Pillole avanzate da Halloween

La fine della Spooky Season è sempre un momento molto deprimente per ogni appassionato di horror che si rispetti; non che il resto dell’anno il cinema dell’orrore sparisca delle nostre vite, anzi, è solo che in ottobre diventiamo tutti un po’ psicotici e sembra quasi che il mondo giri intorno alla nostra passione. 
Adesso ci sentiamo come Michael che mangia i cereali con aria affranta. Ma niente drammi, che qui si procede come dopo ogni grande abbuffata: si mangiano gli avanzi per i giorni a venire. Che, mi dicono, sono pure più buoni. 
Abbiamo quindi la bellezza di cinque film di cui parlare brevemente in questa edizione delle Pillole, roba vista durante la Spooky Season e rimasta fuori dalla challenge per svariati motivi. Basta chiacchierare e via con la rassegna. 

Cominciamo con un film che potete trovare con comodità su Disney Plus e che nasconde tante belle sorprese. Mr. Crocket è l’esordio alla regia di Brandon Espy, un giovanotto di 37 anni con alle spalle qualche cortometraggio e un paio di episodi di alcune serie televisive. Racconta del presentatore di una trasmissione per bambini, il Mr. Crocket del titolo, che si materializza dalla tv nelle case dei genitori violenti, noncuranti, distratti o, secondo il suo insindacabile giudizio, incapaci di prendersi cura dei loro figli, li ammazza e si porta via i bambini per farli vivere per sempre nel suo magico mondo di pupazzi e giochi.
Sembra la trama di un horror per ragazzi dei primi anni ’90 o di un libro di R.L. Stine, ma non è per nulla adatto a un pubblico sotto i 14 anni, perché non risparmia il gore e la violenza, come nella scena d’apertura, per esempio, che può vantare una delle morti più disgustose dell’anno. 
Impressionante, e anche molto spaventoso, Elvis Nolasco, che interpreta il personaggio del titolo, e bellissima tutta la distorsione operata da regia e reparto scenografie del tipico immaginario legato ai programmi per bambini del secolo scorso. 
Da vedere se vi è piaciuto Banana Splits: The Movie e se avete pensato che Five Nights at Freddy’s fosse troppo leggero.

Spostiamoci in Cile per la quota found footage delle Pillole e andiamo a conoscere le tre scoppiate protagoniste di Invoking Yell, diretto da Patricio Valladares, che a quanto mi dice la sua pagina IMdB, è un veterano dell’horror cileno a basso budget.
Anche qui ci troviamo negli anni ’90, nel 1997 per la precisione, e seguiamo un gruppo black metal composto da due soavi fanciulle, le Invoking Yell, appunto: Andrea, che prende tremendamente sul serio la sua missione di donare al mondo angoscia e disperazione tramite la musica, e Tania, che invece è un po’ più cazzona, chiedono alla loro conoscente Ruth, che possiede una telecamera, di andare a fare un giretto nei boschi per realizzare un videoclip per il loro primo demo. Non finirà bene per nessuna di loro. 
Invoking Yell ci mette tanto, tantissimo, per arrivare al punto in cui finalmente diventa un horror. Per la prima ora, infatti, è davvero una scampagnata nei boschi un po’ più dark della media; di conseguenza, il vostro gradimento dipenderà da quanto desiderio avrete di passare del tempo con queste tre ragazze. E vi avviso: non faranno nulla per starvi simpatiche. A me sono piaciute moltissimo, soprattutto Andrea, che mi ha ricordato la me stessa adolescente, e ho in particolare apprezzato come Valladares riesce a restituire l’atmosfera di un’epoca, attraverso la prospettiva di una nicchia molto specifica e ridottissima. 
Da vedere se vi è piaciuto Lord of Chaos e, soprattutto, se siete in grado di ridere di voi stessi e di ciò che eravate. 

Sempre in zona cinema indie costato quattro pacchetti di arachidi, e sempre a proposito di protagoniste a cui non interessa stare simpatiche al pubblico, andiamoci a occupare di  Last Straw, anche questo un esordio dietro la macchina da presa, perché lo sappiamo che qui nelle PIllole gli esordi vanno fortissimo.
Last Straw è un home invasion, anzi, un diner invasion, è girato al 90% in un’unica location e vede il gradito ritorno di Jeremy Sisto al cinema horror, anche se in un ruolo minuscolo.
La povera Nancy non sta avendo la migliore delle giornate: dopo che il padre, proprietario della tavola calda in cui lei lavora, le ha appioppiato il turno di notte, un gruppo di individui mascherati si presenta all’esterno del locale, armati di un opossum morto, coltelli, pistole e pessime intenzioni.  Nancy non ha nessuno che la possa aiutare, perché ha pensato bene di licenziare il cuoco che avrebbe dovuto coprire il turno con lei, e adesso deve riuscire ad arrivare viva al giorno dopo. 
Il film, lungi dall’essere un classico home invasion, ha un paio di twist da offrire in pasto al pubblico, e pure una narrazione degli eventi non lineare. È teso, violento, terribilmente cupo, e ha come punti di forza l’interpretazione di Jessica Belkin che si porta a spasso il film da sola, e la colonna sonora carpenteriana firmata da Alan Palomo. 
Per gli amanti di The Strangers di Bertino e per i delusi dal The Strangers di Harlin.

Andiamo un secondo in serie A, per un film che magari non è proprio da Pillole, ma non sapevo dove altro infilare. Trattandosi comunque di un esordio, ci può anche stare, perché è il primo film da regista di Anna Kendrick. Parliamo ovviamente di Woman of the Hour, la mia scelta della challenge per la giornata dedicata ai film tratti da una storia vera, e disponibile su Netflix.
Non si tratta neanche di un horror, a dire la verità, ma fa parte della categoria moralmente discutibile del true crime. È infatti ispirato alla truce vicenda del serial killer Rodney Alcala, colpevole di aver ucciso 5 donne tra il 1977 e il 1979. Queste le vittime accertate, anche se pare siano state tante, ma proprio tante, di più. Era così sicuro di sé, Alcala, da partecipare al popolare gioco televisivo The Dating Game (da noi Il Gioco delle Coppie). 
Kendrick mi ha davvero sorpresa, perché è stata bravissima a raccontare non tanto l’assassino e le varie atrocità da lui commesse in quanto tali, ma il contesto all’interno del quale è stato così facile che si potessero verificare. Per questo Woman of the Hour è un thriller riuscitissimo e fa anche tanta paura. Vedere la scena nel parcheggio per credere. Il true crime continua a essere un genere che guardo con estremo sospetto, ma se è fatto in questo modo, si merita soltanto complimenti. 
Per chi è stanco della pornografia del dolore.

Chiudiamo, al solito, con il meglio, e restiamo sempre su Netflix, stranamente foriera di un paio di ottimi film. Attenzione, però, perché It’s What’s Inside non è una produzione originale del colosso dello streaming, ma un film indipendente, presentato al Sundance di quest’anno e solo in seguito acquisito per la distribuzione da Netflix. E quasi mi dispiace, dato che su grande schermo potrebbe funzionare addirittura meglio. È quindi perfettamente in linea con lo spirito delle Pillole, anche perché, indovinate, si tratta di un esordio.
Greg Jardin scrive e dirige questa commedia fantascientifica che parla di un gruppo di amici, riuniti dopo tanti anni in occasione dell’addio al celibato di uno di loro. Uno degli invitati si presenta alla festa con una strana valigetta e propone agli altri un gioco: all’interno della valigetta c’è infatti un macchinario che consente di fare a scambio di corpi tra i partecipanti. Seguirà caos.
Il film è davvero una commedia degli equivoci che usa il dispositivo narrativo della valigetta magica per mettere a nudo le piccole e grandi ipocrisie nelle relazioni tra i vari personaggi: una volta liberi dalla propria identità sociale, possono scatenarsi e mostrare la loro vera natura, e non sarà piacevole per nessuno. 
It’s What’s Inside ha uno stile molto caratteristico dell’epoca contemporanea (per esempio, ogni inquadratura sembra bilanciata apposta per farla stare nel formato di un reel di Instagram), quindi potrebbe irritarvi, soprattutto all’inizio, quando il ritmo è così rapido da far girare la testa. Poi si calma un po’, e permette così di far comprendere allo spettatore il complicato sistema di scambi di persona. Io mi sono divertita tantissimo, ho riso di gusto e ho partecipato con gioia al gioco orchestrato dal regista. 
Per chi pensa che Bodies Bodies Bodies avesse una buona idea e una pessima esecuzione. 

8 commenti

  1. Avatar di Luca

    Aspetto una tua recensione su “Strange Darling” a me è piaciuto tanto pur essendo lontano da un capolavoro

    1. Avatar di Lucia

      Arriva venerdì, spero!

  2. Avatar di L

    Last Straw era già in lista, mentre Mr Croocket lo avevo messo da parte, non credo sia il mio genere… Di Invoking yell non sapevo nulla, e mi attira anche molto, per cui recupererò quanto prima.
    Su It’s what’s inside avevo grandi aspettative, in parte deluse. In questo caso credo la colpa sia mia, perchè l’ho visto mentre disegnavo e non ho capito nulla dei vari scambi, perdendomi immagino gran parte del divertimento e del senso del film.
    Mi è molto piaciuto invece Woman Of The Hour, teso, particolare nella struttura e per nulla banale nell’esecuzione.

    1. Avatar di Lucia

      Diciamo che It’s what’s inside va seguito con una certa attenzione, altrimenti ti perdi. Poi il film ce la mette tutta a essere chiaro, però è proprio molto complicata tutta la situazione, quindi se salti un pezzo, non ci capisci più niente.

  3. Avatar di Giuseppe
    Giuseppe · ·

    Il temibile Mr. Crocket era già nella mia lista, e anche Invoking Yell mi sembra interessante (nei boschi si possono “sentire” molte cose, specialmente quando la luce del giorno se ne va). Mi segno le altre pillole e poi decido in che ordine partire…

  4. Avatar di Elfo Scuro
    Elfo Scuro · ·

    It’s What’s Inside mi ha ricordato molto una versione sci-fi/black comedy/thriller del gioco “Indovina Chi”, un po’ come essere dalle parti di “Clue” o “Invito a cena con delitto”. La cosa che mi ha più colpito è stato il montaggio ad opera del regista stesso. Per la trama diciamo che campa sul presupposto stesso del soggetto, magari se ci fosse stato qualche personaggio salvabile, sono tutti ma proprio tutti persone moralmente andate a male. Per la serie, il più pulito ha la rogna!.

  5. Avatar di loscalzo1979

    Il primo mi incuriosisce molto, gli ultimi due (soprattutto il quarto) sembrano molto interessanti

  6. Avatar di Austin Dove

    tra questi i due titoli più interessanti mi sembrano Mr Crocket e il debutto di Anna Kendrick (che mi piace molto come attrice); anche l’ultimo potrebbe essere interessante, sicuramente da come lo descrivi è perfetto per i toni di N