31 Days of Halloween: Day 26-27 – Hell House LLC 2: The Abaddon Hotel

Regia – Stephen Cognetti (2018)

Il Day 26 della challenge richiede che si parli di un film ambientato in un “Haunted Hotel”, e così ho pensato di colmare una lacuna che mi porto dietro dal 2018. In previsione del prequel in arrivo la prossima settimana su Shudder, è arrivato il momento di recuperare i due sequel di uno dei film più spaventosi degli anni ’10, Hell House LLC.
Il seguito, diretto dallo stesso regista, è ambientato nove anni dopo i fattacci della serata inaugurale dell’attrazione di Halloween e racconta di una troupe di giornalismo investigativo che si introduce nell’Abaddon Hotel per trovare una serie di filmati risalenti agli anni ’80.
Breve riassunto per chi non conoscesse il primo film e non avesse voglia di cliccare sul mio vecchio articolo: il proprietario dell’albergo ove l’intera vicenda si svolge, Andrew Tully, è stato il leader di un culto satanico; lui e i suoi adepti si sono tutti suicidati all’interno dell’Abaddon, che è poi stato chiuso. Nel 2009, Alex e i suoi soci lo hanno usato come sede di una haunted house per la spooky season; alla serata inaugurale, è successo qualcosa di non meglio specificato che ha portato alla morte dell’intero staff e di un nutrito numero di ospiti. Da allora, l’hotel è stato teatro di diverse sparizioni e di vari fenomeni di natura paranormale. 

Hell House LLC funzionava molto bene per una ragione che è sì banale, ma è la pietra miliare del catechismo carpenteriano: mai spiegare troppo, mai sforzarsi di essere chiari. L’idea del film era quella di realizzare un falso documentario su un fatto, il disastro dell’inaugurazione della haunted house, che nonostante una discreta quantità di materiale video e le indagini fatte a posteriori, restava comunque avvolto nel mistero. Sì, c’era la faccenda del probabile culto satanico degli anni ’80, ma era talmente vaga e indefinita che toccava alla nostra immaginazione riempire tutti gli spazi vuoti lasciati dall’immaginazione. In questo senso, Hell House LLC era davvero un erede spirituale di TBWP. 
Questo secondo film commette il tragico errore di voler spiegare un po’ troppe cose. Non che non sia efficace o non abbia la sua bella dose di spaventi. Anzi, forse sul piano delle botte alle coronarie, ha persino un paio di momenti più forti rispetto al suo predecessore. Non è affatto sbagliato, inoltre, il voler mostrare, attraverso filmati di diversa provenienza, il modo in cui la leggenda urbana dell’Abadoon Hotel si è diffusa nel corso degli anni. Anche lì, senza fornire alcun tipo di spiegazione, Cognetti si limita a far vedere una serie di personaggi che hanno avuto la brillante pensata di introdursi nell’albergo e che non ne sono mai usciti. E questo fa paura, questo è Hell House LLC. 

Il film, purtroppo, crolla quando si decide di piazzarci lo spiegone, con tanto di lunghissimo monologo finale che ti racconta nei dettagli cose di cui, alla fine, non importa granché e anzi, tolgono fascino al luogo e alla sua presunta infestazione.
Da un certo punto di vista, questo è un problema intrinseco alla natura stessa dei sequel: devi aggiungere qualcosa che nel film precedente non c’era; anche la saga found footage più longeva di sempre, ovvero Paranormal Activity, ha lo stesso meccanismo, con la differenza che lì sono stati più bravi a concentrarsi non sul dare motivazioni alle forze soprannaturali in campo, ma a scavare nel passato della famiglia maledetta. Sembra una distinzione da poco, eppure non è così: l’orrore, in Paranormal Activity, scaturisce sempre da ciò che non sei in grado di capire. 
Qui, invece, vogliono che tu capisca, e la comprensione degli eventi toglie spazio al terrore. 

Resta comunque un film capace di farti saltare sulla sedia in parecchie circostanze e di farti guardare nervosamente alle spalle durante tutto il corso della sua durata.
Gli interni dell’Abaddon, rimasti ancora addobbati come una haunted house (e quindi con la presenza di quei clown di merda), sono sempre piacevolissimi da esplorare, soprattutto il sotterraneo e la scala che a esso conduce. La shacky cam fa il suo sporco lavoro di panoramiche a schiaffo in corridoi bui, dove ovunque si può annidare qualcosa, i manichini sono piazzati in maniera tale da rendere impossibile distinguere tra oggetti di scena abbandonati lì e presenze maligne acquattate negli angoli, le apparizioni improvvise sono sempre un colpo al cuore e sono centellinate così da evitare l’effetto ripetitività. Insomma, se avete amato, come me, Hell House LLC, non penso resterete troppo delusi da questo secondo capitolo, almeno per ciò che riguarda la sua resa estetica. 
Se riesco, nei prossimi giorni proverò a guardare anche il terzo capitolo e poi parleremo di sicuro qui del quarto, nella speranza che Cognetti abbia imparato dai propri errori e abbia smesso di voler per forza razionalizzare il male e il caos primigeni scatenati nel suo primo, bellissimo, film. 
La challenge di oggi prevede un Michael Myers a caso. Sono indecisa se dare una seconda chance a Rob Zombie o rivedere il mio preferito della nuova trilogia, Halloween Kills. Vi farò sapere. 

Un commento

  1. Avatar di Giuseppe
    Giuseppe · ·

    Nonostante ci sia lo spiegone non richiesto a indebolirlo, credo anch’io di non rimanere troppo deluso dalla visione di questo sequel, alla fine (essendo a mia volta estimatore del terrificante primo capitolo)…
    Zombie? Niente da fare, con la sua versione umanizzata di Michael Myers proprio non ci riesco ad andare d’accordo 😠