Zia Tibia is Back! Undead

Regia – Michael & Peter Spierig (2003)

Correva l’anno 2017 e una versione più giovane della vostra zietta (con una benda sull’occhio stile Aemond Targaryen a causa di una piccola disavventura in bicicletta) si recava al cinema a vedere l’ennesimo capitolo della saga di Saw. Credo di essere una delle tre persone sulla faccia della terra a cui Jigsaw non è dispiaciuto; è sicuramente meglio di quella colata di escrementi di ratto di Saw X. Ma non è questa la sede per discuterne, anche perché soltanto ricordare Saw X e il filtro arancione mi fa venire dei flashback traumatici che neanche il Vietnam. Vi parlo di Jigsaw, o di Saw: Legacy, come era uscito qui in Italia, perché i registi del film hanno esordito nel 2003 con questa zombie comedy spassosissima costata quanto un cono gelato piccolo senza la panna. Quando, in quel lontano 2017, la vostra zietta orba ha visto il nome dei due fratellini australiani, è stata molto contenta e si è ricordata di Undead pensando: prima o poi ne parlerò sul blog, di quella follia a zero budget. 
Ed eccoci qua, con la solerzia che mi contraddistingue, 7 anni dopo. Nel frattempo, gli Spierig hanno fatto un sacco di roba. Il loro ultimo film risale al 2018, ma ne hanno un paio in lavorazione, quindi la loro carriera procede a gonfie vele. Se lo meritano e auguro loro tutto il meglio. 

Undead racconta di una stramba pioggia di meteoriti sulla città di Berkeley, in Australia, che sparge un morbo non meglio identificato su parte della popolazione e la trasforma in zombie assetati di cervelli. A contrastare l’orda famelica troviamo un bifolco survivalista armato fino ai denti, una giovane coppia in attesa di un bambino, una miss locale oberata dai debiti e due poliziotti incompetenti e pure un po’ scemotti.
La trama, per quanto possa vantare un paio di colpi di scena e una deviazione interessante nei territori della fantascienza pura, è tutta qui. Zombie che attaccano, protagonisti che si difendono, teste che saltano, arti che si staccano. Tutto ripreso con una fastidiosissima patina bluastra e accompagnato, quando non c’erano i soldi per effetti speciali dal vero, da una CGI da primi anni 2000 che ti fa venire voglia di prendere un cacciavite e cavarti via gli occhi. Quindi, insomma, se non c’eravate o ve lo siete perso perché, giustamente, avevate di meglio da guardare, sappiate a cosa andate incontro. Un horror indipendente a basso costo del 2024 non è uguale a un suo omologo del 2003. 
Se Undead vi sembra poverissimo e sciatto è perché in parte avete ragione, lo è; in parte è che oggi anche un film fatto in casa può contare su degli strumenti tecnologici che, vent’anni fa, erano un sogno per pochi fortunati. 

Ciò detto, il film si salva perché i fratelli Spierig sono intelligenti e sanno creare delle ottime sequenze action con il nulla cosmico a disposizione; inoltre, hanno un senso dell’umorismo, per quanto grossolano, molto efficace; azzeccano i personaggi, caricaturali quanto vogliamo, però simpatici, soprattutto la nostra final girl René e il super bifolco amante delle pistole Marion. La dinamica che si crea tra i due è, per una commedia horror così sguaiata, non priva di sottigliezze, addirittura con un ribaltamento di prospettiva nel finale. Se tutto il film sembra un inno all’uomo forte che arriva e ti risolve la situazione sparando a tutto ciò che si muove, scopriremo nell’ultimo quarto d’ora che non è affatto così, che Marion non è l’eroe del film e che tutto ciò a cui abbiamo assistito è un gigantesco equivoco. 
Vi assicuro che nel 2003, all’alba della rinascita del cinema post apocalittico in cui il collasso della società era salutato come una lieta novella, un film come Undead era non solo una stramberia australiana, ma una rarità da un punto di vista concettuale. 

Derivativo come può esserlo soltanto l’esordio di due ragazzini cresciuti con Sam Raimi a pranzo e Peter Jackson a cena, con in mezzo spuntini di Steven Spielberg (i fratelli Spierig sono del 1976, girano il loro film d’esordio a 25 anni), Undead va guardato e apprezzato proprio perché lo hanno realizzato con la gioviale incoscienza degli infanti. Non si tratta, come sarebbe accaduto da lì a pochi mesi, di una grossa produzione che si appropria di un frammento di New Horror e lo rigurgita ripulito e adattato al pubblico contemporaneo; al contrario, è un film incredibilmente sincero, con tutte le ingenuità del caso, e risale anche a un periodo in cui questo tipo di cose ancora era relegato a una nicchia di cialtroni e debosciati come la vostra zietta che vi scrive con tanto affetto. 
E Undead è stato concepito per la suddetta nicchia di cialtroni e debosciati, perché i gemelli ne facevano orgogliosamente parte e ci hanno messo dentro tutto e il contrario di tutto. 

Il redneck che spara con un fucile a tre canne e taglia a metà gli zombie, René che usa un manico di scopa armato di sega circolare per decapitare quanti più morti viventi possibili, la ragazzina appena trasformata che buca a cazzotti la testa di una che passava di lì, gli alieni, le piogge acide, i pesci assassini (giuro): Undead è un film folle e contento di esserlo che non degenera negli eccessi dei suoi numi tutelari soltanto perché penalizzato dalla scelta di usare effetti digitali al posto di quelli artigianali, e quindi spesso somiglia più a un prodotto a caso della Asylum che a Braindead. Però sono convinta che, a proposito di Asylum, sia stato fonte di ispirazione per quell’altro branco di cialtroni e debosciati che ha partorito Z Nation qualche anno dopo. L’atmosfera è molto simile, come anche la tendenza a sovvertire i cliché senza neanche fartelo troppo notare. 

Vi avviso, quest’anno Zia Tibia è intenzionata a concentrarsi soprattutto sulle stronzate, di ogni epoca che qui non ci si formalizza, ma stronzate, appunto. È estate, il mondo va allegramente a rotoli e noi possiamo soltanto darci al dadaismo ché non ci è rimasto molto altro. 
Per il blog ufficiale ci aspettano un paio di film pesantissimi e anche difficilissimi da recensire; che Zia Tibia possa sollazzarsi con il suo cinema spazzatura una volta a settimana, e anche voi. Recuperate Undead, anche se non è facilissimo da reperire, mettetevi comodi, cercate di essere indulgenti, con il film e col fatto che vi piacerà e vi farà ridere come i cialtroni e debosciati che siete. 
Buona estate. 

8 commenti

  1. Avatar di Silberto Peroni
    Silberto Peroni · ·

    Scusa Lucia se ti contraddico sulla reperibilità, ma è disponibile su Prime Video.

    1. Avatar di Lucia

      Ah, che bella notizia, non ne avevo la minima idea, perché il catalogo di Prime è un disastro! Grazie!

    2. Avatar di Ila

      Oh che bello…così lo pesco anche io…I.

  2. Avatar di Valerio
    Valerio · ·

    Zia Tibia is back (but not with a vengeance) e noi proprio non possiamo chiedere nulla di meglio di un’estate in sua compagnia. Questo devo recuperarlo, dei fratelli Spierig ricordo con molto piacere Predestination. Notevole l’aneddoto sulla visione di Jigsaw in versione Snake Plissken. A suo tempo non mi è dispiaciuto ma insomma, continuo a pensare che Saw abbia esaurito la sua ragion d’essere con la svolta del genere horror iniziata nel 2011-2012, posto che non lo abbia fatto già con il secondo capitolo.

  3. Avatar di John Locke
    Quetzalcoatl · ·

    Ciao Zia! Visto che ti piace ciò che mi piace mi permetto di consigliarti un filmaccio spagnolo a titolo Plaga Zombie – Zona Mutante. Tutto artigianale e fatto in casa. A me ha fatto ridere e ci sono un paio di idee brillanti che solo i film a basso budjet riescono (a volte) a partorire. Fammi sapere che ne pensi. A presto!

    1. Avatar di Lucia

      La Zia in questi giorni è in pausa perché la titolare del blog ha fatto male i conti sulla saga di Alien, in quanto persona molto sciocca.
      Però il film che dici lo conosco!

      1. Avatar di John Locke
        Quetzalcoatl · ·

        Chiedo venia, ma purtroppo frequento questo pirotecnico blog da troppo poco tempo, ed evidentemente me ne sfugge in parte la lore. Ero convinto che Lucia e Zia Tibia fossero la stessa persona: è lecito chiedere se sia così? Naturalmente accetto anche silenzi come risposta, in tal caso abbraccerò il mistero.

        1. Avatar di Lucia

          Sì sì, siamo la stessa persona, Zia Tibia è la mia personalità estiva.
          Solo che in questi giorni è un po’ in pausa perché devo arrivare al 15 agosto con la maratona Alien conclusa