31 Days of Halloween: Day 28-29-30 – Cuando Acecha la Maldad

Regia – Demián Rugna (2023)

Ho avuto un fine settimana abbastanza turbolento e quindi non ho avuto molto tempo per fare una relazione dettagliata della challenge di Halloween. IL Day 28 richiedeva un film su un mostro classico e io ho rivisto per la settecentoventesima volta Il Mostro della Laguna Nera che è chic, non impegna e va su tutto; Il Day 29 è invece dedicato al folk horror e quale occasione migliore dell’uscita su Shudder del nuovo film di quell’attentatore alle coronarie di Demián Rugna? Il regista argentino dopo cinque anni dal suo precedente lungometraggio Atterrados, a metterci addosso il terrore di Dio e dei demoni e di tutto quello che ci spia dal buio. Vi ricordate, qualche settimana fa, parlando di Talk to Me, che non sapevo se il film australiano fosse l’horror dell’anno? Ecco, ora abbiamo una risposta al quesito: non lo è, perché è Rugna a portarsi la palma a casa, in questo strambo e un po’ storto 2023. 
Mi riservo, al solito, di cambiare idea altre cento volte da qui a dicembre, e lascio sempre uno spazio libero per le uscite a ridosso della fine dell’anno, ma per il momento non ce n’è per nessuno. Era dai tempi di The Dark and the Wicked di Bertino che non mi sentivo così soverchiata dalla potenza di un horror, come se mi fosse appena passato sopra uno schiacciasassi. 

Come dicono in Spagna, Cuando Acecha la Maldad è poderoso. Non potrebbe esserci un aggettivo migliore per descrivere questa disperata ballata rurale fatta di scelte sbagliate e con una concezione del male tra le più ineluttabili e spietate io abbia mai visto su uno schermo.
Racconta di due fratelli, Pedro e Jimi, che vivono in una landa desolata di campagna e, una notte, sentono dei colpi di pistola provenire dal bosco antistante la loro abitazione. All’alba vanno a vedere di cosa si tratta e trovano la peggiore delle sorprese: una loro vicina di casa ha un figlio posseduto. Stava aspettando che un professionista venisse a sistemare la questione, ma questo non si è mai presentato (spoiler: è morto male) e ora il rischio è che questa possessione si espanda come un contagio lungo tutto il villaggio.

Non è la prima volta che il concetto di possessione demoniaca va a braccetto con quello di infezione virale. Ce lo ha insegnato Rec che può accadere. Rugna però aggiunge un elemento del tutto originale: ambienta il suo film in quello che potrebbe benissimo essere un mondo post pandemico. Quando i nostri arrivano nella casupola della loro vicina di casa e trovano l’indemoniato, sanno benissimo di cosa si tratta. Vanno alla polizia e si dà per scontato che ci sia un protocollo stabilito dal governo per far fronte a questo tipo di evenienza. Non ci viene spiegato niente, però capiamo che, nell’universo narrativo del film, la possessione è un qualcosa con cui si è abituati a confrontarsi, e c’è un metodo preciso per arginarla e mettervi fine. 

Il problema è che non siamo in una grande città, non siamo all’interno di un consesso protetto dalle istituzioni. Qui, le persone vivono abbandonate a loro stesse e devono risolversi i problemi da sole. E sbagliano ogni singola mossa, dall’inizio alla fine. Il film diventa quindi una lenta e inesorabile discesa verso l’autodistruzione, verso la fine di un’intera comunità, che è destinata alla sconfitta a partire dal primo fotogramma del film.
Il male è manipolatore, si sa, ed è in grado di farti lavorare per lui anche se non te ne rendi conto. Non è chiaro se la sequenza impressionante di errori sia dovuta a incompetenza e inesperienza dei protagonisti o se ci sia un piano preciso dietro, come se il male avesse scelto proprio quel luogo tra tanti per annidarsi, per tutta una serie di motivi che diverranno sempre più evidenti durante la visione del film e che non ho intenzione di rivelare qui.
La cosa importante è che questa ambiguità nell’esporre i fatti e le loro cause è uno dei punti di forza più notevoli di Cuando Acecha la Maldad: l’avanzare implacabile e indifferente agli sforzi altrui del contagio demoniaco è narrata con i toni della tragedia greca. C’è un’aria di predestinazione molto pesante, ma c’è anche, e soprattutto per l’affetto con cui Rugna mette in scena i suoi due protagonisti, un continuo sottolineare che questi due uomini disperati stanno facendo del loro meglio, cosa che ti fa pensare che per loro ci sia una possibilità.

È crudele, Rugna: crudele con i due fratelli, con le persone che li circondano, soprattutto è crudele con i loro figli. Di rado ho visto un tale accanimento nei confronti dei bambini in un film. Ci sono alcune scene che mi hanno spinta a distogliere lo sguardo. In un caso in particolare, ho proprio dovuto mettere in pausa e farmi una passeggiata, perché era decisamente troppo. Ma vi assicuro che non è un caso alla The Sadness, anche se a livello di mera trama i due film hanno dei punti in comune. Rugna sa cosa sta facendo e ogni sequenza, anche la più atroce, è funzionale al racconto di un male che si insinua dove siamo più deboli, nei nostri affetti, nelle nostre fragilità, nel nostro primordiale istinto a proteggere chi amiamo. Quello di Cuando Acecha la Maldad è un male che ti cala addosso e ti porta via tutto, e lo fa sfruttando non il tuo peggio, ma il tuo meglio. Per questo è implacabile, per questo non ci si può difendere. 

Non è un’umanità incattivita ed egoista, un’umanità refrattaria al reciproco aiuto e incapace di amore e compassione, quella messa in scena da Rugna. Al contrario, è un’umanità che ci prova in tutti i modi, ma è così sola, così abbandonata e così impotente che può soltanto venire spazzata via. Il film è spaventoso perché sono personaggi a cui, nonostante errori e punti oscuri, si finisce per voler bene; il rapporto tra i due fratelli è raccontato benissimo, se ne percepisce l’affetto e la vicinanza reciproci. Per non parlare di quello con la loro madre o con i figli di uno dei due. Per questo, come dicevo in apertura, ha la potenza di un rullo compressore che ti passa sopra e ti lascia tutto rotto.
Cuando Acecha la Maldad fa tutte queste cose mantenendo sempre fiera e intatta la sua identità di horror puro. Non si tira indietro di fronte alla violenza, al sangue, alle viscere e ai bubboni. Sa essere rivoltante e osceno quando è necessario, ma non è mai gratuito.
Io vi consiglio di vederlo, ma di fare attenzione perché ci vuole stomaco e rischia di rovinarvi la giornata. Ribadisco: è l’horror dell’anno.

13 commenti

  1. Avatar di marco

    Approvo. Con tanto che Talk to me mi era piaciuto come messa in scena ma non così tanto come acting. Questo l’ho visto sabato sera e in effetti mi ha rovinato la serata (è un complimento). Suggestivo e persistente.

    1. Avatar di Lucia

      Io sono ancora scossa. Una roba pazzesca

  2. Avatar di marco

    Già. Quell’accetta, in particolare, e quel cane, sono molto persistenti. Scelta attoriale finissima: l’ex moglie, i poliziotti, gli stessi bambini (e sì, un worldbuilding che vale quanto la storia in sé). Disturbante, ma non manieristico.
    Tanta roba, speriamo faccia scuola.

  3. Avatar di Andrea Lipparini
    Andrea Lipparini · ·

    Realmente sconvolgente e agghiacciante..un film straordinario e senza speranza.. Capolavoro.

    1. Avatar di Lucia

      Che botta. Ancora non mi riprendo.

  4. Avatar di Leonardo
    Leonardo · ·

    Questa volta concordo. Talk To Me mi è piaciuto, è un ottimo horror mainstream. Ma questo è una bomba.

  5. Avatar di Leonardo
    Leonardo · ·

    Scusa, per sbaglio ho firmato con nome e cognome… potresti gentilmente togliere il cognome? grazie

  6. Avatar di alessio

    Dire due parole di Cuando Acecha la Maldad adesso è complicato ma durante la visione ho avuto la stessa impressione (poi confermata) che ha così sparigliato la mia personale classifica horror 2023. (Al momento) sul gradino più alto.

    1. Avatar di Lucia

      Sì, al momento non c’è un film che possa competere con questo.

  7. Avatar di Giuseppe
    Giuseppe · ·

    Talk to me mi era sembrato un ottimo film d’esordio, ma se dici che Rugna, il cui Aterràdos mi aveva impressionato non poco, pesta MOLTO più duro confido della tua rece odierna e mi ci fiondo appena possibile 😉
    Un altro titolo interessante (non al punto di diventare horror dell’anno, ma interessante) potrebbe essere Suitable Flesh…

    1. Avatar di Lucia

      Suitable Flesh è in lista per la post challenge!

      1. Avatar di Giuseppe
        Giuseppe · ·

        😊👍