Alien: Romulus

Regia – Fede Alvarez (2024)

La buona notizia è che anche Romulus convalida la mia teoria: non esistono film di Alien brutti; la cattiva notizia in realtà non c’è, o meglio, ci sono delle cose che mi hanno fatto un po’ storcere il naso, ma guardando alla storia produttiva della saga, sono fisiologiche e inevitabili, quindi va bene così.
Vi chiedo scusa per le brutte parole che state per leggere e vi prometto che non ne farò più uso per il resto dell’articolo, ma mi servono per semplificare al massimo ciò che è questo film, un ottimo legacy midquel, ovvero una specie di greatest hits di tutto quello che hanno messo insieme i film a esso precedenti. Grazie ad Alvarez, solito genietto con troppi pochi film all’attivo, Romulus ha anche dei guizzi di originalità, soprattutto a livello di stile e messa in scena, con alcune sequenze e alcune idee visive tutte sue, non derivative, autonome rispetto al passato. Ma è anche un film a cui piace andare sul sicuro. Almeno fino all’ultimo quarto d’ora. 

A differenza di altre simili operazioni che scivolano nella necrofilia cinematografica (Ghostbusters, sto parlando con te), Romulus è strutturato in maniera molto intelligente, e mantiene un delicato equilibrio tra il fan service puro e la volontà di Alvarez di fare il proprio film. A partire dal fallimento di Prometheus e Covenant, si è capito che il pubblico rifiuta con rabbia l’originalità e le rivendicazioni d’autore. I grossi marchi, perché di questo si tratta, questo sono diventati, non appartengono più ai loro creatori, ma a un fandom sempre più inviperito e convinto di poter dire la sua su tutto. Nonostante io sia convinta che assecondare i capricci del fandom sia deleterio, quello di cui sono convinta io è irrilevante quando si tratta di spendere 80 milioni di dollari sul settimo capitolo di una saga (nono, se si contano i due AvP) che esiste dal 1979. Bravo è chi riesce a barcamenarsi tra le pretese assurde del pubblico e la volontà di realizzare comunque un prodotto (e non uso il termine a caso, purtroppo) con una sua identità e una sua forma. 

Alvarez è bravo. Lo ha dimostrato già in parecchie occasioni. È bravo quando si muove in autonomia come in Don’t Breathe e quando prende in mano una storia non sua come ha fatto con il remake di Evil Dead nel 2013. È la persona giusta al posto giusto per far fare pace al pubblico con Alien: fa parte della generazione che non può, per motivi anagrafici, aver visto Alien e Aliens in sala, ma è cresciuta guardandoli in VHS e magari al cinema ci è andata per Resurrection. La peggior generazione che la cultura popolare abbia mai conosciuto, in altre parole, ma se non altro ha il lasciapassare dei fan (maschi) che lo considerano “uno di noi”. Come uomo immagine per rilanciare la saga, è semplicemente perfetto. 
E poi è un signor regista che sprizza talento da tutti i pori, anche se questo al fandom non interessa. Interessa a me, però, e credo che Romulus contenga tra le sequenze più belle dell’intera serie. Se, per tenere buoni i cinquantenni mai usciti dalle scuole medie, Alvarez deve infilare una citazione ogni tot minuti, tra una scena esteticamente impressionante e l’altra, a me sta bene, è un prezzo che pago volentieri. Basta solo sapere che sono le strizzatine d’occhio a fare il film. 

Anche perché Romulus funziona soprattutto quando non spinge sulla nostalgia, quando non ti dà l’impressione di avere i dirigenti della Fox (e della Disney) seduti al tuo fianco a darti di gomito con un sorriso da squalo tigre mentre ti dicono: “Ecco, vedi, questa è la tua battuta preferita da Aliens, questa inquadratura ce l’abbiamo messa apposta perché ti ricorda la tua infanzia”.
Funziona nei primi venti minuti, in cui non c’è ombra di xenomorfo e assistiamo alla vita disgraziata che fanno i nostri protagonisti nella colonia mineraria Jackson’s Star, sotto il giogo spietato della Weyland. Questa è una novità: non abbiamo mai saputo quale tipo di sistema regoli le colonie e non abbiamo mai conosciuto i lavoratori ai più bassi gradini della scala sociale. I ragazzi di Romulus sono dei giovanissimi che vogliono solo uscire da lì e, dato che il capitalismo gioca molto sporco, decidono di aggirare le regole e di procurarsi illegalmente gli strumenti per fuggire. Il problema è che Alien è, se si esclude il secondo capitolo, da sempre un distillato di nichilismo applicato al fanta-horror, e questo film non fa eccezione. Sappiamo benissimo che i loro sogni non si realizzeranno e che sono condannati non appena mettono piede sull’astronave divisa in due moduli, Romolo e Remo. 

Ecco, l’inizio di Romulus è un esempio perfetto di world building operato a partire da una base preesistente ma apportando delle novità entusiasmanti. Conosciamo Rain (Cailee Spaeny) e l’adorabile sintetico Andy (David Jonsson), che si aggiudica sin dall’inizio la palma di miglior personaggio del film (e tra i migliori della saga), in un lasso di tempo molto breve comprendiamo a fondo il loro carattere e la relazione che li lega, abbiamo anche qualche minuto per dare un briciolo di caratterizzazione agli altri personaggi, e poi via, nello spazio, a diventare tutti carne da xenomorfi. 
Romulus dura meno di due ore e dedica davvero poco spazio a dialoghi esplicativi o a spiegazioni inutili. Sa di avere a che fare con un pubblico a cui non serve conoscere più di tanto il contesto e di conseguenza ne fornisce pochissimo. Da quando arriviamo a bordo del Romulus l’azione non si ferma un istante (se non per piazzare l’easter egg che tranquillizza i fan tipo biberon) e, grazie all’abilità di Alvarez di trasformare il familiare in qualcosa di fresco e nuovo, ci si diverte un mondo. 

L’uso dei facehugger è un esempio perfetto: li conosciamo da quasi mezzo secolo, sappiamo come funzionano, sappiamo cosa succede quando uno di loro ti si appiccica alla faccia, ma Alvarez, che è un ragazzo consapevole, non cambia una virgola del loro comportamento e della loro morfologia, eppure riesce a renderli spaventosi e minacciosi come se li vedessimo la prima volta. Non vi dico in che modo, ma un paio di scene che li coinvolgono mi hanno fatto saltare sulla poltrona, o stare così in tensione da non riuscire a respirare.
Quando poi arriva sua maestà, lo xenomorfo, Alvarez si scatena e, da buon regista horror, ne sfrutta appieno sia il potenziale da spauracchio infantile (l’uomo nero dello spazio, il silenzioso killer da slasher che se ne sta acquattato negli angoli bui) sia quello da macchina di gore. Sì, Romulus è violento, cattivo, sadico, feroce. La gente fa una pessima fine, l’acido che gli alieni hanno al posto del sangue ha un ruolo determinante, i mostri, quasi sempre animatroni aiutati in digitale, fanno uno sporco lavoro di maciullamento delle carni che è una gioia da vedere. E insomma, ce ne sarebbe abbastanza per essere contenti di aver visto un bel compendio, a misura di fan, realizzato allo scopo di far contenti tutti. 
Poi succede la parte finale e si rischia la sollevazione popolare. 

Non voglio fare spoiler su un film uscito da appena una settimana nelle sale. Quello che posso dire è che, se ci tenete alla mia opinione, gli ultimi 20 minuti sono quelli che salvano il film dall’essere soltanto una roba divertente e competente a misura di fan. E non soltanto perché Alvarez si ricorda che Prometheus e Covenant sono esistiti (richiama addirittura il bellissimo tema musicale di Prometheus, a un certo punto): la loro importanza nell’economia della saga è riconosciuta abbastanza presto nel minutaggio di Romulus; il finale del film è l’unico momento in cui il desiderio di non far arrabbiare troppo i fan viene sostituito dalla volontà di raccontare una buona storia e di portare avanti la propria visione personale, è l’unico momento in cui Romulus diventa un film coraggioso. Dato che a me importa poco dell’originalità a tutti i costi (non si può parlare di originalità neanche negli ultimi 20 minuti), ma apprezzo molto il coraggio, sono letteralmente impazzita e il mio giudizio sull’intero film è cambiato in positivo. Da un moderato apprezzamento, si è trasformato in entusiasmo. 
Che poi è anche un tornare non tanto alle radici della saga, che di quello poco me ne importa, ma a uno dei suoi principali nuclei concettuali: l’origine della vita, se vogliamo fare i sofisticati, il pregnancy horror se vogliamo essere truci.
Venerdì, se riesco, vi faccio una personale classifica di tutti i nove film per chiudere in bellezza l’estate aliena. Per ora, sono molto contenta e soddisfatta del lavoro di Alvarez. Non è Prometheus e non è neanche Covenant, ma è un bel greatest hits con qualche sorpresa. Sotto l’egida Disney, non potevamo chiedere di meglio. 

15 commenti

  1. Avatar di psichetechne

    Bellissima recensione come al solito Lucia. Dovrei andare a vederlo nel weekend, e ti saprò dare ulteriori pareri. Un abbraccio.

  2. Avatar di psichetechne

    Bellissima recensione come al solito Lucia. Dovrei andare a vederlo nel weekend, e ti saprò dare ulteriori pareri. Un abbraccio.

  3. Avatar di John Locke
    John Locke · ·

    Finalmente è arrivata la recensione, così mi posso sfogare. Dunque, davvero una bella sorpresa l’ambientazione iniziale sulla colonia mineraria, sporca e soffocante. La tizia dell’ufficio di collocamento è il villain più perfido di tutta la saga, quando aggiorna di dati di Rain mi è venuto un male peggio del facehugger che ti feconda l’intestino, almeno in quel caso crepi in fretta e rosichi meno.

    Altra cosa fatta benissimo la fisicità delle astronavi, come si muovono e si fracassano, e gli anelli di asteroidi pure, sembra quasi che li puoi toccare.

    Un aspetto un pò “meh” della trama: com’è che i tizi della corporazione non si sono accorti di avere sopra la testa un’astronave enorme piena di roba buona da recuperare e progetti importanti ecc, mentre un gruppo di adolescenti invece si? Oh, poi magari ci ho fatto caso solo io e invece è una cosa verosimile, ditemi voi please.

    Per quanto riguarda tutta la parte cogli alieni e l’azione: che dire, fa bene il suo lavoro (e già è tanto), ma si limita a ripetere, compendiare, non inventa mai (oddio, giusto in un paio di occasioni nel modo in cui gli alieni usano la loro “coda”…) Però il film ti fa contorcere sulla sedia per l’ansia, “poco” ma sicuro.

    Cast: le ragazze recitano bene, soprattutto la protagonista che spacca, e anche l’androide; invece i due maschietti mi sono sembrati proprio privi di spessore, zero empatia/simpatia.

    Uff, il film mi è piaciuto ma mi aspettavo di più, e probabilmente se il buon Alvarez non avesse avuto sulle spalle tutte le rogne cui hai accennato avrebbe fatto di meglio.

    Alla prossima!

    1. Avatar di Lucia

      Io credo che la compagnia sapesse esattamente che lì sopra c’era la Reinassance alla deriva, ma che stessero aspettando delle direttive per come gestire il carico particolare.

  4. Avatar di Fabio

    Buongiorno Lucia,non avendo avuto particolari aspettative,sostanzialmente mi sono divertito guardando “ROMULUS”,ma non in modo eccessivo,ammetto che non sono uscito dalla sala in un fragororso tripudio di entusiasmo per ciò che avevo appena visto,ma come hai scritto tu,sotto l’egida della Disney poteva andare molto peggio,il riportare la saga su binari più familiari potrebbe potenzialmente rendere di più al bottegino rispetto agli ultimi 2 film di Scott,ho nutrito dei seri dubbi sul casting molto giovane,ma per fortuna il film ha trovato una buona motivazione per giustificarli,anche se una parte di me mi dice che sia anche un modo per avvicinare una nuova generazione di pubblico verso la figura dello Xenomorfo. Ho un altro pensiero che mi balena in mente,soprattutto dopo aver letto varie interviste promozionali rivolte a Sir Ridley durante la promozione di “ROMULUS” e “GLADIATOR II”,come avevo già scritto in altri post,è mia convinzione che “PROMETHEUS” & “COVENANT” fossero dei reebot mascherati da prequel,mentre per questo “ROMULUS” ho come l’impressione che sia il sequel di “ALIEN” aggiornato con l’approvazione di Scott,perchè per quanto ci sia del reciproco rispetto professionale tra colleghi,è storia antica che Scott non avesse mai digerito negli anni la piega che aveva preso la saga,di recente ha ammesso di essersi pentito di non aver preso in mano i sequel dell’epoca,è il fatto che il film più amato e citato della saga non sia il suo,ma quello di Cameron,penso che in fondo gli bruci ancora,facci caso Lucia,la Regina è letteralmente sparita dalla circolazione negli ultimi 3 film sul nostro amato alieno con sangue acido,infatto questo ultimo film nel descrivere la biologia dello Xenomorfo cita appunto “PROMETHEUS”,…ora Lucia,è probabile che sia il complottista che è in me a farmi pensare a certe cose,ma lo faccio con piglio divertito ed incuriosito,non con rabbia internettiana,essendo fallito il “secondo me” tentativo di reebot,se questo film dovesse andare bene,penso che sotto la supervisione di Scott,la saga potrebbe andare avanti da lì,ignorando gli eventi dei film di Cameron,Fincher e Jeunet,perdonami il lungo commento,ma credimi Lucia,se facessimo una chiacchierata di persona,stai pur certa che 2 ore passarebbero in batter di ciglio,per qui ho compresso il mio pensiero più che ho potuto,un saluto ancora,CIAO!.

    1. Avatar di Lucia

      Ma guarda, io credo che Scott le stia tentando tutte per riprendere in mano la saga. Ci ha provato a modo suo e non è andata, ora ci riprova come produttore, dando al pubblico esattamente quello che vuole e gli sta andando molto bene. Romulus sta incassando un sacco di soldi. Anche Prometheus li aveva incassati. Covenant era stato il disastro che aveva portato all’interruzione del progetto di Scott. Non so se ignoreranno gli altri seguiti, perché in Romulus sono abbondantemente citati, ma ora il coinvolgimento di Scott è massiccio

      1. Avatar di Giuseppe
        Giuseppe · ·

        Ignorare gll altri seguiti potrebbe rivelarsi una mossa pericolosa e controproducente in parti uguali: un conto è, per dire, “resettare” infelici scelte fatte in Alien 3, ben altro è cancellare (perché questa sarebbe la percezione da parte di un pubblico non generalista, alla fine) un grande capolavoro come “Aliens” dall’universo narrativo xenomorfo… Non credo proprio che il gioco valga la candela, ecco.

        1. Avatar di Lucia

          Ma infatti non è possibile, non può accadere. Ora vediamo innanzitutto se faranno un altro film. Credo di sì, perché qui si spreme tutto allo stremo.

  5. Avatar di Fabio

    Il prossimo anno su Hulu,dovrebbe poi uscire la serie “Alien: Earth” sempre supervisionato da Scott,questo titolo mi da da pensare,anche perche’ sembra a giudicare dalle informazioni diffuse,che sara’ ambientato prima dell’Alien del ’79,chissa’…..🤔

  6. Avatar di Simone Paleari
    Simone Paleari · ·

    appena finito il film, nel parcheggio del cinema ho aperto la recensione. Come al solito bel pezzo (grande Lucia!).

    mi sono avvicinato con un po’ di paura al film perché temevo molto l’effetto delusione… Per fortuna sono stato smentito.

    il film mi è piaciuto molto, al netto di qualche problema che hai ben evidenziato come l’eccesso di strizzate d’occhio ai vecchi fan…

    Il film fa il suo e lo fa bene fino a 20 minuti dalla fine, poi deraglia su strade sconosciute e fa il balzo della tigre.

    Sperimenta e si prende i suoi rischi e ci lascia così qualcosa di nuovo.

    in qualche modo chiude la metafora sessuale dello “stupro” (e qui i riferimenti sessuali anatomici sono davvero palesi) con quella delle sue conseguenze sulla maternità (parto e postpartum, ma senza passare per la depressione…)

    promosso!

    1. Avatar di Lucia

      Gli xenomorfi sono il miglior rimedio per la depressione: ti ammazzano prima.
      Grazie! È una cosa molto carina sapere che qualcuno apre le mie recensioni appena uscito dalla sala.

  7. Avatar di Blissard
    Blissard · ·

    Concordo con la tua bella recensione, anche se devo ammettere che il finale non mi ha esaltato, non solo perchè ricorda (con molta meno poesia) quello del quarto episodio, ma perchè – come il resto della pellicola – è caratterizzato da un ritmo per me eccessivamente accelerato.
    Ti riporto le mie riflessioni a caldo (che in vari aspetti ricalcano le tue):

    Claustrofobico e avvincente, il film di Alvarez si ricollega direttamente ed apertamente al primo Alien di Ridley Scott, prova ad emulare l’andatura a perdifiato del secondo, omaggia il quarto ed è costellato da riferimenti anche a tutti gli altri episodi della saga. A renderlo però qualcosa di molto superiore ad un ruffiano tentativo di fan-service è l’ottima capacità di Alvarez nella gestione delle scene, il gran lavoro fatto nella creazione della location e negli effetti speciali, un montaggio molto serrato e vari sprazzi creativi di buona caratura.
    Purtroppo però il film sconta una struttura poco armonica che sacrifica all’azione anche gli spunti più intriganti (in particolare nel finale), un ritmo estremamente accelerato (le mutazioni biologiche avvengono in tempi rapidissimi, ad esempio) e soprattutto la sensazione che i personaggi trattino una minaccia per loro sconosciuta con la stessa consapevolezza che ha lo spettatore che ha già visto i 6 (8, se consideriamo anche i due AvP) episodi precedenti.
    L’impressione a fine visione è di avere assistito ad un ottimo prodotto di intrattenimento che non rinuncia a ma annacqua molto le questioni filosofiche che da sempre caratterizzano la saga, preferendo “giocare sul sicuro” attraverso citazioni, cameos e un ritmo roboante che non lascia un attimo di respiro. Ci si diverte, ma non c’è un momento in grado di rimanere impresso.

    1. Avatar di Lucia

      Sicuramente hanno voluto giocare sul sicuro e non prendersi neanche mezzo rischio, che è un po’ il modo in cui Hollywood sta procedendo negli ultimi anni. Fi blockbuster recenti coraggiosi non ne ricordo neanche mezzo. È tutto strutturato per fare contenti tutti, e comunque non ci si riesce mai perché si polemizza lo stesso.

  8. Avatar di Edo

    A me una cosa che fa un poco incavolare è questa attribuzione intelligenti-stupidi ai personaggi dei film. Prometheus inguardabile perchè fan cose stupide, si tolgono il casco!! Nooo – Beh, hanno usato gli analizzatori atmosfera, han rilevato che è a posto, respirabile senza robaccia… Sicuro azzardato, ma inguardabile? Romulus – Facehugger su una, usiamo la corrente “no gli serrerebbe la coda spezzandole il collo” ah, cavolo, tre minuti prima ha funzionato, ma ok. Ci sono! Usiamo una batteria, che ora è un estintore congelante spruzzabile a desiderio, direttamente su faccia e collo di una. Nessun rischio e risaputo che le cose congelate si ammorbidiscono e rilasciano. Funziona, geniale!! Welllllll

  9. Avatar di Sconosciuto

    […] invece trovate le recensioni del buon Cassidy, del Doc Manhattan, del buon Lucius, di Lucia, di Victorlazlo88 e anche dei […]