31 Days of Halloween: Day 11-12 – The Blob

Regia – Chuck Russell (1988)

I nostri sempre più pigri host di Nightmare on Film Street, per il Day 11 hanno scelto come categoria Tony Todd, che ha fatto un sacco di cose bellissime, ma come tutti gli attori dediti alla serie B, ha fatto anche un sacco di spazzatura. Io mi sono rivista Final Destination 5, che mi diverte e rilassa sempre moltissimo. Il Day 12 è un po’ più elaborato, perché la dicitura è “Movie in a Movie” e non si capisce bene se si tratta di un altro modo di dire meta horror o no. Io l’ho preso come: guardate un horror in cui c’è gente che va al cinema a vedere un film, e quindi ho scelto The Blob, remake del 1988 diretto dal regista del terzo capitolo di Nightmare e scritto nientemeno che da Frank Darabont.
Il film nel film in questione è Garden Tool Massacre, un rip-off di Venerdì 13 che il fratello minore della protagonista Meg va a vedere di nascosto dai genitori proprio la notte in cui la misteriosa marmellatona spaziale corrosiva arriva nella piccola città di Arborville, in California. E così abbiamo chiarificato la relazione tra The Blob e il tema odierno della nostra challenge.

Dell’originale del 1958 con un giovane Steve McQueen abbiamo parlato qualche annetto fa, e di sicuro, per l’anno della sua uscita nelle sale e per come è stato uno dei primi horror a rivolgersi in maniera diretta a un pubblico adolescenziale, si tratta di una piccola pietra miliare della storia del cinema fanta-horror; tuttavia, il remake è una decina di spanne sopra ed è un lavoro fatto con una tale quantità di amore per il genere da commuovere. Come tutti i rifacimenti ben riusciti, The Blob ha una sua personalità spiccatissima, si relaziona con il suo predecessore con un certo grado di rispetto, ma senza farne un santino intoccabile, e poi se ne va per la sua strada, che si rivela essere completamente diversa da quella battuta trent’anni esatti prima. 
Prima di essere un horror a budget medio alto (19 milioni di dollari, di cui la metà in effetti speciali, mai recuperati al box office), con tante scene shock, un’abbondante dose di gore e schifezze assortite, e una crudeltà nel far fuori i personaggi al di sopra dei parametri anche per la fine degli anni ’80, The Blog è un film scritto benissimo. 

Darabont e Russell, che già avevano collaborato in Dream Warriors, cominciano la storia in maniera pressoché identica a quella del film del 1958, con il senzatetto che trova il meteorite e diventa la prima vittima dell’entità molliccia e corrosiva che si trova al suo interno; c’è la corsa all’ospedale e lì la scoperta che il poveraccio è stato divorato da quella roba non meglio specificata. E poi cambia tutto: quello che credevamo essere il protagonista muore in una delle sequenze più impressionanti e dolorose del film, il teppistello di periferia diventa l’eroe della situazione e la cheerleader Meg (interpretata da Shawnee Smith, a cui vogliamo tutti tanto bene) dimostra di essere molto più in gamba, sveglia e piena di risorse rispetto a tante sue omologhe del cinema del periodo. Avviene tutto in pochi minuti ed è una virata in territori poco familiari che lascia interdetti. 
A questo va aggiunto che la sceneggiatura cambia radicalmente la natura stessa dell’antagonista, e anzi, ci fa domandare più volte chi sia il vero antagonista della vicenda narrata, se il blob del titolo o il governo degli Stati Uniti. Funziona un po’ come il meccanismo di una teoria del complotto che si rivela reale: vediamo cadere il meteorite, crediamo si tratti di una qualche creatura aliena, la cosa ci viene ripetuta dagli scienziati giunti sul posto allo scopo di fermare la gelatina assassina, ma è tutta una messa in scena.

Gli alieni non c’entrano niente, il governo non ha inviato quegli uomini in tute bianche per mettere fine al massacro di civili, anzi, i civili sono sacrificabili, ed è tutta colpa di esperimenti andati fuori controllo. Per cui tocca ai cittadini di Arborville, e in particolare al giovane delinquente motociclista con giubbotto di pelle (Kevin Dillon) fermare quella cosa, prima che si pappi l’intero paesuncolo con tutti i suoi abitanti. Nel contro finale, ci sarà pure spazio, dopo aver smerdato allegramente il governo, per smerdare un po’ i preti, cosa che fa sempre un gran piacere. Avanti, signori, ce n’è per tutti.
Ma d’altronde, dall’ingenuità di The Blob sono passati 30 anni, e nel 1988 non ci si può già più fidare di nessuno, tantomeno di chi arriva esibendo distintivi e ordini dall’alto. Il clima è cambiato, l’atteggiamento nei confronti dell’autorità è diverso. Resta invariato solo il fatto che, come al solito, ai ragazzi non li ascolta mai nessuno e se la devono cavare da soli, perché se commetti l’errore di aspettare che gli adulti si muovano, sei bello che divorato. 

La cosa interessante è che The Blob è un film che, se si escludono alcuni elementi come lo slasher al cinema e le cuffie portate sempre da uno dei due ragazzini, potrebbe essere ambientato negli anni ’50 e non se ne accorgerebbe nessuno. Da qualche parte (credo Letterboxd) ho letto un paragone molto azzeccato e intelligente tra l’atmosfera di The Blob e quella di Twin Peaks, soprattutto in relazione al fattore nostalgico. The Blob è un film che si porta dietro un certo bagaglio di nostalgia, ma lo fa senza essere ambientato nel passato. È un presente idealizzato che somiglia a un’idea di passato fittizia, costruita non sul vissuto, ma sulla percezione di un’epoca così come viene codificata da cinema e televisione. 
La cittadina di Arborville è un luogo idilliaco, pare quasi finta: c’è il diner con la cameriera che si fa corteggiare con cortesia estrema dallo sceriffo, c’è la partita della scuola dove ogni singolo abitante fa presenza (e infatti, nei titoli di testa Arborville sembra una città fantasma perché sono tutti allo stadio), ci sono le cheerleader, ci sono i giocatori di football che sognano di uscire con loro, c’è la mammina amorevole che prepara la cena ai pargoli e fa la lavatrice alla figlia che deve uscire al suo primo appuntamento e via così. Poi, si va a scavare sotto la superficie e si scoprono cose sgradevoli, come i celeberrimi insetti brulicanti nel prato all’inglese di Velluto Blu, tanto per restare ancora su Lynch. 

Per esempio, che all’ospedale locale, se arriva un senzatetto, non si disturbano neppure a visitarlo, ma lo lasciano in una stanza a decomporsi lentamente nell’indifferenza generale; o che uno dei due adorabili liceali sportivi è uno stupratore (e il blob lo punisce); o ancora, che chiunque osi turbare questo idillio di cartapesta con un atteggiamento appena fuori dall’ordinario viene isolato, ostracizzato e marchiato.
Come se tutto ciò non bastasse, all’interno di un contesto che più normativo e normalizzante non si può, si muovono e appaiono, anche se solo per pochi minuti, alcuni personaggi dall’aspetto molto bizzarro: il proiezionista del cinema, il tizio che parla ossessivamente in sala, il prete. C’è sempre un qualcosa di poco tranquillizzante, un elemento turbativo che va a minare la perfezione da miniatura di Arborville. E non penso sia casuale. 

Russell e Darabont, una volta impostato così bene l’ambiente, procedono alla sua sistematica distruzione con grande crudeltà, e non risparmiano nessuno, neppure i bambini, la cui morte non è, e va sottolineato, fuori campo. 
In uno sfoggio di effetti speciali artigianali ancora oggi insuperabili (forse soltanto La Cosa di Carpenter raggiunge questo livello di perfezione), The Blob ci va giù pesantissimo con il body horror, sciogliendo, deformando, disintegrando corpi umani che vengono inglobati e digeriti dall’ammasso gelatinoso uno dietro l’altro, senza pietà, senza un attimo di tregua. Avrà anche i toni di una horror comedy in alcuni frangenti, ma è una vera e propria carneficina mostrata nei minimi dettagli. 
The Blob è uno dei prodotti migliori della creatività del cosiddetto decennio d’oro del cinema dell’orrore americano, uno dei motivi per cui quel periodo storico va, nonostante tutto, sempre ricordato. 

12 commenti

  1. Avatar di Frank La Strega

    Lo aspettavo! Uno dei miei horror preferiti!

    1. Avatar di Lucia

      È assurdo che in più di 10 anni non ne avessi ancora parlato!

      1. Avatar di Frank La Strega

        Ormai era nell’aria… 😉

  2. Avatar di marco
    ilbucodentrolatesta · ·

    Il Kevin Dillon di The Blog è stato la mia icona spirituale per metà adolescenza. Scrittura geniale. Pelle d’oca ancora oggi.

    Grazie 💜

    1. Avatar di Lucia

      Ma grazie a te!

  3. Avatar di Marco Inaudi
    Marco Inaudi · ·

    Ciao Lucia. Condivido in pieno la tua recensione di The Blob. Bellissimo, crudelissimo e cosa che non mi capacito all’ epoca assolutamente non vietato ai minori. Solo in DVD la Sony ha appiccicato un “Visione accompagnata per i minori”. Io non sto facendo nessuna challenge, ma mi diletto con Spotify a compilare una playlist che aggiorno settimanalmente (questo mese lo dedico alle colonne sonore principalmente horror) e a leggere i tuoi post, sempre interessantissimi. Buona continuazione. Ciao.

    1. Avatar di Lucia

      Ma infatti questo film andava in prima serata in tv tranquillamente. Magari tagliavano qualcosa, ma ha terrorizzato non so quanti miei coetanei.

  4. Avatar di Fabio

    Bello davvero questo film di ottima fattura,tra l’altro per chi l’ha gia’ visto,dona una piccola grande soddisfazione a tutte quelle persone come me,che non sopportano i chiacchieroni molesti nei cinema😜!

  5. Avatar di Andrea Lipparini
    Andrea Lipparini · ·

    Ciao Lucia, ma che bello questo film..lo vidi al cinema e ti confesso che disturbò alquanto i miei sogni..fu una vera sorpresa perché non mi aspettavo uno sfoggio di orrori così vasto e ogni tanto metto su il DVD e lo riguardo sempre volentieri.. Grazie mille.

  6. Avatar di Giuseppe
    Giuseppe · ·

    Rivisitazione intelligente e assai crudele di un classico anni ’50, con un blob che non guarda in faccia a nessuno e digerisce chiunque 😉
    Rivisto poco tempo fa, e l’ho trovato ancora godibilissimo…

  7. Avatar di loscalzo1979

    Ricordo ancora i traumi la prima volta, un remake eccezionale, che non sembra invecchiato per nulla, anche negli effetti

  8. Avatar di Frank La Strega

    Con Todd sono andato un po’ a caso e ho visto “Conta su di me” ma ho barato su più fronti…

    Per il Day 12 condivido un piccolissimo film che trovo bellissimo: racconta una storia già vista e già nota nell’horror (e infatti sono i dettagli che fanno la differenza, come in The Blob) del quale adoro i personaggi: Assimilate (2019). Il “film nel film” è un “qualcosa” di cui si occupano i protagonisti…

    Besos!