L’ho saputo stamattina, appena sveglia, che non è proprio il modo migliore di cominciare la giornata. Se ne è andato Roger Corman, alla veneranda età di 98 anni, dopo una vita straordinaria, e a imperitura memoria che l’horror fa campare a lungo e ci aiuta a essere felici.
Credo si tratti del cineasta più nominato su questo blog dalla sua nascita, ma perché non si può parlare di horror senza che ci finisca di mezzo Corman. Con Davide, su Paura & Delirio, ne parlavamo quasi a ogni puntata, e sono convinta che torneremo a parlarne quando riprenderemo le trasmissioni.
Non so bene come affrontare questa notizia; un mondo senza Roger Corman è difficile da immaginare, soprattutto se si passa la maggior parte delle ore di veglia a guardare film horror, a discutere di film horror e a scrivere di film horror, che poi tracimano per forza anche quando si dorme e si sogna. La sua è stata una presenza costante, fissa, perenne. I film da lui diretti e prodotti, gli artisti e i tecnici che ha contribuito a lanciare mi hanno accompagnata da sempre. Di conseguenza realizzare che non ci sia più è un processo complicato, qualcosa a cui mi dovrò abituare con fatica.
Ma, a parte il dato squisitamente personale e il legame affettivo (sì, può esistere un legame affettivo anche con chi non ci conosce ed è una delle più sbalorditive magie del cinema) sviluppato con Corman nel corso degli anni, è innegabile ieri è stata la storia del cinema incarnata a lasciare il pianeta: senza Corman non esisterebbe la New Hollywood, non esisterebbe il New Horror e, andando più indietro nel tempo, non esisterebbe neanche il cinema gotico americano, che lui si è inventato all’inizio degli anni ’60 con i suoi Poe Film.
Il re dei B movie ha reso possibile la nascita di una cinematografia che poi è andata a giocare in serie A perché ha stabilito un metodo produttivo nuovo, fondando, di fatto, il cinema indipendente così come oggi noi lo intendiamo. Non si tratta solo di mostri di gommapiuma, scenografie di cartapesta, motociclisti, castelli diroccati e VIncent Price che gigioneggia, anche se queste sono tutte cose meravigliose per cui dobbiamo ringraziare Corman in eterno; si tratta di aver dato a registi, sceneggiatori, attori, artisti degli effetti speciali, scenografi, montatori un laboratorio in cui esercitarsi e imparare come si fanno i film. Il metodo Corman, con tutte le variazioni e le evoluzioni date dal progresso, esiste ancora oggi ed è sempre lo stesso. Chiunque abbia mai realizzato un film indipendente si è ispirato a Corman, anche in maniera inconsapevole.
Più di tutto, da regista (di cui si tende sempre a sottovalutare la bravura e la perizia) e da produttore, Corman ha portato a termine l’impresa più difficile di tutte, quando si lavora nel cinema: ha fatto in modo che i film fossero girati, montati e distribuiti. Lo ha fatto centinaia di volte e in ogni tipo di condizione economica e artistica. Lo ha fatto per soldi, perché il cinema si muove intorno ai soldi ed è sempre giusto che si sappia e non ci si facciano troppe illusioni, ma lo ha fatto perché era il suo lavoro ed era bravissimo a svolgerlo.
Se siamo tutti qui, il merito è in gran parte suo. Hail to the King.










Io penso che non si possa parlare non solo di cinema horror, ma di cinema Tout Court senza citare Roger Corman.
E non dimentico come, fra gli altri, abbia fatto scuola anche a un certo James Cameron… R.I.P. Roger (e grazie di tutto) 😢
Sì sì, infatti l’ho detto che è anche il padre della New Hollywood. Però io sono una malata di horror e sono contenta che Corman sia ricordato per quello.
Una colonna del cinema che conosciamo e amiamo di più. Possiamo solo dirgli grazie! :–)
Nient’altro da aggiungere, hai già espresso benissimo.
Ora immagino Roger con la Morte Rossa alla testa delle altre Piaghe a riazzerare questo mondo odierno.
Non ho mai “vissuto” l’horror attraverso Corman, non consapevolmente almeno. Forse anche perché per molti anni (a partire dai molto piccolo),in era pre internet, io divoravo i film senza chiedermi chi li facesse. Compresi quelli con Vincent Price. Forse solo Spielberg era davvero un nome, e dalla preadolescenza, anche Carpenter, Landis, Cameron, Cronenberg, Romero, Dante… e credo per merito di Dylan Dog…
Quindi se parlate di Corman mi fa molto piacere, perché io non riesco ancora a contestualizzarlo e sono felice di imparare da chi lo conosce e lo ama.🙂
Su questo puoi stare tranquillo. In un modo o nell’altro, qui di Corman si parla sempre