31 Days of Halloween: Day 2 – Signs

Regia – M. Night Shyamalan (2002)

E voi direte, a questo punto che, più della spooky season, stiamo facendo la alien season. Ma il tema del giorno è “In a Cornfield”, ed è abbastanza logico che No One Will Save You mi abbia fatto venire in mente questo film diretto da Shyamalan nel lontano 2002: hanno un sacco di elementi in comune, il più evidente dei quali è di sicuro quello di raccontare un’invasione aliena da una prospettiva limitatissima.
Signs, pur essendo un film ad alto budget, il più spielberghiano di Shyamalan, è anche un’opera minimalista per ambientazione e snodi narrativi. Non è La Guerra dei Mondi (di cui abbiamo parlato nel corso della spooky season del 2022), è una vicenda piccola piccola, con una ovvia eco che proviene dal mondo esterno e che si esprime attraverso il continuo vociare dell’apparecchio televisivo (dettaglio che ritornerà poi in Bussano alla Porta), ma molto concentrata sulla vita di un ex ministro di Dio (Mel Gibson) e la sua famiglia mutilata dalla recente scomparsa della madre in un incidente stradale. 

Dopo così tanto tempo che gli stiamo appresso, credo sia ormai palese che Shyamalan è un regista messianico, uno di quelli che, attraverso il cinema, cerca di dare un ordine al caos che avvolge il mondo. Questo ordine è di solito dettato da una mano invisibile che, alla fine, indirizza per il meglio le sorti dei personaggi coinvolti. Il pastore Graham, dopo la perdita della moglie, ha una profonda crisi di fede che lo spinge ad abbandonare la tonaca, proprio perché una morte così repentina e casuale mette in discussione l’ordine sul quale era costruita la sua vita. 
La cosa interessante è che l’invasione aliena serve a Shyamalan per dimostrare che l’ordine non è mai andato perduto, è sempre stato lì, e che il classico motto “non siamo soli nell’universo” non si riferisce soltanto agli extraterrestri e al loro tentativo di calare sul nostro pianeta, con intenti non del tutto chiariti, ma di certo ostili. Si riferisce anche e soprattutto a qualcosa d’altro.

Per questo Signs non è tanto un film di fantascienza quanto un vero e proprio christian horror di stampo sovrannaturale. La sconfitta degli alieni, a casa di Graham, passa per tutta una serie di segnali (i signs del titolo, che non sono i cerchi nel grano) che mettono in luce una presenza benevola, un disegno atto a salvare la famiglia, a patto che i suoi membri siano così ricettivi da coglierli. Anche qui, gli alieni, poveracci, c’entrano poco. Stanno lì a fare da spauracchi, quasi fossero un modo per mettere alla prova i protagonisti e la loro fede. 
E per mettere un sacro terrore addosso al pubblico, che mannaggia a te Shyamalan, quanto mi hai fatto cacare addosso con questo film. 

Shyamalan, anche al suo meglio (e qui credo sia al suo meglio) è sempre e comunque un regista letargico, fa recitare i suoi attori come se fossero in preda a un attacco di sonnambulismo, si muove lento, fa procedere la storia come se fosse un bestione mezzo abbioccato che deve percorrere una lunga distanza e non ne ha neppure troppa voglia, e poi ti sorprende quando tu stai con la guardia abbassata. Non parlo soltanto dell’ormai quasi parodizzato Shyamalan twist, che qui è assente, perché quella di Signs è una storia molto lineare.
Parlo di quando si ricorda di essere anche uno molto bravo a fare paura alla gente e allora se ne esce con alcune inquadrature che ti rimangono marchiate a fuoco nelle retine. Il Sesto Senso aveva quella del ragazzino che si gira ha la testa sfondata, per esempio; qui abbiamo il momento found footage alla festa dei bambini, con l’alieno che sbuca da dietro una siepe e ti rovina il sonno per le prossime tre generazioni.

Quando si tratta di mostrare questi alieni dall’aspetto retro e molto sinistro, e dall’aria vagamente spettrale, Shyamalan esce dal letargo e si mette a correre, adottando come se non bastasse un linguaggio che è molto simile a quello del found footage. Non lo dico soltanto per quell’immagine terribile già citata, ma anche per la scena in cantina, quando i nostri si vanno a nascondere e gli alieni cercando di entrare. Se ci fate caso, potrebbe benissimo essere presa da un qualsiasi film su delle telecamere ritrovate da TBWP in poi. Non so se è una prova schiacciante, ma credo dimostri in maniera abbastanza evidente che l’intento di Shyamalan era quello di fare un horror, anzi, in quel momento (e scusate se mi ripeto da ieri) un vero e proprio home invasion, un assedio con i protagonisti barricati dentro casa e i mostri all’esterno che cercano di entrare. Poi arriva la mano di Dio a sistemare tutto, però nel frattempo che la mano di Dio si fa attendere, si perdono anni preziosi di vita. 

È mia profonda convinzione che il capolavoro di Shyamalan sia Unbreakable e che il suo film più maturo e personale sia The Village. E tuttavia Signs non è affatto da sottovalutare. Come spesso il regista indiano ha fatto e continua a fare nel corso della sua carriera, mostra di avere sempre un approccio fresco e poco convenzionale a temi classici: la ghost story, i supereroi, l’invasione aliena, vengono tutti rivisti e rinnovati dallo sguardo un po’ ingenuo ma limpidissimo di Shyamalan. E forse è questa la sua principale caratteristica, non il twist che a volte c’è e altre non c’è, quella capacità di farci vedere le cose come se fossero nuove. A volte purtroppo se la perde per strada, altre è quasi infallibile. In Signs siamo vicini all’infallibilità ed è stato un piacere rivederlo a più di vent’anni di distanza e ritrovarlo bellissimo.

14 commenti

  1. Avatar di Fabio

    Ho delle riserve sul suo modo di dirigere il cast dei suoi film,ma gli riconosco delle belle capacita’ narrative,un po’ bislacche ma indubbiamente con del fascino,ammetto che mi dispiace che non goda piu’ dei sostanziosi budget di inizio carriera,anche solo per potersi permettere le bellisdime colonne sonore di James Newton Oward!😸👋

    1. Avatar di Lucia

      Purtroppo la possibilità di budget altissimi se l’è un po’ giocata male. Bussano alla porta è un budget medio-alto, per la verità. Old è costato una discreta cifra. Certo, roba come i soldi che ha avuto a disposizione per gli ultimi film prima del periodo Blumhouse, è difficile che gli ricapiti.

  2. Avatar di @bluebabbler
    @bluebabbler · ·

    Lo vidi al cinema e mi piacque molto soprattutto per la costruzione della tensione. Anche se, ti dirò, a posteriori ho trovato gli alieni davvero poco minacciosi, con quel loro atterrare alla chetichella su un pianeta pieno d’acqua, disarmati, nascosti dietro ai cespugli…

    1. Avatar di Lucia

      A posteriori hanno un piano del cazzo, sì 😀

  3. Avatar di Giuseppe
    Giuseppe · ·

    Assolutamente d’accordo sia su Unbreakable che su The Village, mentre Signs non mi ha mai convinto più di tanto: vero che Shyamalan ci da sempre una sua personale visione a riguardo, ma in questo suo mix fra invasione aliena (e sappiamo come gli alieni siano un mezzo per parlare d’altro, qui), fede, ufologia, misticismo e tragedia famigliare io ho avuto l’impressione di un’incertezza di fondo su quale direzione dovesse prendere il film, alla fine. Poi sì, ci sono parti che funzionano meglio di altre, vedi ad esempio la scena in cantina e l’apparizione aliena dalla siepe (appunto)… 😉

    1. Avatar di Lucia

      Io credo che in questo film lui non avesse chiarissima la direzione da prendere, questo assolutamente sì. Poi però alla fine la quadra in un modo o nell’altro la trova, ed è ingegnosa anche la costruzione del meccanismo “mistico”, diciamo così, soprattutto la faccenda dei bicchieri d’acqua della figlia.

  4. Avatar di loscalzo1979

    Signs mi mise una certa tensione quando lo vidi al cinema, il reveal degli alieni è giocato benissimo, l’assedio in cantina mette davvero paura.
    La simbologia cristiana dietro al film è abbastanza palese, ma credo tu sia una delle poche che ne parla in una recensione.

  5. Avatar di Davide Storti
    Davide Storti · ·

    Quella maledetta scena…
    Mi hai fatto venir voglia di rivederlo. Da quando uscì non è mai più successo. Di solito gli horror non mi impressionano più di tanto, ma se c’è la tematica alieni, per qualche motivo, mi suggestiono facilmente.

    1. Avatar di Lucia

      Ognuno ha le sue fobie e i suoi punti deboli. La paura è come l’umorismo, assolutamente soggettiva.

  6. Avatar di Sam Simon

    Uno dei film di M. NIGHT che ancora non sono riuscito a vedere, incredibilmente, ma il tuo giudizio mi spinge a farlo… :–)

  7. Avatar di Frank La Strega

    Che figo “Signs”. Fa paura e al tempo stesso fa… bene. Credo che sia il mio preferito di Shyamalan.

    1. Avatar di Lucia

      Io resto sempre sull’accoppiata Unbreakable – The Village, ma questo mi piace assai.

      1. Avatar di Frank La Strega

        Ma infatti ce ne sono un bel po’ di belli. Io ho visto più volte “E venne il giorno” ad esempio (sì, lo so, ma per qualche motivo mi piace molto). Uno degli aspetti con cui faccio fatica è proprio il lato “messianico” di Shyamalan, perché mi sembra sempre qualcosa in “più” che non serve e perché lì un po’ mi perde come spettatore. Però è davvero bravo!

  8. Avatar di Austin Dove

    non amo molto shaymalaman, ma questo è un bel filmetto

    anche se il vero brivido l’ho avuto solo alla fine quando vedono l’alieno dallo schermo della tv