Nuovi Incubi Halloween Challenge Day 16: Cuckoo

Regia – Tilman Singer (2024)

Il Day 16 prescrive la visione di un folk horror e io mi sono davvero scervellata per settimane, perché non volevo parlare sempre della stessa roba. Poi ho visto Cuckoo, un film che finge di essere tantissime cose, ma rispetta in ogni minimo dettaglio l’impalcatura del folk horror classico, rivoltandola e presentandola sotto una veste bizzarra. O forse sono io a essere impazzita e non avere più cognizione di ciò che guardo, arrivata a metà challenge. Può essere.
Per spiegare in che modo Cuckoo sia un folk horror travestito, sarò costretta ad andare nei dettagli; l’opera seconda di Singer ha infatti una struttura atta a svelare il suo velo volto in maniera molto graduale e per godersi tutto il divertimento, credo sia necessario andarci a scatola chiusa. Il mio consiglio è quindi di non leggere oltre; non so se quanto scriverò potrebbe essere considerato spoiler, ma meno sapete del film, meglio è.
Sigla!

Cuckoo racconta dell’adolescente imbronciata Gretchen (Hunter Schaffer) che si ritrova prelevata dalla sua casa negli Stati Uniti e portata di peso sulle Alpi Bavaresi dopo la morte della madre. Il padre, la sua attuale moglie e la figlia dei due (che Gretchen rifiuta di chiamare sorella) si sono trasferiti lì per costruire un nuovo resort, agli ordini del ricco ed enigmatico Herr König (Dan Stevens), già proprietario di un villaggio vacanze immerso nella natura e con il progetto di espandere ulteriormente l’attività.
Pur di non stare coi suoi, Gretchen farebbe qualsiasi cosa, e così accetta di lavorare nella reception dell’albergo di König. 
Cose molto bizzarre cominciano ad accadere, mentre la relazione di Gretchen con la sua famiglia si deteriora ogni giorno di più e la ragazza comincia a pensare di essere in pericolo di vita, ipotesi suffragata dal fatto che gliene capitano di tutti i colori e arriva a metà film completamente pesta. 
Questa è, per sommi capi, la trama del film, che in realtà è più un accumulo di stranezze e depistaggi vari per confondere le acque che un racconto compiuto e coerente. Però va bene così, Cuckoo dovete prenderlo con un certo grado di leggerezza e accettare il fatto che sia tutto un gigantesco gioco condotto da Singer in barba alle aspettative del pubblico. 

Torniamo però alla faccenda di Cuckoo come folk horror (che Kier-L Janisse mi perdoni): la protagonista è una che viene “da fuori”, nel caso specifico è un’americana in un luogo isolato e molto distante da tutto ciò che le è familiare; si tratta anche di una comunità chiusa, con pochi abitanti e qualche anonimo turista di passaggio che poi scompare (in tutti i sensi); Gretchen quindi si ritrova catapultata in un mondo fatto di usanze e consuetudini che lei non capisce e percepisce subito come ostili ed estranee. Infatti passa gran parte del tempo a studiare un sistema per potersene andare. Qualcosa, tuttavia, la ricaccia sempre indietro. 
C’è un mistero da risolvere, tra le montagne bavaresi, ma Singer ti porta subito fuori strada dando alla principale minaccia (solo apparente) che Gretchen deve gestire, le sembianze di una donna che pare uscita dritta da un film di De Palma dei primi anni ’80. 
Certo, König non ce la conta giusta sin dall’inizio, però non possiamo immaginare quanto sia ampia la cospirazione, e quanto la povera Gretchen non c’entri assolutamente nulla, fino all’ultima ventina di minuti o giù di lì. 

Gretchen non avrebbe dovuto trovarsi lì: la morte della madre è un accidente dell’ultimo minuto, e il fatto che la sua presenza ci appaia come la chiave di tutto è un trucco messo in atto da Singer che ci racconta la storia dal punto di vista della giovane donna. In realtà lei è soltanto un impiccio da togliere di mezzo, l’imprevisto turbativo di un meccanismo rituale che si perpetua da anni, proprio come in ogni folk horror che si rispetti, ma senza tuniche e gente intenta ad abbracciare gli alberi o a leggere oroscopi.
Esiste comunque una forte connessione con l’elemento naturale e con dei tratti molto specifici del territorio in cui è si svolge il film. C’è un qualcosa da preservare a ogni costo e che esiste soltanto lì, difeso e protetto da König e dai suoi collaboratori. Il coinvolgimento di Gretchen è casuale, ma (ed è una cosa che il folk horror ci insegna da anni) una volta presa in mezzo, una volta che non potrà più fare a meno di credere in questa molto peculiare versione delle “old ways”, ci si ritroverà invischiata dalla testa ai piedi. 

Cuckoo riesce bene a mescolare le carte, anzi, le lancia direttamente per aria e le riacchiappa al volo a caso e vede cosa viene fuori. Funziona come una corsa al rialzo per creare il massimo della confusione possibile, e si può dire che abbia centrato il suo obiettivo, anche se perdendo qualcosina nel reparto della coesione narrativa. 
È interessante, ti tiene abbastanza incollato allo schermo a tentare di prevedere quale sarà la prossima sventura ad abbattersi su Gretchen o di quale ennesima stramberia sarà vittima. Schaffer qui fa un po’ la bambola voodoo di Singer: prende un sacco di botte, il suo corpo è a ogni scena più deturpato dai lividi e dalle ferite, e a tutto questo macello di natura fisica si aggiunge la sua perenne sofferenza emotiva dovuta al recente lutto e alla difficoltà di avere una relazione sana con la famiglia che le è rimasta e dalla quale si sente respinta, ma che lei per prima respinge, a partire dalla sorella minore.
Schaffer è la colla che tiene insieme tutta l’impalcatura un po’ traballante di Cuckoo, bravissima a recitare in controtendenza rispetto al suo antagonista Stevens. Sembra quasi che i due attori si trovino in due generi diversi: Stevens in una commedia nera, Schaffer in un dramma. Non so per quale motivo, ma la cosa ha senso e dà a tutto il film un’atmosfera molto affascinante, seppure sbilenca. 

C’è qualche piccolo problema legato al ritmo: alcune sezioni del film sono troppo lunghe rispetto alle altre e risulta tutto vagamente sbilanciato. Prima di arrivare a capire cosa stia davvero accadendo nell’idilliaca valle del resort, dobbiamo aspettare moltissimo, e non perché il film sia lento, anzi, ha un montaggio eccellente, soprattutto in determinate circostanze che qui non posso rivelare; è più una questione di come sono distribuiti i pesi a livello di scrittura. Credo sia perché Singer tende a dare moltissime facce al suo film: mystery, body horror, eco-horror, momenti da fantascienza pura, addirittura survival e, perché no, un pizzico di slasher e giallo che non guastano mai. Preso a mescolare insieme tutti questi ingredienti, rischia di indugiare troppo su alcune cose e dover in fretta e furia correre ai ripari per concludere, quasi il suo reale interesse fosse quello di generare una serie di suggestioni incantevoli ma prive di un reale filo conduttore.
Se però lo si legge come un folk horror anomalo, a me sembra che la logica interna si rafforzi almeno in parte. 
È comunque da vedere e da inserire nell’enciclopedia del cinema weird del 2024. 

17 commenti

  1. Avatar di Fabio

    Buongiorno Lucia,per la challenge di oggi “Folk Horror”,mi sono nuovamente rivolto alla mia libreria di DVD,ritirando fuori l’ottimo “THE DARK”(2005) di John Fawcett,sempre bello ritirarlo fuori!.👋😁

    1. Avatar di Lucia

      The Dark, bellissimo e dimenticatissimo

      1. Avatar di Frank La Strega

        Sì, è molto figo! E “dimenticatissimo”, ma non dappertutto!😉

  2. Avatar di Frank La Strega

    ok, come da consiglio, non ho letto oltre le prime righe.

    Per il day 16 ho recuperato “The New Daughter” (e un altro “non proprio bello bello” che mi gioco più avanti): non è stato niente male, lo segnalo davvero volentieri.

    Besos!😘

    1. Avatar di Lucia

      Sì, The New Daughter è un film molto interessante, anche quello un po’ sottovalutato

      1. Avatar di Frank La Strega

        L’ho “vissuto” in modo piuttosto forte, anche solo a partire dalla situazione familiare iniziale. Come spesso mi succede, non so nemmeno dire se sia “bello” ma mi è rimasto nei pensieri e per me è positivo. 🙂

  3. Avatar di Jason13
    Jason13 · ·

    Ciao Lucia. Approfitto di questo spazio per ringraziarti di aver trattato Behind the Mask ne i Nuovi Incubi. Quel film è una bomba!

    1. Avatar di Lucia

      ma grazie! Ci tenevamo moltissimo a parlarne!

  4. Avatar di alessio

    Hai ragione, film sfilacciato e i troppi ingredienti non si amalgamano; per me questo pesa durante la visione così le “suggestioni incantevoli” che effettivamente ci sono restano però fuggevoli, punteggiano il film senza dargli una definita personalità (e però interessante questa tua lettura folk sottotraccia che dà una coerenza altrimenti mancante al lavoro). Oggi proporrei Gwen (2018) di McGregor.

    1. Avatar di Lucia

      Però devo dire che io mi sono molto divertita a vederlo. Gwen anche è una bellissima scelta

  5. Avatar di L

    Come ti dicevo, ero curioso di sapere cosa ne pensassi tu. Io l’ho trovato divertente, indubbiamente weird, e con un paio di sequenze davvero d’effetto. Trovo solo in parte che sia “poco coerente” dal punto di vista narrativo. È strambo, ok, ma non ho mai avuto la sensazione che qualcosa non tornasse. Totalmente d’accordo sul discorso del diverso registro recitativo della protagonista rispetto al villain. È indubbiamente straniante, ma funziona. Con tutti i suoi difetti, di sicuro nella mia top 10 di quest’anno.

    1. Avatar di Lucia

      Più che incoerente, è sbilanciato. Non mi è parso un film compatto, però credo fosse anche l’effetto che voleva dare Singer. Non lo metterei nella mia personale top 10, però mi sono divertita e lo rivedrei volentieri

  6. Avatar di Giuseppe
    Giuseppe · ·

    Non l’ho ancora visto “Cuckoo” quindi evito i potenziali spoiler, ma lo tenevo già d’occhio da un po’, avendo la sua sinossi pizzicato il mio “quinto senso e mezzo” fantascientifico. E, a proposito, devo dire che mi incuriosisce la tua ascrizione del film al folk horror, laddove io lo immaginavo invece più come un fanta-horror… Per la challenge di oggi, credo che un titolo adatto possa essere Midsommar 👍

  7. Avatar di Andrea Lipparini
    Andrea Lipparini · ·

    Ciao Lucia , è un film insolito e straniante e l’ ho trovato molto interessante e affascinante..lei veramente superlativa e molto spiazzante sentire una canzone di una famosa e bella soubrette italiana ad un certo punto del film.

    1. Avatar di Lucia

      Quello è il momento musicale dell’anno. E quella canzone sulle immagini ci sta perfetta

  8. Avatar di Frank La Strega

    Allora…
    Mi è piaciuta soprattutto la prima parte, dove ho empatizzato molto fino a (SPOILER) quel bacio fantastico. Dopo mi sono un po’ perso nel “troppo” ma comunque ok.
    Il finale “caldo” è di quelli che servono a me (grazie!) anche se un po’ mi è sembrato forzato. Però, va bene: te ne sono capitate talmente tante senza che nemmeno fosse colpa tua che (SPOILER) riuscire a sopravvivere in tre e andarsene insieme (quasi come una famiglia, tra l’altro: una nuova e forse “giusta”) è il minimo!
    Ci sono momenti molto fighi, idee molto fighe, è pure bello strambo… ottimo!

    Besos!

  9. Avatar di antonio p.
    antonio p. · ·

    Ci sono alcuni aspetti e dettagli davvero apprezzabili nel film, ma c’è una cosa che davvero non si capisce, e cioè il motivo dietro a tutta la faccenda. Il dominio del mondo lo escluderei che non ha senso. Pura passione per quel che chi ha visto il film sa cos’è? Boh.