 2008 in poi tutti ne han fatto le spese, compreso il povero Marshall. In tantissimi aspettavamo un terzo capitolo con Guillermo ancora in cabina di regia e, com’era prevedibile, l’attesa era ormai “parametrata” su quegli standard (appunto): l’errore era pensare che chiunque avesse preso in mano le redini del personaggio, una volta uscito del Toro dal progetto, vi si dovesse attenere fedelmente… Com’è andata a finire lo sappiamo bene tutti e lo vediamo di nuovo con l’incolpevole Taylor, in grado di fare veri e propri miracoli con quello che aveva a disposizione (altro grande sforzo purtroppo NON premiato, il suo 😞).

        1. Avatar di Lucia

          Purtroppo, una volta estromesso del Toro, le conseguenze si pagano.

  2. Avatar di Fabio

    Ciao Lucia,buongiorno e ben ritrovata!.C’è da dire che Hellboy resta perseguitato dalla sfiga,anche se sulla questione sollevata da molti ai tempi della diffusione del trailer,sul cosiddetto fan movie,tendo ad alzare parecchio il mio sopracciglio,forse il fatto che spesso nei riguardi dei film tratti o basati sui fumetti,andando dietro a certi ragionamenti,tutti i film che non costano 200 milioni di dollari,sono dei fan movie.Essendo cresciuto ai tempi dei videonoleggi,in qui noleggiare film dell’orrore e di fantascienza di cassetta,rozzi ed essenziali,era la norma e formò di fatto i miei gusti,ogni tanto c’era spazio anche per i film grossi,ma era soprattutto con questi film piccoli che passavo i miei pomeriggi liberi,è lo faccio ancora.In fondo non è un caso che dietro questo piccolo ma divertentissimo film ci sia lo zampino della “Millennium Films”,che per chi è stato della mia leva,potrebbe ricordarla con il suo vecchio nome,la “NU IMAGE”,che era una piccola casa di produzione di film destinati al mercato delle VHS,fondata ai tempi da alcuni ex collaboratori della mitica “CANNON”,è parte del loro retaggio,è mamma mia che ricordi,nel mio caso ricordo soprattutto i loro filmacci a tema “animali assassini”.Il punto è che nonostante possano avere magari più soldi a disposizione rispetto a quei film scalcinati di inizio millennio,restano comunque una realtà produttiva ben diversa da quelle normalmente associate ai cinecomics,nei migliori dei casi,potrebbero vantare budget medi,ma nulla di più.Lamentare della qualità di certi effetti visivi e speciali,lo posso accettare quando si parla di film costosissimi,in qui sarebbe il minimo aspettarsi una cura estetica sopraffina,ma considerando che anche in quelle produzioni riescono a tirare fuori roba davvero brutta,vale davvero la pena attaccare un bersaglio così facile come “Hellboy:The Crooked Man”,che di milioni ne è costato poco più di 20?.Da parte mia ho trovato questo film davvero molto divertente,è con un immaginario horror davvero soddisfacente,glissare sulla qualità visiva di certe scene o certi trucchi prostetici,per me è qualcosa di spontaneo,mi viene naturale,fà parte di me.Al pubblico più giovane che l’ha sbeffeggiato,penso che siano semplicemente viziati da certi modelli produttivi,pieni di soldi,ma con zero passione,per quella parte di pubblico invece della mia età o più grandi ancora,credo che abbiano in un certo senso dimenticato il loro passato di fruitori di b-movie caserecci dei tempi delle videoteche,insomma puntare meno il dito e ritornare a godersi i film fatti con passione,anche se un un pò buzzurri!.

  3. Avatar di loscalzo1979

    Il film diverte e intrattiene, il problema non credo sia neanche l’eredità dei film di Del Toro: è che le persone pensano a un cinecomic e pensano allo standard MCU ormai, se te ne distanzi l’utente medio dei cinema non ti premia ahimè

    1. Avatar di Lucia

      Però Hellboy è un po’ più di nicchia, è sempre stato considerato una cosa diversa. Sicuramente la Marvel c’entra (la Marvel c’entra sempre), però anche l’attaccamento ai vecchi film ci mette del suo.

  4. Avatar di Valerio
    Valerio · ·

    Impossibile non voler bene a questo film. Vale la pena vederlo anche soltanto per le invenzioni visive di Taylor, veramente bravissimo a trovare qualsiasi espediente per sopperire alla penuria di mezzi.

    1. Avatar di Lucia

      Ma infatti noi gente come Taylor la dobbiamo sempre sostenere