Paura & Delirio: Ep 62 – Superman

Avremmo dovuto parlare di un altro film, ma poi, proprio mentre finivamo di registrare l’episodio su Elvira e le sue colline infestate, ci è arrivata la notizia della morte di Richard Donner, e così abbiamo cambiato programma in corsa, perché un regista come Donner va celebrato.
Vi beccate, dunque, una puntata speciale su Superman, e specifico, quello del 1978, perché pare ne siano stati fatti altri da allora, anche se a me risulta che l’unico Superman cinematografico mai esistito sia quello di Donner e Reeve. Ma potrei sbagliare.
Con Davide abbiamo cercato di riassumere la storia produttiva di un film che, quarantatré anni fa, era davvero un esperimento pioneristico, un qualcosa di mai tentato prima; abbiamo cercato di spiegarne meriti e portata culturale e, infine, cogliere l’occasione per parlare male di Zack Snyder.
E, per il prossimo episodio, preparatevi a un match all’ultimo sangue tra le due anime di Paura & Delirio.

7 commenti

  1. Jason13 · ·

    Doveroso omaggiare un gigante come Donner. Mi chiedevo tuttavia se l’episodio su Colossal è solamente posticipato o è zampato del tutto? Mi piacerebbe ascoltare le vostre considerazioni su un film che a me è piaciuto molto.

    1. È soltanto posticipato. Ci tengo molto a farlo ♥️

  2. Grande Donner: i Goonies, Ladyhawke… come si fa a non volergli bene.
    I Goonies è uno di quei film che tra amici si cita sempre (vederlo a 9-10 anni, tra l’altro, ti tiene con un piede nell’infanzia e con l’altro ti catapulta avanti: avventura, pericolo, solidarietà, amore, sessualità… tanta roba: l’unica cosa che non mi piace è un implicito del finale (tutto si risolve coi soldi), ma chissene).
    Superman non lo vedevo da quando ero piccolo. Grande classico. Quando seppi dell’incidente e della morte di Reeve ci rimasi molto male. Dico qualcosa (lasciando fuori questioni sociopolitiche e sottotesti messianici). E’ davvero delizioso nel suo essere “puro” e cartonesco: il volo di Sup e Lois è davvero il volo di Peter e Wendy e tutte le manifestazioni del potere vanno oltre qualsiasi credibilità. Mamma mia, il funerale senza nessuno mi ha proprio colpito: eppure un attimo prima abbiamo visto che quella comunità era piena di gente. E’ incredibile come Reeve riuscisse a essere antisesso da Kent e supergnocco da Superman (la scena della terrazza? Vogliamo parlarne? E la supervista sgama mutande?) senza sembrare un sollevatore di pesi. Alla fine ti resta una bella sensazione.
    Musica spaziale, cattivi divertentissimi (travestimenti, rifugi sotterranei…)… altri tempi!

  3. Tigrero · ·

    Ottima idea omaggiare Donner anche se per un’occasione così triste! Farete mai il Presagio, sempre di Donner?

    Non sono d’accordo solo su una parte della recensione e cioè il viaggio nel tempo…
    Quello era un potere che Superman aveva anche nei fumetti poi gli è stato tolto perché era un potere ingestibile a livello di sceneggiatura e sfiorava la baracconata…
    Nel film sono stati molto bravi, non so se consciamente o no, proprio a gestire il personaggio Superman attraverso quel potere impossibile.
    Infatti il problema non è meravigliarsi del potere che rovina tutto il pathos creato prima, sciogliendo un prefinale drammatico come neve al sole, ma il capire il motivo per cui usa quel potere e cioè Lois Lane… Mi spiego meglio, Superman ci viene presentato come un ragazzone di campagna cresciuto con i valori rurali americani (sta poi a noi capire se tali valori siano stati idealizzati o meno) e con valori prettamente Kryptoniani da suo padre biologico. Quando sceglie di fare quell’eccezione con Lois Lane, ho sentito di letture di quella scelta del personaggio, come un egoismo, cioè “ascolto solo il mio cuore”, ma non mi ha mai convinto perché seppur si tenga conto della storia d’amore e per coincidenza salvi una vita, fa apparire Superman egoista e anche nel film non lo è mai stato in alcun modo. E quindi? Be’, qui io ci ho sempre visto sicuramente una preferenza (Lois Lane), ma non in negativo perché ciò non toglie il fatto che ami l’umanità intera sempre (persino i cattivi che neutralizza senza ammazzarli), semmai l’egoismo è nell’occhio di chi guarda la storia perché Superman, dopotutto ha già un lavoro, quello che fa come super eroe non gli viene retribuito o compensato in alcun modo quindi non è DOVUTO all’umanità… Se proprio c’è un problema era magari a livello di scrittura già impostate una pistola di Checov sottotraccia e spararla poi ricordando che è un potere che magari poteva essere usato solo una volta grazie a eventi terrestri favorevoli, dopotutto Superman è Superman perché è caduto sulla terra, su Krypton, sarebbe stato una persona mentalmente e fisicamente normale…

  4. Giuseppe · ·

    Podcast di durata più che adeguata per omaggiare a dovere Donner e il suo mitico Superman, primo supereroe portato su grande schermo con tutti i crismi (e con un notevole carico di rischi assortiti) nonché l’unico per più di un decennio, almeno fino all’arrivo del Batman di Burton. Solo, fra i suoi tre seguiti in calando e in considerazione del cambio di passo avvenuto con la regia di Lester (certamente segnata da una visione meno “epica” e più umoristica rispetto a quella grande collega), non riesco a essere così duro verso il terzo film che se non altro una buona idea di base l’aveva eccome, con il lato oscuro del supereroe fatto emergere dalla kryptonite sintetica… d’accordissimo invece sul travagliato quarto e ultimo capitolo diretto da Furie: se, al netto degli effetti nemmeno troppo speciali, non siamo esattamente agli stessi livelli dei due pessimi Spiderman anni ’70 (visti anch’io al cinema, purtroppo) poco ci manca. E qui nemmeno il carisma del compianto Christopher Reeve poteva fare granché per salvare l’insalvabile…
    P.S. Io son convinto che Paura & Delirio continuerà anche dopo il vostro prossimo e titanico scontro della prossima settimana 😉

  5. 山Yama山 · ·

    Lo sto guardando proprio ora per la prima volta, ispirato da voi, e mi sembra ci sia tanta influenza di Ray Bradbury in questo Superman di Donner o sbaglio? Soprattutto nella prima parte tra Krypton e la campagna americana.

    1. C’è di sicuro tantissima narrativa americana degli anni ’50, quella un po’ elegiaca, tanto per capirci. E quindi sì, per forza anche Bradbury. Grazie!