Nuovi Incubi Halloween Challenge Day 12: Never Let Go

Regia – Alexandre Aja (2024)

Il Day 12 è per i creature feature, ovvero per tutti quei film dove ci sono i mostri. Il nostro francesino preferito era fermo dal 2021, quando se ne era uscito con un peculiare film di fantascienza che a me era piaciuto tanto, Oxygen. In quanto all’horror puro, era dai tempi ormai remoti di Crawl che Aja non tornava al genere. Never Let Go però è un film abbastanza anomalo nella sua variegata carriera, perché è quasi un horror per famiglie, ed anche la prima volta che il regista ha a che fare con protagonisti bambini. Sul versante fiabesco aveva già dato con Horns, nel 2013, del quale non ho un bel ricordo, però lo dovrei rivedere, che dopo più di 10 anni potrei cambiare opinione. In ogni caso, in questa introduzione sono stati nominati quattro film e sono tutti diversissimi tra loro, a sottolineare come Aja sia un tipo eclettico e dalle scelte imprevedibili.
Da autore ultragore e apripista della new wave splatter francese, è diventato un mestierante dell’horror commerciale americano. La cosa non mi dispiace: dopotutto, lo sa fare benissimo. 

Never Le Go racconta di una famiglia composta da mamma Halle Berry e da due gemelli, Samuel e Nolan, intrappolati in una casa in mezzo ai boschi. Possono uscire soltanto se si legano a una corda e non la lasciano mai; il motivo è che nella foresta vivono delle non meglio identificate creature che solo Momma può vedere: secondo lei, hanno causato la fine del mondo, lasciando i tre come unici sopravvissuti a un’apocalisse che non viene mai raccontata né tantomeno chiarita. Sappiamo soltanto dell’esistenza di un rigido sistema di regole atte a evitare l’incontro e il contatto diretto con le creature, la cui principale prerogativa è ingannare la vittima assumendo sembianze familiari, e poi passare a possederne il corpo.
Un durissimo inverno ha drasticamente ridotto le loro scorte di cibo e, nel breve raggio in cui la corda permette a madre e figli di spostarsi, non ci sono animali da cacciare o vegetali da raccogliere. È a quel punto che in uno dei bambini comincia a serpeggiare il dubbio su quanto ha raccontato Momma, mentre l’altro prosegue nella granitica convinzione che sia tutto vero. Il conflitto al centro del film è quello tra i fratelli, mentre Halle Berry si ritaglia un ruolo forte ma comunque defilato, lasciando la scena a due giovanissimi attori straordinari, che in pratica reggono tutto il film da soli. 

Sono un po’ perplessa perché il film non ha avuto l’accoglienza che si meritava. Forse è stato percepito come troppo “tradizionale”, o ancora la scarsità delle informazioni fornite da Aja ha indisposto gli spettatori che volevano sapere di più. In realtà, Never Let Go non è soltanto un film scritto e messo in scena con enorme mestiere, ha anche il respiro di un classico.
Come tutti gli horror con un andamento da fiaba, Never Let Go si situa in una bolla senza tempo e non appartiene ad alcun luogo, questo a partire da un’ambientazione il più generica possibile e identificabile solo come un bosco dove vagano due bambini e la loro mamma alla ricerca di cibo. 
Certo, è derivativo, perché il dubbio di uno dei due bambini sull’effettiva esistenza delle creature, e sull’assenza di un mondo esterno a cui fare ritorno, rimanda allo Shyamalan di The Village, mentre il sistema di regole cui attenersi per sopravvivere ricorda A Quiet Place. Ma questo non è mai stato un problema, perché appunto l’horror, sugli archetipi e sul riproporre strutture narrative già usate, ci campa da decenni. Dipende tutto da com’è l’esecuzione. 

In questo caso l’esecuzione è ottima. Ho visto tanti horror molto belli e interessanti in questo 2024, ma nessuno può vantare lo sfoggio di professionalità e consapevolezza del linguaggio e degli strumenti a disposizione del genere come Never Let Go. Va avanti come un cronometro, rispetta tutti gli appuntamenti e, allo stesso tempo, ti sorprende con i suoi lampi di improvvisa crudeltà; è feroce, eppure possiede un’eleganza e una morbidezza nella messa in scena che incantano e ipnotizzano. Credo che sia l’opera più compiuta e matura di Aja, un perfetto ed equilibrato compromesso tra la furia iconoclasta degli esordi e una seconda parte di carriera al servizio delle ultime tendenze di mamma Hollywood. 
Va tutto così liscio, in questo film, che pare di assistere all’esecuzione di un magnifico brano da parte di un’orchestra di centinaia di elementi perfettamente armonizzati. Sei così tanto dentro al film, almeno con la visione in sala, da non renderti nemmeno conto del tempo che passa, immerso in questa fiaba dai toni ambigui e dal fascino irresistibile. 

La grandezza di Never Let Go risiede, appunto, nella sua scelta, precisa e coerente dall’inizio alla fine, di essere ambiguo, di non dirci mai, fino in fondo, quale sia la verità. 
Momma ha un passato che l’ha condotta dove si trova adesso, in tutti i sensi, materiale e spirituale, ma Aja (e gli sceneggiatori KC Coughlin e Ryan Grassby) si guarda bene dal raccontarci alcunché di questo passato, a parte tre parole in croce, un paio di fotografie e tre immagini che passano sullo schermo per lo spazio di un battito di ciglia. Eppure, la psicologia di Momma non è poco delineata; al contrario, è così ben resa che le sue azioni sottostanno a una logica ferrea, la sua, magari sbagliata, ma comprensibile a chiunque presti un briciolo di attenzione a quanto accade in scena. Così facendo, Aja evidenzia il fatto che non è necessario darci un quadro completo: bastano delle informazioni frammentarie e, se la scrittura e la regia sono buone, il mosaico ce lo possiamo benissimo comporre da soli. Con le mani libere dall’ingombro degli spiegoni, Aja può concentrarsi su atmosfera, ambientazione, personaggi, e impegnarsi a fare pure una discreta paura. 

Anche nel modo di spaventare, Never Let Go tira fuori un mestiere enorme, con alcune delle sequenze più riuscite che si svolgono alla luce del sole e si giocano interamente sulla percezione differente delle cose da parte dei vari personaggi. Abbiamo paura di ciò che vede Momma e, allo stesso tempo, abbiamo paura di lei perché il sospetto che le creature non esistano e siano soltanto un parto della sua mente malata, si fa strada in noi sin dall’inizio, grazie a un montaggio eccellente (a opera di Elliot Greenberg, quello d Smile, uno degli horror meglio montati degli ultimi anni) che altera e confonde la prospettiva.
In un film che poggia sulla fiducia incondizionata nello sguardo altrui, il montaggio diventa un tassello fondamentale nella costruzione di una bussola per il nostro posizionamento etico all’interno della vicenda. Da che parte stiamo? Chi ha ragione? Il personaggio di Berry è una madre che protegge i propri figli da un pericolo invisibile o è una figura mostruosa e abusante? Never Let Go è un film che parla di mostri o di malattia mentale, ereditaria, per di più?
Io credo che, in parte, il film risponda a questi quesiti, ma alla fine starà a voi decifrare gli indizi sparsi sapientemente da Aja e colleghi. 
Non so se dalle vostre parti il film sia ancora disponibile in sala. Se sì, andateci e fatevi questo regalo. 

17 commenti

  1. Avatar di Fabio

    Buongiorno Lucia,per la challenge di oggi “Creature Feature”,che in generale estendo a mostri ed animali vari,ho puntato sull’animale,anzi sugli animali,ripescando dalla mia collezione personale,una vera gioia del B-Movie anni 80,rivolgendomi al dimenticato Juan Piquer Simon,ho scelto il divertentissimo,assurdissimo e splatterosissimo “SLUGS”(1988)!.👋

    1. Avatar di Lucia

      Slugs è leggendario 🧡

  2. Avatar di Saraemmez

    Assolutamente uno dei MASTERPIECE del 2024.

    1. Avatar di Lucia

      Decisamente, e quello più bello perché inaspettato

  3. Avatar di alessio

    State dando dei giudizi molto lusinghieri (e senza riserve); a questo punto tocca vederlo (il trailer non mi diceva molto, soggetto visto e rivisto; ultimamente era uscito anche Lazareth; e poi L’Aja che preferisco era quello degli esordi…). Per il Day 12 tutta la vita The Monster di Bertino, uno dei film più belli e commoventi del secondo decennio di questo millennio.

    1. Avatar di Lucia

      Su The Monster sono assolutamente d’accordo. Eta la mia scelta fino a che non ho visto questo in sala e ho voluto parlarne

      1. Avatar di Giuseppe
        Giuseppe · ·

        Direi che me l’hai venduto (pur se ho sempre il timore che là, in quel di Hollywood, Aja arrivino ad ammansircelo più del dovuto) 😉 E per la challenge di oggi scelgo un film che nel corso degli anni ho decisamente rivalutato (e al cui crowdfunding avevi anche partecipato, se ben ricordo) e cioè “Harbinger Down”: Alec Gillis continua tutt’oggi ad essere molto più grande come esperto di splendidi effetti prostetici che non come regista, beninteso, ma questa sua sacrosanta rivalsa nei confronti dell’ingiusto trattamento riservatogli qualche anno prima nel prequel de “La Cosa” credo meriti di essere rivista comunque, adottando nel frattempo uno sguardo più benevolo di quanto non fosse possibile concedergli in quel 2015…

        1. Avatar di Lucia

          Devo rivederlo anche io, sai? Appena finisce l’impresa della challenge ho una montagna di arretratti

          1. Avatar di Giuseppe
            Giuseppe · ·

            Con gli arretrati son bene infognato anch’io, mi sa (come sempre)… 🙄

      2. Avatar di alessio

        Avevo letto un recensione non molto positiva su Never let go, una bella messa in scena (vero) ma poco centrato; tanti, troppi temi (poco approfonditi) tra cui quello della maternità (!) e per cui si faceva un paragone azzardato con Babadook; troppa carne al fuoco che finiva per pasticciare l’insieme; anche il colpo di scena a metà film per quanto lo risollevasse – si diceva – alla fin fine non faceva che indebolire l’ultima sua parte rendendo l’epilogo anticlimatico. In realtà quando parli di un film sulla rappresentazione e percezione della realtà hai colto – per me – appieno la sostanza del film (tant’è che, come affermi, la sua eccellente messa in scena è finalizzata a questo) dunque i riferimenti a Babadook o A Quiet Place (ma come giustamente fai notare solo come rimando e niente più) lasciano il tempo che trovano: paradossalmente c’è molta più affinità con un film apparentemente distante anni luce come Anatomia di una Caduta. Così anche il colpo di scena a metà film va letto alla luce di questa scelta di a di mettere in continua discussione la realtà, restando ambigui e cambiando continuamente prospettiva; passiamo infatti dalla rappresentazione di un punto di vista della madre e da lei mediato a quello dei figli affrancato, anche se non del tutto, dalla interpretazione che avevamo avuto della Berry: anche il finale, dunque, e sino all’ultima inquadratura resta coerente con tutto il progetto di Aja e non fa perdere forza al film affatto. È un po’ limitante ridurre ogni volta l’horror solo a un termometro di “paura” (anche se che almeno qui non la pensiamo così: siamo stati toccati tutti fortemente da The Monster, vedo); ancora jump scare, colpi di scena ed ettolitri di sangue messo in scena (che, naturalmente, non dispiacciono): naturalmente è molto di più. Never let go è davvero bello bello, e io sinceramente non me lo aspettavo!

        1. Avatar di Lucia

          Ti giuro che non me lo aspettavo neanche io. Sono andata in sala perché “Aja dirige Halle Berry vs mostri” e mi sarebbe anche bastato. E invece ho trovato questa analisi sul concetto stesso di ciò che è reale e non lo è, che mi ha nuovamente sballato la classifica degli horror dell’anno

  4. Avatar di Frank La Strega

    Insomma, da recuperare!

    “Slugs” non l’avevo mai sentito e… wow! The Monster è fighissimo (ed emozionante, ce l’avevo in mente anch’io), Harbinger Down mi manca…

    Il mio film per il day 12 è “I Kill Giants”.

    Besos! 🙂

    1. Avatar di Lucia

      I Kill Giants visto una volta, mai più. Ho pianto anche l’acqua del battesimo

      1. Avatar di Frank La Strega

        In effetti è proprio emozionalmente disidratante… ma bello! 😉

  5. Avatar di Valerio
    Valerio · ·

    Sono felice di rivedere Aja, un regista bravissimo, tornare in grande spolvero. Oxygen mi era piaciuto molto: praticamente un film di Hitchcock ambientato nello spazio, e non potrei desiderare di meglio. Ma Never let go è di un altro livello, bellissimo davvero. Se la gioca con Immaculate come miglior horror dell’anno.

    1. Avatar di Lucia

      Sì, concordo con entrambe le cose: Oxygen Hitchcock nello spazio e Never Let Go sul podio.

  6. Avatar di Austin Dove

    quindi sei positiva, alla fine

    boh, a me il trailer ricordava un sacco The Watchers, ed essendo molto impegnato (e senza soldi) ho preferito guardare altro